Problema arbitri e campionato in pericolo

DOPO 7 GARE, CAMPIONATO MEDIOCRE: 10 SQUADRE HANNO FATTO PEGGIO DELLO SCORSO ANNO! W ATALANTA E UDINESE, LAZIO NO… URGE IL SORTEGGIO INTEGRALE DI ARBITRI E VAR. Paolo Paoletti e’ perentorio nell’analisi e biasimo della situazione calcistica italiana.

La sosta per le Nazionali, ultima prima del Mondiale qatariota, impone una prima analisi del campionato di serie A.
I dati da analizzare sono essenzialmente 3: la classifica, i raffronti con lo scorso anno, gli errori/orrori arbitrali che incidono sui primi due aspetti.
Preventivamente bisogna collocare il calcio italiano nel contesto internazionale, a cominciare dalla Nazionale Azzurra che per la seconda volta consecutivamente è fuori dalla massima manifestazione calcistica, stavolta dopo aver vinto l’Europeo. Vittoria che l’Italia aveva potuto festeggiare una sola volta, nel 1968. E che contrariamente a 54 anni fa – quando nel ’70, due anni dopo, gli Azzurri di Valcareggi, con Riva, Rivera, Mazzola, Bonimba, Domenghini, Rosato etc. etc. arrivarono in finale arrendendosi solo al mitico Brasile di O’Rey detto Pelè, – ha visto la rovinosa eliminazione negli spareggi dopo aver buttato al vento con due rigori sbagliati la qualificazione.
Ebbene il primo dato dice che tra le 7 squadre che partecipano alle competizioni europee, solo la Lazio si è migliorata rispetto a 12 mesi fa.
Inter (-5), Milan (-5), Napoli (-4), Fiorentina (-3), Roma (-2), Juventus (-1) hanno fatto tutte peggio, Inter e Milan su tutte, quindi il Napoli a chiudere il podio del meno.
Differenze che hanno inciso sulla classifica tranne che per il Napoli che primo era e primo è rimasto.

Mentre l’Inter è quella che ha perso più posizioni, scivolando dal 3° al 7° posto.
Dopo 7 giornate, quasi la metà del primo torneo che si concluderà alla 15a per la sosta Mundial, se si aggiungono i meno delle piccole (Bologna – 5, Samp -4, Verona -3, Empoli -2) i numeri dicono che il calcio della serie A è peggiorato con un livellamento in basso più evidente dello scorso anno quando la salvezza fu conquistata con una manciata di punti, mai così pochi.
La classifica dice anche che sono entrate di diritto aspiranti ad un posto nelle competizioni Uefa, anche Atalanta e Udinese, entrambe sorprendenti: mai la Dea aveva avuto una partenza così positiva, mai i friulani avevano così stupito!
A Gasperini che ci ha abituato a questi exploit e Sottil, ennesima scoperta dei Pozzo, va certamente l’oscar della panchina di questo inizio, a dimostrazione che gli allenatori possano incidere in certe situazioni. A volte oltre il 25-30% che normalmente vede i tecnici, responsabili o meritevoli dei risultati. I protagonisti infatti sono e restano i calciatori, nel bene e nel male, mentre spetta ai dirigenti, presidenti in primis, creare quelle condizioni per far esprimere al meglio i dipendenti-calciatori.
Verità che porta direttamente al mercato e le scelte fatte dai club.
Chi, per adesso si è più migliorato (Atalanta +6, Udinese +8, ha fatto scelte di visione e innovazione: la qualità nella velocità, mettendo insieme giovani, forti fisicamente, dediti all’apprendimento, con 5 caratteristiche, velocità, tecnica, intercambiabilità, coraggio, tenacia.
La Lazio (+3) mi sembra invece la meno affidabile, riproponendo alti e bassi emotivi dovuti essenzialmente all’ambiente laziale, instabile e precario.
Il -5 di Inter e Milan, ed il -4 del Napoli, hanno ragioni diverse: Inzaghi ha perso il controllo dello spogliatoio, pericolo annunciato da Conte; Pioli ha buchi tecnici nella rosa, avendo perso il centrale di difesa ed il centrocampista di quantità e qualità opzionati ma andati altrove per i ritardi nel passaggio di mano da Eliott a Gary Cardinale.
Il Milan in 2 anni, ha vinto il 19° riducendo contemporaneamente i debiti da 146 a 40 mln, grazie alla competenza di Maldini e Massara, l’organizzazione di Gazidis e l’afflato Pioli-squadra. Ripetersi con un passaggio di proprietà non è affatto facile. E solo Conte aveva già fatto il miracolo a Milano, interrompendo lo strapotere Juve.

Eccoci al Napoli. Bene in Champions, con la soddisfazione di aver strapazzato i Reds nella gara più brutta della gestione Klopp. Due verità: Kvara e più forte di Insigne, il duo Raspadori-Simeone è più utile di Osimhen. Il Cholito ha segnato un gol bellissimo, preparato ancora meglio. Cose che Osimhen prova a fare con fatica.
Prendere il georgiano a 10 milioni è stato invece un colpo di fortuna, di cui bisogna ‘ringraziare’ la pazzia di Putin. Prima della guerra costava 30 mln ed il Napoli che lo aveva già individuato da tempo, non aveva mai chiuso. La guerra ha cambiato tutto e Kvara adesso può cambiare il Napoli.
Diverso per Kim, sul coreano mi hanno convito l’expertise di Fabio Cannavaro e queste prime prestazioni. Ieri a Milano senza il suo gambone non sarebbe finita come è finita. Anche se chi deve strapparsi i capelli è Kalulu che sbaglia l’insbagliabile (neologismo ad hoc)!
San Siro ha rilanciato il meglio di Meret, bravo tra i pali; ma anche i suoi limiti, ancora irrisolti dopo 4 anni di Napoli: uscite e gioco con i piedi.
Il soldatino Lobotka ha fatto il resto nei minuti finali, restando lucido nella gestione della palla. Ma saranno Zielinsky unico insostituibile, Anguissà e Ndombele (quando sarà pronto fisicamente) a fare la differenza.
Spalletti è primo, lo era anche lo scorso anno. Terzo alla fine. Ma il campionato è molto cambiato e tutto può accadere, nel bene e nel male.
Allegri era 7° e ben messo in Europa, adesso è ottavo e quasi fuori dalla Champions, quindi giustamente crocifisso. Stavolta chi ha dubbi sulla capacità di recupero bianconero ne ha ben donde.
E per i primi 4 posti molto dipenderà dal secondo torneo, quello post mondiale, dopo 2 mesi di stop.
Eppure non è folle pensare che specialmente l’Udinese, che ha già sfidato Milan, Roma e Inter, possa centrare il quarto posto.
Chi resterà fuori dall’obiettivo minimo dichiarato?
Ultima nota sugli arbitraggi: ormai è chiaro, il Var ha troppi punti deboli irrisolti dalla tecnologia e resta vincolato alle chiamate o meno degli arbitri VAR.
Se non riesci ad esprimere certezze neanche sul fuorigioco che è dato oggettivo, meglio lasciar perdere. In combinata con il ricambio generazionale che propone arbitri giovani e più scarsi dei precedenti, è chiaro che le designazioni sono diventate decisive e bisogna tornare al sorteggio integrale.




Napoli calcio: verita’ taciute

SPALLETTI SPIEGA IL NAPOLI DOPO IL MERCATO: MANCA CARATTERE, PERSONALITA’, CONVINZIONE, ESPERIENZA! Paolo Paoletti apostrofa in questa maniera la situazione calcistica che coinvolge il Napoli:

“In tantissimi mi hanno chiesto di commentare il calciomercato del Napoli, dal mitico Bar ‘Cocò Gelo’ a Ischia Ponte, tempio della mia adolescenza; all’ambitissimo ristorante Paolino su Corso Vulpes a Pescocostanzo, 1400 metri di altitudine, rifugio dell’attuale adultità.
Richiesta pervenuta da persone disincantate, lontane dal tifo becero, eppure attente alle vicende della squadra di calcio della nostra città.
Per farlo ho dovuto attendere la fine del termine ai trasferimenti ed il commento parte dall’inquadrare l’obiettivo di un calciomercato: migliorare i risultati ottenuti la stagione precedente. Nel caso del Napoli sopratutto il terzo posto in campionato, anche se inopinatamente, in ritiro, De Laurentis annunciò che avrebbe fatto di tutto per vincere lo scudetto. Bugia, stavolta ad hoc, per mitigare critiche e proteste verso il cine-presidente nell’atmosfera pesantissima che ha accompagnato gli azzurri a Dimaro.
Al momento dopo 4 gare (oltre il 25%) del primo campionato da 15 partite (se ne giocheranno 2, uno prima, il secondo dopo i Mondiali in Qatar), il Napoli ha 4 punti in meno rispetto allo scorso anno. Nonostante un calendario favorevolissimo: Verona smontato dalle cessioni, Monza peggiore tra le neopromosse, Fiorentina stravolto dalla qualificazione in Conference, Lecce migliore neopromossa ma ad oggi formazione inventata.

Alla luce di arrivi e partenze, il vero obiettivo alla portata quest’anno, secondo l’attuale classifica, è un piazzamento tra sesto e settimo posto, utile a partecipare ad un torneo internazionale, anche la Conference League, appena vinta dalla Roma e frequentata stavolta dalla Fiorentina.
Si potrà o potrebbe fare di più ma moltissimo dipenderà dai tempi di maturazione e adattamento, di apprendimento e uso di nuove conoscenze di tutti gli acquisti. La serie A è campionato molto tattico, dove serve una considerevole attitudine intellettuale, di cui non sempre sono provvisti calciatori provenienti da campionati stranieri,in particolare quelli fuori dalle 5 migliori leghe europee.

Il dato è che De Laurentis ha incassato molto (fino alla cessione di Ounas, servita ad evitare la sanzione Uefa) e investito meno. Tecnicamente le scelte fatte lasciano irrisolti i nodi fondamentali: portiere, regista, attaccante da 25 gol.
Meret non è mai stato stimato dagli allenatori succedutisi e non mi meraviglierei se Spalletti si rivolgesse a Sirigu.
Navas è stato un imbroglio mediatico, perchè nessuno rinuncerebbe a 9 milioni di euro garantiti, accettandone la metà.
Lobotka e Demme non danno garanzie neanche per svolgere il compitino e più e più volte vedremo un Napoli con il 4-2-3-1 lasciando ad Anguissà e Ndombelè (quando e se riuscirà a reggersi in piedi), il compito delle due fasi. Facendo diventare Zielinski un problema, in quando il polacco è tra i pochi a meritare di giocare sempre e nel ruolo di trequarti dove è più pericoloso ed efficace.
Davanti, questa stagione, confermerà o meno le qualità di Osimhen: campione o incompiuto.
Lo scorso anno non ha mai segnato negli scontri diretti per la zona Champions, quest’anno è partito peggio se non riesce ad essere decisivo neanche contro il Lecce, squadra di ragazzotti: 13 palloni regalati all’avversario, mai pericoloso. Il nigeriano è ancora troppo acerbo: istintivo, rozzo nel possesso palla, poco incline al gioco di insieme, spaesato nei tempi di gioco e negli spazi da coprire.
Venderlo a 100 milioni sarebbe stato il colpaccio ma Cr7 (altra boutade mediatica) pur assicurando 20 reti non è una prima punta.
Come si evince fin qui si è parlato poco dei nuovi perchè meritano menzione sulla carta solo Raspadori e Simeone, già svezzati al calcio italiano e protagonisti in squadre che si sono ben distinte lo scorso anno. Sopratutto il Verona poi smontato.
Per gli altri bisognerà attendere le verifiche necessarie.

C’è un dato che rappresenta il segno di questo mercato azzurro: il no a De Laurentis di Ospina, Koulibaly, Insigne, Mertens, Fabian Ruiz: chi per soldi che avrebbe meritato (la vil moneta rinfacciata a Insigne, Mertens e Ospina), chi per andare a vincere titoli (Koulibalky e Ruiz) che il modus di De Laurentis non prevede.
La rivoluzione è stata una diretta conseguenza.
Il commento finale viene dalla presa d’atto di Spalletti dopo Firenze: “c’è più freschezza e più voglia, si spera anche più stimoli e più volontà di mettersi in luce. Ma poi c’è da ritrovare carattere, personalità, blasone, sicurezza, convinzione ed esperienza di quelli che sono andati via” (da Corsport, 29.08.2022)
Più chiari e onesti di così non si può essere!”.