Cadavere al Cardarelli e la morte oscurata
La morte corre sui social.
E’ il titolo di una giornata trascorsa a commentare il video di un cadavere riverso nel Cardarelli di Napoli.
Giusto o Sbagliato?
E’ una bella domanda e forse potrei provare a darvi un’analisi oggettiva avendo avuto per scelta professionale quella di evitare tutto ciò che ha a che fare con la morte.
Sì perchè quello al quale ho rinunciato non è stato semplicemente vedere un cadavere a terra, ma tutto un insieme di morti in ripresa diretta o cadaveri di ogni genere dopo omicidi, incidenti e suicidi unitamente a sporadici casi di necrofilia.
Il Dark Web è pieno di queste cose, così come ultimamente mi riferirono che erano presenti video con amputazioni addirittura di bambini, ma rifiutai di vederli e di trattarli.
Poi uscì l’indagine dei carabinieri di Siena, dove potevo avere un successo nazionale anticipandone la notizia, anche perchè la stessa indagine era inutile perchè le vittime erano morte e sepolte ed erano anche del sud est asiatico.
Quindi che valore ha giornalisticamente un video di un cadavere riverso in un bagno di un ospedale? Credo poco.
Perchè negli ospedali si muore e qui non si conoscono le cause ancora del decesso e spero che i familiari non abbiano consentito o diffuso loro stessi questo video.
Molti dicono che servono delle immagini shock per sensibilizzare la popolazione. C’è poco da sensibilizzare qui, se dobbiamo sensibilizzare la popolazione piuttosto con un contenuto di morte che dovrebbe essere diffuso, si dovrebbe trasmettere le immagini provenienti quotidianamente dalla guerra.
Su quello sono d’accordo, ma chissà perchè sui social, nelle tv e sui giornali questo genocidio quotidiano vi venga nascosto.