Crisi pubblicita’ locali, editoria piccola e imprese locali: errori nel credito d’imposta
Non si pone l’accento giusto sulla attuale penuria di investitori pubblicitari per la cartellonistica stradale, l’editoria di basso cabotaggio e perfino sullo scambio di crediti per la ristrutturazione domestica incentivata al 110%. Infatti se da un lato si sciorinano in modo dovizioso i benefici di sorta nello scaricarsi fiscalmente investimenti pubblicitari per i cartelloni cittadini, l’editoria on line e quella cartacea, la possibilita’ di scambiarsi tra banche ed imprese i crediti di imposta per la ristrutturazione, la fase di stallo e’ palese e le piccole e medie imprese sono per lo piu’ irretite dai social come Facebook ed Instagram per pubblicizzarsi. un negozio di prodotti ittici in un quartiere non periferico ma non centrale del napoletano, ha confessato ai microfoni della testata nazionale Adfnews.it che ogni mese paga 400€ per pubblicita’ su Facebook finalizzata a raggiungere una platea inferiore alle diecimila persone, che non rientra all’erario italiano sottoforma di benefici fiscali, che dopo il mese viene oscurata se la somma pagata non viene riversata. Senza alludere al fatto che Adfnews.it alla luce dei 100000 circa contatti mensili offre tale visibilita’ per gli inserzionisti alla meta’ del prezzo, senza cancellazioni al termine del contratto e con tanto di fattura, Facebook e l’aggregato Instagram stanno creando nocumenti al fisco, al patrimonio aziendale ed alle mere imprese italiane che offrono visibilita’ ed editoria di qualita’. https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/
Secondo periti del settore fiscale come Guido Grossi, Alberto Micalizzi, Valerio Malvezzi, la tara ulteriore della ripresa italiana e della flessione dell’editoria ma anche delle ristrutturazioni edili incentivate, sono le procedure farraginose che bloccano, diminuiscono, procrastinano, i crediti di imposta: questi ultimi rappresentano un volano economico allorche’ risultassero immediati, semplificati ed adoperati alla stregua di una moneta parallela. Invece lo stato li fa rivalere l’anno dopo causando all’imprenditore ed all’acquirente, un’anticipazione monetaria che oggi a livello pubblicitario vive nell’incertezza di chiusure reiterate, assunzioni bloccate e cesure al personale ed agli investimenti pubblici e privati. In questa cornice l’ambiguita’ governativa sulle misure antipandemiche di Capodanno, hanno inibito investimenti pubblicitari in editoria locale e cartellonistica cittadina. Cio’ ha comportato introiti minori per i comuni gia’ indebitati e l’indotto che gravita sul giornalismo non mainstream e sulle agenzie pubblicitarie. https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/
Anche il commercio elettronico comporta un aumento comprovato dei costi per la vendita redditizia, possibile solo affiliandosi con le piattaforme principali americane, a fronte di una crisi continentale del commercio tradizionale.
Infine i costi per le imprese ed i liberi professionisti si sono estesi al resto della popolazione che, pena l’obblivione sociale e lavorativa, deve sottostare ad esborsi economici crescenti per la creazione, gestione e pubblicizzazione di siti internet che devono associarsi ad attivita’ di piccola distribuzione e pubblicizzazione fisica. Il che in tale congiuntura di crisi rende sempre meno conveniente il mero lavoro.https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/