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Aumento salari di dicembre e rivalutazione pensioni

Nov 16 2022

Aumento salari di dicembre e rivalutazione pensioni

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Busta paga, a dicembre stipendio triplicato: Chiara Nicolai sul giornale “I milanesi” rimarca la ricca busta paga a dicembre per alcune categorie di italiani: triplicato l’importo sul cedolino per una precisa categoria di lavoratori.

Dicembre è il mese più atteso in assoluto per quanto riguarda la ricezione dello stipendio. In media nell’ultimo mese dell’anno si ricevono più soldi in busta paga anche se non tutti dispongono di mensilita’ aggiuntive come certe categorie professionali ed il salario o la pensione di dicembre non sono mai raddoppiati come reclamano i diretti interessati e prescriverebbero i contratti ed i diritti degli assunti. Questo accade ovunque a meno che non si faccia parte della compagine di chi riceve la quattordicesima nei mesi estivi, precisamente a luglio. Esiste una categoria di lavoratori che a dicembre riceverà, oltre alla tredicesima, un emolumento che prevede la CCNL di riferimento.

Mai come oggi l’inflazione che colpisce l’Italia ha dato vita ad una serie di aumenti e rincari in tutti i settori immaginabili. La stangata delle bollette, l’aumento esponenziale dei prezzi al supermercato, si riflettono tutti fattori che hanno contribuito ad accrescere in molte persone un senso di incertezza e paura. Ogni mese ci si rende conto di quanto siano cresciute le uscite, mentre le entrate restano invariate e per lo più insufficienti. Effettuare acquisti extra è diventato per molti lavoratori un piacere fuori discussione.


Nella definizione comune la tredicesima corrisponde ad un intero stipendio mensile, ma in realtà quel che si riceve è sempre inferiore al solito stipendio. Questo accade a causa del meccanismo di tassazione IRPEF, ovvero l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Ogni singolo mese il lavoratore dipendente versa l’IRPEF con il suo stipendio ed  essa è trattenuta dal datore di lavoro. L’IRPEF fortunatamente viene abbassata dalla cosiddetta detrazione di imposta, una detrazione fiscale presente nella busta paga che, appunto, abbatte la tassazione IRPEF. Grazie alla detrazione di imposta il lavoratore godrà di più denaro a fine mese.  Si appresta cosi’ ad essere attivata l’esenzione fiscale dei cosiddetti fringe benefit aziendali, tutti quei beni, servizi o agevolazioni che un’azienda privata sceglie liberamente di offrire ai propri dipendenti. Si tratta di una misura che ha l’obiettivo di mitigare i problemi causati dall’inflazione negli ultimi mesi. Da 600 euro si passa a fino 3mila euro. Il nuovo tetto però è valido solo per l’anno 2022 e serve per far aumentare gli stipendi dei lavoratori, attraverso il rimborso anche delle utenze domestiche. Il “bonus dipendenti” da 3mila euro può essere erogato solo dalle aziende che operano nel settore privato. Sono invece escluse le pubbliche amministrazioni. A beneficiare del “premio” sono solo i lavoratori dipendenti.

In sostanza, sul contributo, se riconducibile al pagamento delle bollette  o ad una forma di welfare aziendale, non si paga alcuna imposta perché non è considerato reddito imponibile. Questo azzeramento delle imposte vale anche per l’azienda, che così può dedurlo dal proprio reddito. Le utenze che possono essere coperte dal bonus sono quelle che riguardano gli immobili ad uso abitativo del dipendente, del coniuge o dei suoi familiari che ne sostengono le spese anche senza che vi abbiano stabilito la residenza o il domicilio. Rientrano nell’agevolazione in questione anche le spese delle bollette per uso domestico condominiali, nella quota spettante al singolo condòmino. Questo vale anche in caso di affitto, se le utenze sono intestate al proprietario e nel contratto di affitto risulta che il locatario deve pagarle.

Per ottenere i fringe benefit non è necessaria alcuna domanda, ma  cio’ dipende dalle scelte che farà l’azienda. L’impresa privata infatti può scegliere liberamente se offrire questo bonus ai suoi dipendenti. Secondo Confindustria, il bonus 3mila euro riguarda circa il 17% dei lavoratori, “quindi molto pochi”. Un’altra critica dell’associazione relativa alla misura è che “sposta la palla nel campo delle imprese”, e che alcune aziende riusciranno a erogarli senza problemi, altre lo faranno in maniera parziale. Confindustria ipotizza che molte aziende non riusciranno neanche ad emettere il bonus, a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e del caro bollette che sta mettendo in difficoltà intere filiere. Secondo queste previsioni, sarà quindi difficile trovare spazi di bilancio e di finanza per poter concedere i benefici esentasse ai lavoratori dipendenti. Tale situazione corrobora le rimostranze di datori di lavoro ed impiegati che definiscono illecita l’imposta sul reddito, alla stregua di quella sui depositi bancari o quella sul possesso automobilistico; affermazioni coadiuvate e caldeggiate da alcuni giuristi che hanno ricercato e cristallizzato le basi giuridiche e quelle di diritto, per avallare politicamente, tali gabelle.

Con un comunicato sul sito ministeriale è stato annunciato che il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto che dispone a partire dal 1 gennaio 2023 un adeguamento pari al +7,3% delle pensioni. L’aumento, come previsto dalla normativa vigente, è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 3 novembre 2022. Situazione aggiunta al mancato adeguamento di pensioni e salari attuato nel ’92 da Amato, in totale spregio della Costituzione.

Restano escluse dal provvedimento economico governativo invece : le prestazioni a carico delle assicurazioni facoltative, delle pensioni basate sul fondo clero, l’indennizzo per cessazione dell’attività commerciale che vengono perequate singolarmente;le prestazioni a carattere assistenziale (Assegno sociale AS, Pensione Sociale PS, Invalidita civile INVCIV) e delle pensioni che usufruiscono dei benefici previsti per le vittime di atti di terrorismo e delle stragi, che vengono rivalutate con criteri propri; le prestazioni di accompagnamento a pensione  come ape sociale e assegni dei fondi bilaterali, che non vengono rivalutate per tutta la loro durata; pensioni di vecchiaia in cumulo a formazione progressiva, per le quali non siano stati utilizzati tutti i periodi assicurativi accreditati.

In sostanza si dovrebbe trattare: per gli assegni delle pensioni minime, di 38 euro mensili netti in più, per le pensioni da 1000 euro, circa 75 euro mensili netti in più, per le pensioni da 2000 euro, circa 100 euro netti in più; per le pensioni da 2500 euro lordi, circa 111 euro di aumento, per le pensioni da 4000 euro lordi, circa 150 euro di aumento. Tutto cio’ comunque, non dipana le critiche dei liberi professionisti e dei piccoli imprenditori, che lamentano un esborso annuo per lo stato, di duemila euro a fronte di un pil di poco superiore ai duemila miliardi che non ineriscono solo la spesa pubblica.

Vocabolario

*Esborso: fuoriuscita di denaro o altro.

*Dipanare: risolvere.

*Ineriscono: riguardano.

*Spregio: offesa, non osservanza.

*Corrobora: rinforza.

*Caldeggjate: proposte con fervore.

*Gabelle: tasse.

*Avallare: essere in accordo, attuare.

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