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U2 corporation e politica imperiale: affondo di Sacchetti

Mag 14 2022

U2 corporation e politica imperiale: affondo di Sacchetti

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Il giornalista Sacchetti di Database Italia accende i riflettori di altro tipo sul principale gruppo musicale del mondo, analizzando i numeri, la longevita’ ed il supporto aziendale dell’ultimo trentennio, ossia gli U2, di cui viene focalizzats con tale epistola la strumentalizzazione teleologica ad una sorta di propaganda finanziario-politica eterodiretta.

https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/23466/

Gent.mo Paul Hewson in arte Bono (ma non troppo), scusa se circa trent’anni fa ti ho rincorso e placcato fra le vie di Nizza in preda ai deliri post adolescenziali, non avevo capito chi fossi realmente. Io ingenuamente pensavo fossi il cantante di una band, l’autore di album come the Unforgettable Fire (a questo punto mi chiedo chi l’abbia scritta e composta quella musica)… macché, tu eri il socio di una corporation costituita da “innumerevoli società dal profilo incerto residenti in paradisi fiscali off-shore”. “…Mentre ti ammantavi di un blando pacifismo sei stato proprietario negli Usa di due società produttrici di videogiochi di guerra, uno di questi aveva come scenario una missione particolare: andare in Venezuela per conto di alcune società, creare un colpo di stato per togliere di mezzo un odioso tiranno venezuelano.”


” Nel 2004 viene creata ONE, organizzazione senza scopo di lucro, ONE viene dal titolo di una delle più famose canzoni degli U2 e ha una sua forza. Inizialmente era una coalizione di organizzazioni statunitensi, tra cui Oxfam America, Save the Children, World Vision, Data; vi parteciparono anche diversi personaggi pubblici, tra cui Condoleezza Rice. Ma il contributo finanziario più rilevante è senz’altro quello della Fondazione di Melinda e Bill Gates.
Ma cosa si propone di fare la ONE? Essenzialmente pratiche di lobbying planetarie sui temi della filantropia. Cosa accade in verità? Solo l’1% del ricavato è destinato ad opere caritatevoli. Qual è l’obiettivo reale che persegue? Imbonire con le parole il pubblico occidentale sulla promozione di soluzioni scientifiche e tecnologiche, volte ad aumentare la produzione agricola nelle zone più povere del mondo, attraverso l’uso degli OGM, perlopiù in partnership con aziende come Monsanto!”
“Il cantante, secondo il giornalista d’inchiesta Browne, fa parte a pieno titolo dell’industria contemporanea basata sull’umanitarismo delle celebrità, la quale proponendo false soluzioni sui temi della disuguaglianza e della povertà contribuisce in questo modo al mantenimento dello stato di fatto.
Uno degli aneddoti curiosi, narrati nel libro-inchiesta, merita sicuramente di essere ricordato. Ad un concerto a Glasgow la band ad un certo punto impone il silenzio e Bono Vox comincia a battere le mani in modo solenne, scandendo con lentezza il ritmo per richiamare l’attenzione. A questo punto dovrebbe partire uno dei suoi soliti discorsi sensibilizzanti sull’Africa e infatti lui attacca: “Ogni volta che batto le mani in Africa muore un bambino”. Sembra che qualcuno dal pubblico, in un impeto di ribellione, gli abbia risposto: “Bhe … allora smetti di farlo”. Storiella forse apocrifa, avverte l’autore, ma arcinota tra il pubblico dei club irlandesi e inglesi che della pseudo filantropia di Bono non ne vuole più sapere.”

“Ovunque c’è da sostenere un regime fantoccio telecomandato da George Soros. Ovunque c’è da sostenere le cause che portano alla fine degli Stati nazionali e alla loro sottomissione ai poteri transnazionali. Ovunque c’è tutto questo, c’è sempre lui: Bono. Sotto certi aspetti gli “artisti” pagati dalle corporation e ricevuti nelle segrete stanze del gruppo Bilderberg sono persino più riprovevoli dei politici sottomessi a questa agenda. Prendono l’arte e la violentano per servire i potentati più criminali del pianeta. Questi “artisti” sono i peggiori nemici dell’arte.”
Cesare Sacchetti esecra l’entrata di Bono nel World economic Forum da cui stocasticamente derivano i principali uomini d’affari, politici, capi istituzionali, del connubio America-Europa. Georgia Meloni e Salvini si vedono a tal proposito etichettati aprioristicamente di una sorta di sedizione da personaggi del calibro di Meluzzi per aver partecipato all’incontro dell’anno scorso presso l’Aspen Institute, corollario italiano del Bieldeberg. E cosi’ monta l’acredine sul web e la stanchezza fra i lettori che si vedono inermi e manipolati da personaggi di ” alto bordo”.

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