Radio maggiore e finanzialista contro Draghi

Il professor Malvezzi, ai microfoni di Radio Radio, principale emittente radiofonica on italiana per numero di iscritti on line, ebbene il finanzialista ed economista disallineato Malvezzi, da un lato ha tessuto le lodi del presidente del Consiglio italiano quale principale economista e banchiere italiano, dall’altro ne ha esecrato indirettamente la visione economico-politica e l’operato attuale: Draghi fa parte dell’ormai famigerato Gruppo dei 30, ossia il consesso dei trenta principali banchieri mondiali, menzione che rutila di grande prestigio l’Italia intera; pare che Draghi abbia avuto un ruolo cruciale nell’ideazione ed attuazione dei derivati finanziari, ossia strumenti di espansione dei guadagni in modo eclatante ma esiziali per la tenuta economica dei soggetti indebitati. Tuttavia Malvezzi teme lo sbilanciamento della pianificazione economica italiana a sostegno delle grandi imprese, inficiando cosi’ l’ossatura economica del Bel Paese fondato su piccole e microimprese. L’analista indipendente operativo nei governi legati alla Prima Repubblica critica Draghi per quell’europeismo predatorio tutto sbilanciato verso l’alta finanza, quello in cui un soggetto indebolito finanziariamente ed economicamente deve cedere impresa e beni scevro di tutela. Inoltre Malvezzi, binariamente al senatore Paragone, preconizzano una svendita del sistema delle grandi e medie imprese italiane che ora annaspano tra calo dei consumi, risorse del Recovery Plan ancora ferme, e ridimensionamento dell’apparato pubblico dei servizi, degli investimenti pubblici e del sostegno al reddito causati da una diminuzione degli introiti fiscali.

Paragone in Parlamento ha l’altro giorno citato un codicillo legale relativo allo sloggiamento celere di proprietari di mutui morosi prima del pignoramento bancario, modello Europa.

Malvezzi decanta il criterio dei mutui antecendente l’euro, in cui il denaro costava piu’ di oggi ma era garantito, viceversa oggi costa meno ma non lo e’; e Draghi risulta il maggior sostenitore di tale modello.

Per concludere l’intervistatore e proprietario di Radio Radio si scaglia contro i giornalisti italiani che, mentre in un primo momento risultavano critici verso alcuni provvedimenti dell’esecutivo, oggi sono consenzienti su tutto, ma pare abbiano ricevuto dei fondi pubblici maggiorati, il che desta sospetti.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/