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Aerei militari prodotti dall’Italia: accordo ambizioso

Dic 15 2022

Aerei militari prodotti dall’Italia: accordo ambizioso

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Attraverso il Gcap, svilupperemo ulteriormente i nostri rapporti di lunga data in materia di difesa. Il Gcap accelererà le nostre capacità militari avanzate e il nostro vantaggio tecnologico». Il programma stipulato da Italia, Gran Bretagna e Giappone, si legge, punta a incrementare la cooperazione dei tre paesi nel campo della difesa, la collaborazione scientifica e tecnologica, le catene di fornitura integrate e «rafforzerà ulteriormente la nostra base industriale della difesa». La nota congiunta dei tre paesi è stata divulgata alle 5:15 del mattino di pochi giorni addietro e si mostra estremamente ambizioso; infatti saranno sfornati velivoli più potenti degli F-35 e «impegnati a sostenere l’ordine internazionale». Il piano «rafforzerà ulteriormente la nostra base industriale della difesa» e favorirà l’industria militare nazionale.

Questo programma «produrrà benefici economici e industriali ad ampio raggio, sostenendo l’occupazione in Italia, in Giappone e nel Regno Unito». Nelle intenzioni di Roma, Tokyo e Londra, attirerà investimenti per lo sviluppo nella progettazione digitale e nei processi di produzione avanzati. «Fornirà opportunità per la prossima generazione di tecnici ed ingegneri altamente qualificati». Ci sarà un «equo partenariato» di «condivisione di costi e benefici» di questo investimento.

Il Global Combat Air Program (GCAP) è una nuova collaborazione tra Italia, Regno Unito e Giappone per produrre la prossima generazione di aerei da combattimento. Il primo ministro inglese, Rishi Sunak, ha visitato una base della RAF nel Regno Unito per lanciare la prima fase del programma, che mira a sfruttare l’esperienza la tecnologia e la forza delle industrie della difesa dei tre paesi.

L’obiettivo è far decollare il nuovo jet entro il 2035. Le aziende che lavoreranno insieme sono l’italiana Leonardo, la britannica British Aerospace Systems e la nipponica Mitsubishi. L’annuncio ufficiale da parte di Leonardo e’ stato dato con un tweet.

Sarà un jet di sesta generazione potenziato da un insieme di funzionalità riprese anche da velivoli senza equipaggio con sensori avanzati e innovativi e armi all’avanguardia. Il nuovo caccia andrà a sostituire l’Eurofighter Typhoon, nato dalla collaborazione fra Italia, Spagna, Germania e Regno Unito negli anni 80. Il nuovo aereo sarà il risultato della fusione del progetto Tempest anglo/italiano e del FX giapponese.

Il fatto che il programma sia definito «globale» deriva dall’intenzione di cooperare con gli Stati Uniti, con la Nato e «con i partner in Europa, nell’Indo-Pacifico».

Il sistema di combattimento aereo opererà in molteplici ambiti. La parola “guerra” nonostante sia un aereo offensivo viene accuratamente evitata. «La nostra speranza è che il Global Combat Air Programme, e attraverso di esso il nostro partenariato nello sviluppo delle rispettive capacità, costituirà una pietra miliare della sicurezza globale, della stabilità e della prosperità nei decenni a venire».

Il processo di integrazione della difesa europea ha tra i suoi principali obiettivi quello di eliminare gradualmente le numerose duplicazioni da parte degli Stati membri nell’acquisto e sviluppo di sistemi d’arma, equipaggiamenti e tecnologie. Questo tipo di duplicazione porta con sé una frammentazione a livello di investimenti, capacità produttive e di manutenzione che va inevitabilmente ad influire negativamente sul raggiungimento di un’economia di scala vantaggiosa per gli assetti in questione e le forze armate che li comprano e utilizzano, affermano dai consessi istituzionali italiani ed esteri.

‘La forte accelerazione del progresso tecnologico nel campo della difesa richiede somme sempre più ingenti perché Paesi come l’Italia possano investire in modo congruo nello sviluppo, acquisto e manutenzione di nuove tecnologie. Se da una parte la guerra in Ucraina ha spiazzato in molti Paesi europei i vecchi paradigmi che portavano a spese militari troppo limitate, è altrettanto vero che un aumento dei bilanci non può da solo compensare il fatto che una forza armata capace e moderna necessita di sistemi, capacità e tecnologie sempre più complessi (e dunque più esosi) per far fronte alle nuove e molteplici minacce che ci riguardano da vicino”. Esplicitano i diretti interessati da Palazzo Chigi.


Fra le tecnologie prioritarie per l’Italia figurano i velivoli da combattimento di sesta generazione. Rispetto agli aerei di quinta generazione come l’F-35, oggi predominanti nei Paesi occidentali, la nuova generazione dovrebbe aumentare il fattore bassa osservabilità – il cosiddetto stealth – rispondendo però a una logica di sistema ancora più avanzata dell’attuale stato dell’arte. Inoltre, è probabile che questi velivoli saranno progettati secondo standard di modularità che permettano l’integrazione di sistemi d’arma di nuova concezione, come le armi ad energia diretta. Cio’ e’ derivato anche dalla consapevolezza che la Russia dispone di missili assolutamente invisibili ad ogni sistema di rilevazione e tracciamento euroamericano, al momento per cui si mira alla nascita di velivoli che abbiano le medesime caratteristiche.

Questo programma di cooperazione multinazione, per l’Italia, si pone sul solco di quello esistente con la Francia: le forze aeree di Italia e Francia posseggono una tradizione nello scambio del personale che può declinarsi infatti, in varie forme. Ogni anno, l’Italia invia dei piloti ad addestrarsi all’Ecole de l’Aviation et de Transport di Avord (EAT) dove ottengono la licenza di pilota da trasporto. Altri aviatori militari italiani vengono in Francia per addestrarsi in strutture specializzate come l’Ecole du Personnel Navigant d’Essais et de Réception (EPNER) che dipende dalla Direction Général pour l’Armement (DGA).
Dal canto suo, l’aeronautica francese invia i suoi piloti di trasporto C-130 in Italia per addestrarsi nell’unico simulatore in servizio in Europa. Frutto di una negoziazione tecnica bipartita, questo accordo, esteso anche al partner tedesco, partecipa alla formazione dei piloti francesi e tedeschi della squadriglia franco-tedesca di trasporto C-130, creata nell’estate 2021 a Evreux.

Infine, L’Ecole de l’air di Salon-de-Provence e l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli coltivano relazioni soprattutto nell’ambito della formazione iniziale degli ufficiali delle forze aeree. Ogni anno, uno studente, aspirante pilota di ogni scuola, viene selezionato dal paese partner per ricevere un pugnale, simbolo del forte legame tra le due forze aeree. Questo a riprova dell’intenzione di nutrire una sincera fratellanza d’armi tra gli aviatori che saranno portati a combattere, fianco a fianco, nel quadro di future operazioni esterne. Il che’ in un contesto continentale, pone maggiore energia e concretezza al processo di integrazione europea ed abbraccia l’Oriente con l’Italia capofila.

Vocabolario

*Esplicitano: chiariscono.

*Capofila: tra i primi in ordine di importanza.

*Esosi: costosi.

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