Beni culturali e monetizzazione
Beni culturali gratuiti
Le mosse manageriali (forse) migliori.
La prima domenica di ogni mese che nel 2018 ha visto la gratuità delle visite museali italiane, è andata bene ma è stata vergognosa.
Vergognoso è stato un programma manageriale che affonda le radici nel tempo molto anteriore, che ha permesso una fuga di interesse del pubblico italiano, verso i propri invidiati beni artistici.
Il beneficio di tale mossa della gratuità museale, lo hanno avuto i piccoli esercenti commerciali che ruotano attorno all’arte italiana come i bar, ristoranti e bazar. Giacchè tali microscopici attori economici non sono soliti pagare le tasse effettive, la “boccata” di ossigeno monetario della galassia culturale, non può sostenere nell’immediato una robusta azione di fidelizzazione museal- artistica da parte dell’italiano medio.
Non è opportuno scivolare nel pessimismo per questo mancato reinvestimento fiscale sulla questione museale, in quanto ogni grande azienda pratica analoghi programmi di usufruizione gratuita dei propri servizi, Sky docet, per poi renderli a pagamento. Questo non potrà avvenire per gli italiani medi dal punto di vista dei musei, siccome manca l’impianto infrastrutturale adeguato, il quale attrarrebbe gli spettatori paganti di ogni fascia di reddito verso la visita e l’ammirazione completa dell’arte. L’infrastruttura necessaria poggierebbe su un piano integrato che strategicamente prolungherebbe gli orari di apertura e chiusura dei siti artistici, attrezzandoli con maggior personale, maggiore tecnologia interessante. Infine coniugando tali posticipati orari di apertura e chiusura dei siti artistici, con programmi di intrattenimento culturale extrartistici come conferenze, dibattiti, moda in maniera ciclica. Perchè non si può omettere un avvicinamento delle platee variegate che compongono il mercato, mediante l’espediente gastronomico peculiare e sincretizzato con il prodotto “museo” in vendita; infine l’espediente modaiolo da fashion bar a pagamento, ed altre attrazioni corrispondenti ai trend contemporanei che muovono gli acquisti. Associare poi, al contesto museo-arte, abbonamenti annuali e finanziamenti limitati ad un tetto conforme al reddito del finanziatore, completerebbe una attesa e fondamentale opera di infrastrutturizzazione museale, tanto improcrastinabile quanto il sostegno necessario al reddito dei piccoli operatori commerciali intorno all’arte; anche se il loro sostegno economico non dovrebbe poggiare come l’anno in corso, sulla gratuità delle attrazioni artistiche italiane. https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/