Arte impresa e Stato
La necessità manageriale oramai impellente, per il paese “italia”, sta nella salvaguardia oltre che valorizzazione ed affermazione, dell’arte manifatturiera intesa anche come mera creazione di oggetti, dipinti, creazioni artistiche di ogni sorta.
I fondi quasi obsoleti perchè decretati inutili e controproducenti, alla stampa assoggettata al potere economico privato, andrebbero assolutamente reinvistiti nel circolo reinventato di produzione artistica all’”italiana”, sopratutto in relazione alla proliferazione di dipinti, sculture ed ogni genere di agghindo che ha affermato l’egemonia italiana nella storia, anche attuale. Tanto importante, l’ausilio all’arte estetica, in tempi di decadentismo della bellezza, imbarbarimento della platea di consumatori, e affaccio di nuove forrme di produzione materiale artistica non belle e “riempienti” quanto la produzione totale del genio artistico italico. Dunque alla stessa stregua della stampa in passato, tutelare l’autonomia creativa, estetica, degli artisti e produttori di bella manifattura italiana, è compito prioritario di ogni governo attuale e futuro, in Italia.
La bellezza moderna e’ prossima nei manufatti, dovrebbe scaturire dalla vetusta ma avanguardista Italia; e quant mai categorico, questo processo, diventa allorchè vi sia un assalto verso le aziende e i creativi italiani di eccellenza artistica o meramente produttiva-vedi Pininfarina, Bugatti, Lamborghini, Bulgari, Gucci, Versace- in ultima istanza. E con la consapevolezza che i prodotti italiani sono i più contraffatti al mondo, imporre dazi ai paesi ed a coloro che alterano la qualità e l’originalità dei prodotti italiani, o semplicemente bloccarli con l’impiego dei servizi segreti nostrani, sarebbe un atto prioritario nella visione di riaffermazione ed espansionismo globale, di cui l’Italia produttrice e vice-locomotiva d’Europa, necessita…