Search:

Calo prezzo carburanti Italia e corteggiamento di Putin

Mar 17 2022

Calo prezzo carburanti Italia e corteggiamento di Putin

image_pdfimage_print

Loading

L’ITALIA NON DEVE TEMERE L’EUROPA E NON HA BISOGNO DI INGINOCCHIARSI è quanto dichiarato da Vladimir Putin durante la conferenza stampa di una mattina non lontana nel tempo. “Se decidesse di uscire dall’Europa non rimarrebbe sola. La Russia sarebbe disposta ad accoglierla a braccia aperte” ha poi continuato all’interno del suo discorso. Secondo quanto dichiarato infatti il Cremlino vedrebbe l’Italia sotto scacco dell’Europa e avvertirebbe una “dipendenza” forzata nei confronti dell’Unione Europa. “L’Italia vive in un clima di sudditanza invisibile imposto da un governo troppo mite, potenzialmente rappresenta la terza potenza mondiale grazie alle sue riserve auree ma nella realtà dei fatti è l’ultima ruota del carro. Se gli Italiani aprissero gli occhi il Paese potrebbe risollevarsi economicamente in meno di un anno”.

Torna cosi’ di moda questa affermazione di Putin nello scenario di guerra ibrida che contrappone la Russia all’intera infrastruttura Nato, su suolo dell’Ucraina. Un agone di informazione che vede i media russi banditi dalla circolazione in Europa ed America ma con un discreto appoggio alla terra di Putin da parte dei paesi asiatici, medioriorientali, africani e sudamericani. Infatti la Russia ha opposto all’embargo il divieto di cessione di grano e fertilizzanti, provenienti specialmente dall’Ucraina, verso la medesima Italia che se ne approvvigiona per oltre un quarto della produzione. Ma la propaganda e’ stato acclarato provenire anche dal fronte russo, in cui Putin detiene il controllo dell’apparato mediatico in antitesi, secondo le sue esternazioni, al controllo mediatico euroamericano da parte di quelle oligarchie finanziarie che secondo il neozar, risultano foriere di menzogne, indirizzamento dell’opinione pubblica su fini politici ed acredine verso stati e politici non proni ai programmi finanziari occidentali. Tuttavia si accavalla una pletora di morti nelle legioni sia russe che ucraine e si prospetta una bancarotta dell’Ucraina a stretto giro, con conseguente inflazione mondiale, interruzioni di energia prolungate, razionamento di risorse alimentari ed idriche. Frattanto stanno spirando bambini e civili innocenti colpiti da spari incrociati non sempre attribuibili alle milizie russe. L’emigrazione in massa dell’Ucraina sta invadendo la Polonia ultimamente rigida nello sbarramento delle frontiere ad ogni profugo.

La guerra atipica ed ibrida tra Russia e Nato, tuttavia, non ha scongiurato un calmieramento dei prezzi dei carburanti, in Italia, che oggi si attestano sotto la soglia dei due ero e venti, ma si accalcano le pubblicazioni che caldeggiano una riapertura dei pozzi petroliferi e di gas sull’ Adriatico, che in Italia potrebbero affrancarne il fabbisogno dalla Russia alla luce dei trenta miliardi di metri cubi di gas disponibili. Un’ inchiesta video ha riportato che il 96% della produzione di metano italiana, e’ affidata a produttori forestieri pur possedendo, il Bel Paese, una dovizia di materie prime che abbracciano anche la Sicilia con pozzi di estrazione gia’ esistenti.

https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/cravatta-blue/

Putin corteggia l’Italia cercando di accaparrarsene le professionalita’, alla stregua di quanto successo nel caso del defunto Biscardi che ha introdotto, trattenendovisi per un po’ di tempo, la cura antitumorale di Bella che praticava, presso Mosca. Tuttavia l’Italia si e’ alienata le simpatie della Federazione Russa in seguito all’invio di armi da guerra per la questione ucraina, le sanzioni economiche antirusse su cui Draghi si e’ prodigato per farle glissare, e la completa subordinazione alle decisioni euroamericane che pressano per uno sbarco di soldati italiani in Ucraina.

Sulle riserve auree che vedono l’Italia all’apice del possesso a livello globale dopo Usa e Germania, lo zelo di Borghi e Bagnai della Lega per reclamarne la proprieta’, appare interrotto alla luce della confisca inglese dell’oro venezuelano in seguito alla questione della sostituzione di Maduro con un altro presidente riconosciuto da Onu e Nato. Ed in effetti di fronte all’ipotetico nocumento di farsi pagare il debito pubblico con le riserve auree italiane poste nei cassieri inglesi e statunitensi, la reputazione della Lega appare in caduta libera. Infatti si affastellano accuse ed anatemi da parte dei simpatizzanti ed elettori, proprio nei confronti del binomio Borghi-Bagnai giudicato impotente, incapace di far fronte alla crisi e reo di aver votato il Green Pass ed il Pnnr: quest’ultimo viene definito, da fette crescenti dell’opinione pubblica della Lega, come un fardello annoso e letale per le imprese, la classe media ed i lavoratori italiani, vincolati al pagamento dei suoi interessi per mezzo di tasse crescenti, cesure alla spesa pubblica, svendita di multinazionali di stato nonche’ di beni pubblici. Intanto infuria il pericolo di un’ascesa sesquipedale dell’inflazione all’interno del conglomerato economico occidentale causato dall’immissione, da parte della Fed, di circa trentaquattro miliardi di dollari per rintuzzare in Ucraina la operazioni russe. Soldi emessi a debito e sopratutto senza imperniarsi su produzione di ricchezza reale, il che e’ propedeutico di un rincaro del costo della vita cui si associa la deflazione salariale dei dipendenti pubblici e delle partite iva, a corto di tutele bancarie pubbliche; cio’ puo’ creare forti limitazioni al potere d’acquisto nonche’ ai conto correnti italiani che posseggono ancora una delle masse monetaria piu’ grandi al mondo. In questa fase il pericolo di un razionamento alimentare, energetico, con attacchi informatici e black out viene preconizzato da molti periti, non solo per l’Italia, enfatizzato dalle difficolta’ di scambi commerciali globali ed esaurimento delle riserve di energia e beni di prima necessita’ italiani.

L’Italia si trova in un bivio, binariamente agli altri paesi europei, che puo’ portare al collasso l’intero sistema monetario, bancario e valutario dell’eurozona. Il blocco di passaggio sui cieli russi, ucraini ed americani si contrassegna propedeutico di un incremento dei costi di trasporto che inficiano da ora anche le aziende piccole del trasporto, con i camionisti in barricata, ed in prospettiva al ridimensionamento della grande distribuzione con un distacco forzato dalle produzioni cinesi, mediorientali, indiane, relative le multinazionali europee ed americane.

La Russia rimane a galla, per il momento, grazie al sistema di piccole e medie imprese suffragato dall’amministrazione di Putin nell’ultimo lustro, ma la situazione puo’ deflagrare anche per Putin, giacche’ si trovera’ probabilmente nell’impossibilita’ di scambiare merci con Europa ed occidente, la qual cosa puo’ cambiare gli equilibri mondiali a tutto vantaggio della Cina e dell’India, con la Russia medesima al posto del connubio Europa-America a fare le veci di sommo regolatore del mondo, in qualita’ di nuovo tedoforo dell’occidente.

0 Comments
Share Post