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Censura del Papa: scontro acceso tra Corriere e Riformista

Apr 13 2022

Censura del Papa: scontro acceso tra Corriere e Riformista

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La hanno accesa pubblicamente due importanti giornalisti, Sansonetti direttore de “Il Riformista” e Liguori ex direttore di Studio Aperto, una polemica sottoforma di invettiva al Corriere della sera ed in generale alla stampa italiana tacciata di mancanza di liberta’. Mentre infatti impazza il mulinello delle fake news che ha inglobato il dottor Meluzzi come uno dei cinque principali promotori italiani di notizie false ed il dottor no Covid Vax Frajese figura sotto inchiesta dall’Ordine dei Medici per il diniego alla vaccinazione, aumentano gli intenti europei di finanziare i censori di notizie false e le attestazioni di merito scevre di nuovi lettori per i redattori piu’ affini alle narrative ufficiali. E lo sfoggio dell’attributo di “professionisti dell’informazione” da parte dei giornalisti popolari e di quelli impiegati nelle piu’ prestigiose testate giornalistiche stavolta e’ stato ironizzato dalla coppia di editorialisti mainstream Sansonetti e Liguori che hanno biasimato l’autocensura e l’oblivione mediatica del Corriere ed altre quotate aziende editoriali, sulle asserzioni di papa Francesco indirizzate all’imperativo categorico della pace in Ucraina. Sono state eluse anche le parole di sdegno e vergogna del pontefice in merito all’invio indefesso di armi sul fronte ucraino e contemporaneamente all’aumento dei finanziamenti europei, dunque anche italiani, nell’ambito militare. Per Sansonetti il Corriere reclama e dipinge un papa interventista senza riscontro effettivo, in quanto Bergoglio si proclama ostile alla guerra ucraina al punto da aver perfino invocato la Madonna per la giusta guida e delucidazione della Russia, recentemente affidata dal Vaticano sotto l’egida e l’illuminazione della Santa Vergine. Dall’altra parte ci sono gli innumerevoli detrattori e gruppi con canali ad hoc come quello Youtube “Non prevalebunt”, che non riconoscono l’autorita’ e la legittimita’ del papa per cui considerano inefficace e non sacro l’atto di affidamento russo alla Madonna.

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Sansonetti che da noto opinionista Rai e direttore di testate nazionali presta la sua opera per il quotidiano nazionale napoletano “Il riformista”, ha esortato la stampa italiana a non soggiacere al pensiero unico dell’informazione odiernamente guerrafondaio che cerca di strumentalizzare le opinioni e le notizie, ed in alternativa non pretendere quel rispetto che mensilmente va sgretolandosi spulciando i dati di vendita ed ascolto di emittenti giornalistiche e giornali italiani.

Liguori ex direttore dei tg Mediaset ha enfatizzato l’omissione del diniego papale alla questione Ucraina alludendo alla censura pregressa verso Giovanni Paolo II in occasione del genocidio in Serbia quando denuncio’ gli atti omicidi anche della Nato in terra ex jugoslava oppure della mancata diffusione degli ammonimenti pubblici del papa Benedetto XV quando defini’ inutile, controproducente ed aberrante la entrata in guerra in occasione del primo conflitto bellico mondiale. A tal proposito Sansonetti ha rimarcato quanto tale esternazione non sia mai stata perdonata al papa in questione, cui a tal proposito sarebbe stata negata la santita’.

Informazione e propaganda sembrano assurgere al grado di temi topici nell’opinione pubblica italiana in questi giorni, alla luce anche dei dati di istituti pubblici sciorinati dal professor Malvezzi sull’apnea delle imprese italiane e sulle castronerie in merito all’evasione fiscale delle industrie italiche: infatti e’ stato riportato quanto i famigerati crediti inesigibili e le opere di glissazione dei debiti non ineriscano il mero pagamento delle gabelle che per le piccole-medie imprese italiane risultano quasi per tutto pagate, bensi’ multe gravate da interessi su interessi a causa di un mancato pagamento sommate ad un incremento sesquipedale di energia e carburanti che configurano la diffamazione sugli “imprenditori evasori”. In Italia i crediti inesigibili infatti generalmente non superano i cinquemila euro e cio’ suscita un dibattito sulla leggerezza e discrezionalita’ eccessive con cui vengono multati gli italiani senza un contemporaneo abbassamento della soglia fiscale da assicurare all’erario. A tal proposito su cinque milioni e mezzo di aziende e quindici milioni di partite iva per l’Italia le previsioni si presentano infauste, binariamente alla apertura di Starbucks a Roma, al lancio della valuta digitale di Amazon che si avvarra’ anche di punti vendita fisici e sull’isteresi nel rilascio dei fondi Pnnr; riguardo cio’ infatti il deputato Forciniti denunciava alla Camera l’esortazione europea aprioristica, rispetto ai miliardi promessi, dell’innalzamento delle tasse sulla casa, al blocco delle assunzioni nel settore pubblico, allo zelo di Brunetta nell’avvantaggiare personale con esperienza per i posti pubblici secondo un modello aziendalista e non statalista, ed anche all’auspicio di recidere le pensioni con il ristorno della riforma Fornero, binariamente all’instaurazione della riforma Cartabia per una sorta di immunita’ generalizzata.

Draghi si vocifera fosse appeso ad un filo con il venturo incontro assicurato a Tajani, presidente di Forza Italia, teso ad imporre un blocco dell’aumento delle tasse, cosi’ la prospettiva di elezioni anticipate oppure una sorta di gioco di palazzo che comporta le dimissioni di Mattarella, acquista sempre piu’ realismo. Per Draghi pare sia previsto un incarico internazionale come segretario della Nato per mezzo della sua importante opera di boicottaggio continentale e principalmente italiano, di Putin, a differenza di Renzi che a suo tempo fu eluso per tale carica, a causa dei suoi rapporti stretti con il mondo arabo. Se Draghi non dovesse approdare alla somma carica Nato rientrerebbe in lizza il nome di Gentiloni che ha ricoperto il ruolo di commissario europeo e la carica di ministro degli esteri mentre Letta continua a condurre il Partito Democratico in seguito alla batosta di Macron in Francia, che ha ottenuto meno di un quarto dei voti e, comprendendo gli astenuti, meno del 20% dei proseliti. Discorso analogo si sarebbe verificato, secondo molteplici denunce internazionali che circolano su Telegram, per le elezioni del Canada e sopratutto quelle in Ucraina, con Zelensky premiato da giochi di potere illeciti. In Italia invece il livore abbraccia fette ingenti di elettorato anche del Pd, focalizzando le mancate elezioni per gli ultimi cinque presidenti del Consiglio e le crescenti difficolta’ di lavoro, le privatizzazioni in aumento, le tasse maggiorate, la diminuzione del potere di acquisto per i salariati e l’aumento dei tassi di interesse dei mutui che hanno inficiato le mirabili iniziative creditizie a favore dei giovani dell’ultimo biennio. Questo cambio di condizioni bancarie sarebbe causato dalla contigenza bellica dell’Ucraina.

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