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Deficit Rai e la morsa Ue

Nov 03 2021

Deficit Rai e la morsa Ue

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Cravatte in foto, artigianali, con nodo fisso e chiusura a gancio, disponibili nella sezione shop di francescopaolotondo.com La rai va affermato, a detta di un suo interno sarebbe una societa’ privata seppure il ministero del tesoro ne detiene oltre il 90% delle quote, tuttavia e’ disciplinata in modo da operare come un soggetto privato, dal punto di vista dei contratti di acquisto, del cashet relativi gli artisti, ad onta del referendum del 1995 che ne ha decretato la privatizzazione. Quest’ultima tuttavia non e’ mai avvenuta garantendo il rispetto dei principi pubblici di programmazione e obbligando i dirigenti a sottoporre al Consiglio di amministrazione contratti superiori ai dieci milioni.

Oggi la rai e’ stata declassificata dalla dirigenza europea ad amministrazione pubblica che, a causa della propria incapacita’ di sostenere la meta’ delle spese con la pubblicita’, e’ una mossa propedeutica alla sua definitiva privatizzazione.

La rai ha continuato e continua ad essere appaltatore pubblico di servizi e spina dorsale della pedagogia linguistica, artistica, culturale per l’Italia, di conseguenza privatizzarla con la motivazione della insufficiente pubblicita’ ed il costo esorbitante per l’erario, figura una mossa antistrategica se non esiziale; giacche’ la Rai fino a pochi lustri fa e’ stata la principala azienda radiotelevisiva europea dal punto di vista dell’audience e degli incassi, nonche’ egemonica dal punto di vista della qualita’ dei propri format. Il problema della rai odierna e’ il suo perenne deficit, cui non e’ bastato l’aggregazione del canone alla bolletta energetica per mantenere il bilancio in attivo, tuttavia l’indotto aziendale e le inchieste giornalistiche, oltre ai film di deontologia pubblica, verrebbero ad essere minacciate a causa di una privatizzazione secondo i crismi europei fondati sul Pnnr ed il fiscal compact.

Tuttora la rai deve fronteggiare la penuria di investitori gia’ depauperati dalla crisi antecedente il Covid e ad esso correlati, ma la sua omologazione alle media company oriunde nella programmazione e nella filmica, ne inficiano la originalita’ e la qualita’, contribuendone al declino. La rai si salva offrendo dei propri prodotti culturali autoprodotti, facendo rispettare il tetto ingaggi ed investendo su artisti, professionalita’ ed aziende collaboranti italiani, sganciati dai paradigmi mercantilisti e culturali maggiormente in voga adesso. La privatizzazione della rai, secondo consulenti economici disallineati, figurerebbe un nocumento per lo stato ed il pubblico.

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