Search:

Dissidi tra Mosca e gli ebrei

Nov 05 2022

Dissidi tra Mosca e gli ebrei

image_pdfimage_print

Loading

Il Jerusalem Post focalizza Alexei Pavlov, l’assistente segretario del Consiglio di sicurezza della Russia, che ha scritto in un editoriale che crede che “i culti neopagani hanno guadagnato forza in Ucraina”, nominando uno di loro come il movimento hassidico Chabad-Lubavitch. Chabad è il gruppo ebraico più dominante in Russia e Ucraina e l’accusa ha scioccato rabbini ed i loro emissari.  Il maggiore principio di vita dei seguaci di Lubavitcher è la supremazia dei sostenitori della setta su tutte le nazioni e popoli “, ha detto Pavlov. Ha offerto un esempio e ha detto che  l’oligarca ebreo-ucraino Igor Koomoisky “è un Lubavitcher hassid, un aderente al movimento religioso ultra-ortodosso”. Ha aggiunto che “un certo numero di altri oligarchi ucraini appartengono a questo movimento, in particolare Victor Pinchuk, genero del secondo presidente dell’Ucraina Leonid Kuchma”. Il rabbino capo della Russia, Berek Lazar, ha condannato fermamente le dichiarazioni di Pavlov e le ha condannate come “volgare antisemitismo”.

Lazar  ha scritto  a Pavlov in risposta alle sue osservazioni dicendo: “Purtroppo, l’articolo contiene una posizione difficile da comprendere, oltre a un insulto a milioni di credenti ebrei, inclusa la stragrande maggioranza degli ebrei in Russia”. “La logica di Pavlov può essere definita sciocchezza, volgare antisemitismo, ma questo è un nuovo tipo di diffamazione del vecchio sangue, e se vengono pronunciate da un membro del Consiglio di sicurezza russo, ciò rappresenta un enorme pericolo [per gli ebrei]”, ha sottolineato Lazar. Ha inoltre  affermato di aver chiesto “una risposta immediata e inequivocabile dalla società [russa] e dalle autorità [russe]”, sulla questione.  L’assidismo di Lubavitch, il movimento religioso di Chabad, non è una setta, ma una corrente nel giudaismo “, ha scritto Lazar. “ Oggi è il più grande movimento nel mondo hassidico e il 90% dei rabbini che lavorano nelle comunità ebraiche della Russia appartiene a Chabad. Io stesso sono anche un hassid di Lubavitch “, ha affermato.

Per quanto riguarda l’ideologia di Chabad, Lazar ha affermato che contrariamente alle “finzioni” di cui ha scritto Pavlov, Chabad “rifiuta risolutamente l’idolatria, mentre allo stesso tempo sostiene rispettosamente tutte le religioni che insegnano la fede in un Dio”. Una parte considerevole dei progetti sociali, culturali ed educativi del movimento è destinata non solo agli ebrei, ma a tutti”, ha affermato.

Israele sta attraversando un prodromo di emarginazione con la Russia che minaccia velatamente un intervento nel caso di attacchi preventivi a paesi limitrofi. L’Iran gia’ ha chiarito ad Israele quanto non legittimera’ alcuna propria iniziativa militare o politica altrui nei suoi ed altri confini, con una palese allusione allo stato ebraico. Inoltre sta corroborandosi un nucleo di opinionisti e loro seguaci che obiettano fermamente e crescentemente, la situazione che vede Israele in possesso di ordigni nucleari, cui si esorta l’Onu ad intervenire per disarmare tale piccolo stato. Tutto cio’ con la consapevolezza che un grande stato come l’Iran, pur volendolo, non detiene testate nucleari pronte ne’ si e’ reso responsabile di recenti iniziative belliche. Per la prima volta all’Onu si caldeggia cosi’ la possibilita’ di disarmare Israele a causa del rischio che essa rappresenta, per la sicurezza mondiale. Israele non ha mai ammesso di possedere testate nucleari tuttavia in un recente consiglio dell’Onu e’ stata votata quasi all’unanimita’, una risoluzione che gli intima di liberarsi di tutte le armi nucleari che possiede.

Adesso in soccorso di Kiev, dopo le dure critiche ricevute da Zelensky negli ultimi mesi, arriva anche Israele: “La consegna da parte dell’Iran di missili balistici alla Russia è una chiamata per Israele perché fornisca aiuto militare all’Ucraina”, ha dichiarato con un tweet il ministro per la Diaspora e gli affari , Nachman Shai. A Belgorod c’è il poligono militare dove vengono addestrati gli uomini che andranno a combattere in Ucraina. Un crocevia logistico cruciale anche per la grande mobilitazione “parziale” di fino a 300mila coscritti per rinforzare la forza militare russa in Ucraina, ordinata e annunciata il 21 settembre dal presidente russo Vladimir Putin. Non è la prima volta che Belgorod viene coinvolta nel conflitto: già nei mesi scorsi erano state colpite installazioni militari, un deposito petrolifero e più recentemente un magazzino di munizioni e una linea ferroviaria. E anche un condominio è stato centrato da alcuni missili. Nessuno ha rivendicato gli attacchi, anche se la Russia sostiene che provengano da oltre il confine. Dunque, dall’Ucraina. Kiev, invece, ha più volte sostenuto che i responsabili degli attacchi fossero i russi stessi e i loro missili fuori controllo. Alcuni residenti hanno riferito di 16 esplosioni nell’area dell’aeroporto vicino a Belgorod, in Russia”, ha scritto su Telegram il Centro per le comunicazioni strategiche delle Forze armate ucraine, come riporta Ukrinform. I media ucraini hanno pubblicato sui siti i video che mostrano colonne di fumo dopo le esplosioni nella base aerea. Secondo l’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti, qualche mattina addietro “il sistema di difesa aerea ha funzionato su Belgorod, ci sono state 16 esplosioni, le finestre delle case tremavano, scattavano gli allarmi delle auto, c’erano rumori molto forti”.

A sparare ai militari sono stati due non meglio definiti “terroristi”, ha dichiarato il ministero della Difesa russo. Si trattava probabilmente di reclute che hanno sparato con armi automatiche contro i loro commilitoni. Almeno 15 i feriti, portati in ospedali, secondo quanto riferito dal ministero della Difesa russo. I due, precisa Mosca, sono stati abbattuti dal fuoco di risposta. Oleksiy Arestovych, consigliere del presidente ucraino, ha affermato che all’origine della sparatoria ci sarebbe stata una discussione sulla religione, visto che i due aggressori, poi uccisi, provenivano dalla nazione centroasiatica del Tagikistan che è prevalentemente musulmano, mentre circa la metà dei russi segue vari rami del cristianesimo. Il ministero russo aveva detto che gli aggressori provenivano da una nazione della Comunità degli Stati Indipendenti, che raggruppa nove repubbliche ex sovietiche, tra cui il Tagikistan. Quanto all’altro attacco di sabato scorso contro un serbatoio di carburante, “l’incendio è stato spento in un serbatoio contenente 3mila metri cubi. Nessuno è rimasto ferito“, ha detto un portavoce dei servizi d’emergenza russi. L’attacco del giorno precedente contro una centrale elettrica aveva provocato, oltre alle fiamme, un blackout in diverse zone della città capoluogo che dà il nome alla regione.

Sarebbe stata una discussione sulla religione all’origine della sparatoria avvenuta in un campo di addestramento militare nella regione di Belgorod, nel sud-ovest della Russia e nella quale sono rimasti uccisi 11 commilitoni. Ad affermarlo, scrive il Guardian, Oleksiy Arestovych.

0 Comments
Share Post