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Banchiere Albanese spiega blocco edilizia

Feb 18 2022

Banchiere Albanese spiega blocco edilizia

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L’Italia sarebbe colpevole di aver arenato l’edilizia per smantellare ipotetiche frodi relative lo scambio dei crediti d’imposta: lo ha ribadito il banchiere italiano Albanese in coro col professor Malvezzi, sulla base di dati che svelano al 3%, il tasso di illeciti nell’edilizia sul computo totale. Per il suddetto presidente di una banca popolare del nord il diniego governativo a legittimare lo scambio ai crediti d’imposta inerenti l’edilizia, rappresenta un nocumento letale per l’economia, e le banche ne hanno approfittato giocoforza per negare prestiti ad aziende e privati.

La banca di Albanese dopo un iniziale finanziamento di attivita’ per venti milioni inerenti i bonus alle ristrutturazioni, ha bloccato la sua attivita’ in concomitanza con lo stop dello stato a garantire e far scambiare alla stregua di una moneta ad oggi mancante, i crediti d’imposta. Cosi’ l’erario medesimo annaspa con il mancato slancio alle ristrutturazioni, specialmente nel meridione, in cui non solo e’ impedito per banche, aziende e privati lo scambio dei crediti di conseguenza i prestiti bancari, bensi’ e’ richiesto l’anticipo ai soggetti commissionanti, della somma occorrente la ristrutturazione.

Il sistema bancario del territorio, in questa fase, non puo’ consentire prestiti ad imprese e soggetti locali senza l’egida statale, e su questa falsa riga anche le banche commerciali che sono le piu’ importanti, si stanno esimendo dal finanziare lavori edili e similari. Pare che in questa congiuntura l’Italia, con le attuali regole, non possa permettersi di garantire monetariamente i crediti d’imposta edili alla stessa stregua di quelli pubblicitari, che vedono infatti la diserzione di aziende per il cartaceo, le piccole testate on line ed addirittura molte televisioni nazionali e locali.

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Riguardo al Pnnr pare che per la prima volta l’Italia sia debitore netto anziche’ creditore verso l’Europa, ma in ogni modo Albanese biasima la mentalita’ con cui ci si stia approcciando: ovvero quella di dover spendere questi soldi e non di doverli investire come consuetudine nel panorama bancario e delle imprese fattive.

Comunque a parere del duo tra commercialista e banchiere citati, la collocazione ideale del Pnnr non e’ la mera infrastruttura bensi’ la costituzione di nuove imprese in grado di assumere, produrre nuovi e migliori beni, nonche’ il rafforzamento delle aziende grandi e medie, pubbliche, e quelle private a grande valore aggiunto. A detta invece di altri opinionisti il Pnnr debba rivestire un asse di rinascita infrastrutturale al sud, orbo di collegamenti ferroviari celeri, aereoporti, strade in buono stato; ancora asili nido, ospedali pubblici, porti attrezzati e magioni per giovani coppie e persone in difficolta’. Al momento il meridione e’ deprivato di cio’ e della progettazione mera di opere strategiche che ineriscono i servizi pubblici. Inoltre le aziende soffocano dall’inasprimento delle tariffe energetiche e dei carburanti per cui aumenta la prospettiva di fallimenti, cassa integrazione e vendita.

Per il banchiere italiano ad ogni modo il settore imprenditoriale e creditizio italiano figurano ancora tra i piu’ stabili e promettenti del mondo, per mezzo della loro scarsa compromissione con i manovratori anglosassoni del mercato globale.

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