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Banche al sud: Bankitalia cede Napoli a Londra

Apr 15 2022

Banche al sud: Bankitalia cede Napoli a Londra

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SUD: SI PARLA DI BANCHE, Nel Mezzogiorno i parlamentari latitano rispetto l’assalto commerciale alla parte restante del Banco di Napoli. Lettera Napoletana ha riportato che il 21 Marzo la Commissione bicamerale di inchiesta sul sistema bancario ha ascoltato in audizione il presidente della Fondazione Banco di Napoli, Rossella Paliotto. La Fondazione è socia di maggioranza relativa di Banca del Sud, istituto di credito con sede a Napoli, con il 19%.

Banca del Sud, fondata nel 2005 con l’obbiettivo specifico del sostegno alle imprese meridionali, è stata commissariata il 12 giugno 2021 dalla Banca d’Italia. Solo 43 giorni prima, il 30 aprile, l’assemblea dei soci di Banca del Sud aveva nominato il nuovo consiglio di amministrazione e due nuovi membri del Collegio sindacale. La Fondazione Banco di Napoli aveva indicato presidente e vicepresidente, due tecnici con l’obbiettivo di risanare il bilancio della Banca, che registrava un passivo di 12,8 milioni per crediti deteriorati (cfr. LN161/21).

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Per un confronto, va detto che il Monte dei Paschi di Siena (10 miliardi di crediti deteriorati) ha ottenuto 2 miliardi di euro dallo Stato, che ne ha acquisito il 68%, mentre nella prossima legge di bilancio si prospetta lo stanziamento di altri 8 miliardi di denaro pubblico per ripianare la voragine del debito della banca senese (cfr. Libero, 21.10.2021).

Il commissariamento da parte di Bankitalia ha bloccato ogni azione di risanamento dell’istituto di credito meridionale, uno dei pochissimi sopravvissuti al Sud, che è l’unica delle 81 regioni dell’UE debancarizzata, cioè priva di istituti di credito di dimensioni medio-grandi.

I commissari straordinari nominati da Bankitalia, Paolo Alessio e Livia Casale, hanno reso noto che è pervenuta un’offerta di acquisto da parte di Cirdan Capital Management Ltda, un gruppo finanziario con sede a Londra e rappresentanza in Italia, a Milano.

La Fondazione Banco di Napoli non ha aderito all’offerta di acquisto “per la mancanza di documentazione richiesta ai due commissari straordinari” (RADIOCOR–Il Sole 24 Ore, 21.3.2022) ed il suo presidente «ha ribadito la perplessità per il commissariamento deciso dalla Banca d’Italia nel Giugno scorso, quando si profilava già un’offerta per il rafforzamento della banca individuata dal nuovo cda che si era insediato a Maggio» (RADIOCOR- “Il Sole 24 Ore”, 21.3.2022).

Fin qui, la cronaca dell’audizione davanti alla Commissione bicamerale di inchiesta sulle Banche. L’operazione in corso, sotto il profilo economico, è chiara: Banca d’Italia sta pilotando Banca del Sud verso un acquirente inglese.

Ma l’aspetto più significativo della vicenda è quello politico. Nella Commissione di inchiesta sulle banche su 39 componenti ci sono 12 tra deputati e senatori eletti al Sud: Giuseppe Buompane (Caserta, M5S); Bernardo Tucci (Calabria, M5S), Gianmauro Dell’Olio (Bari, M5S); Stanislao Di Piazza (Palermo, M5S); Marco Pellegrini (Foggia, M5S); Francesco Castiello (Salerno, M5S); Antonio Martino (Pescara, FI); Ubaldo Pagano (Bari, Pd); (Renato Schifani (Palermo, Fibp-Udc); Gaetano Quagliariello (L’Aquila, Idea-Cambiamo); Elio Lannutti (Chieti, Misto); Maurizio Buccarella (Lecce, Misto).

L’audizione del presidente della Fondazione Banco di Napoli si è svolta in un’aula vuota, davanti al solo presidente della Commissione, Carla Ruocco (M5S).

Erano assenti tutti i 39 componenti ma, soprattutto, assenti tutti i parlamentari eletti al Sud. Nessun interesse alla vicenda di Banca del Sud. Cominciata alle 15, l’audizione è durata appena 25’, giusto il tempo, per il presidente della Fondazione Banco di Napoli, Rossella Paliotto, di leggere una breve relazione sui motivi del rifiuto di aderire all’offerta di acquisto del Gruppo finanziario inglese davanti alle sedie vuote.
Il Giglio rincara la dose di critiche ai politici meridionali assenti ma non si respira una aria di ottimismo alla luce delle regole europee che addebitano ai correntisti una serie di costi prima ammortizzati dalla Bce, e sopratutto si respira acredine, per mezzo del lavoro di diffusione informativa del professor Malvezzi, nei confronti del parlamento europeo che sta predisponendo la deflagrazione sottoforma di vendita da mancata guarentigia debitoria e creditizia, del tessuto di banche regionali e statali medio piccole. Cio’ a favore dei principali istituti di credito intersecati con i fondi di investimento, i quali risultano esiziali in quanto piu’ indebitati delle altre banche, impossibilitati a ripagare il debito, ma suffragati dall’emissione monetaria specifica con cui le banche centrali li salvano. Solo che i debito che conseguono da emissione monetaria centralizzata teleologica al salvataggio delle macrobanche commerciali, si scaricano su imprese e cittadini invece di essere annichilite dalle banche centrali come da Costituzione. Banche centrali copossedute dalle mere banche commerciali intenzionate ad inglobare quelle locali che sono obbligate ad investire sul territorio per cui ad alimentare il tessuto economico materiale.

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