Problemi per i commercianti Amazon

Augusto Anselmi svela il lato arcano dell’ e commerce dopo l’abbrivio di Report con questo editoriale al fulmicotone:

Report ci svela come opera il colosso mondiale della vendita on line.
Contatta gli esercenti, particolarmente quelli in crisi (il 90%, grazie a questa politica meravigliosa), assicurando una forte vendita.
In effetti nel primo periodo è così, con il negoziante che pertanto si espone con le banche, per reperire la liquidità necessaria a questa poderosa crescita iniziale.
E poi arriva il bello.
Con la falsa scusa di non aver ricevuto la merce, il gigante del web sospende ogni pagamento.
Il malcapitato prova che non è vero, ma non riceve alcuna risposta.
Nel frattempo, ovviamente, le amorose banche di Conte, gli piombano addosso.
Con la disperazione addosso, allora, il tizio affronta una trattativa con la punta di diamante del commercio elettronico, la quale impone quello che non si era mai sognato di chiedere neanche Vito Corleone: ti pago la metà di quello che ti devo.
Il poveraccio, con la pistola alla testa, si piega per non morire.
E qui’ arriva un ulteriore sorpresa liberista: non basta che accetti, caro mio, no.
Se vuoi la metà del dovuto, dobbiamo firmare un nuovo contratto peggiorativo, dei margini e dei tempi di pagamento e, inoltre, devi fornirmi le fatture d’acquisto.
Cioè, neanche l’agenzia delle entrate.
E perché mai? Perché così, il “gigante buono”, può conoscere esattamente chi siano i tuoi fornitori, il prezzo che ti fanno e scavalcarti completamente, mentre tu, con una mano davanti e una dietro, inseguito dalle care banche, puoi andare ad impiccarti.
Ma volete mettere la comodità di comprare da una tastiera, di risparmiare come non mai e di avere tutto sullo schermo, senza neanche entrare in un solo negozio?
Sfido io la convenienza, con tutto questo sangue che scorre sotto, mentre a noi non frega nulla, finché non ci affoghiamo dentro anche noi.https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/
Che bello il mercato, il futuro, la globalizzazione, finché non ci tocca.
E ci eccitiamo per i vantaggi apparenti, come un vitello contento di essere arrostito, perché, almeno, non soffrirà più il freddo.
Abbiamo costruito un inferno, come neanche i peggiori totalitarismi erano riusciti a fare, oltretutto convincendoci che è per il nostro bene.
E mentre noi credevamo a tutte le promesse di prosperità e progresso, ci mettevano piano piano il cappio al collo.
Ora è arrivato il momento di stringere e tirare la corda, ma mentre già non si respira più, ci assicurano che ci stanno salvando e che siamo nel mezzo di una ripresa epocale.
Con i primi esecutori di questi progetti, al volante del vapore.
Ma la colpa non è minimamente di queste grandi teste, affatto.
Perché senza il consenso entusiasta delle vittime, niente di tutto si poteva realizzare.
Viviamo in mezzo all’umanità più ributtante mai esistita, più schiava, più idiota e più suicida, di tutta la storia del mondo.
Arrivata al punto di vedere come conveniente e allettante, il suo stesso sterminio.
Desiderabile la compressione della sua stessa libertà.
Accettabile, persino, la violazione del suo stesso corpo.
Condivisibile l’annientamento della propria vita.
Attraverso il mercato, lo sfruttamento, il debito e adesso anche la sperimentazione di massa.
Le pietre ci guardano sconvolte.
Almeno loro sono libere.