Draghi accusato dal Financial Times
L’Italia si trova ad aver assunto le sembianze di principale nemico di Mosca ora che dal Financial Times e’ emerso che il presidente del Consiglio Draghi sia stato l’artefice del blocco finanziario europeo nei confronti della Russia. Infatti parrebbe che gli altri primi ministri erano restii ad implementare la sequenza di attacchi a Putin inglobando il congelamento dei beni finanziari e non, dei cittadini russi presso l’Europa. Ed alla luce della dovizia di critiche incrociate che da piu’ parti crivellano l’icona dell’ex vicepresidente di Goldman Sachs, la posizione del Bel Paese verso Putin figura sempre piu’ compromessa, a causa di crediti verso Mosca per cinquanta miliardi che, se non incassati, potrebbero gravemente inficiare le gia’ gravate imprese italiane. Infatti il 15% di imprenditori italiani gia’ hanno visto l’impossibilita’ di far fronte al caro-bollette, con un’impennata della cassa integrazione, uno stallo del mercato che si riflette in tutti i settori. I consumi sono in calo irreversibile e le famiglie stanno attingendo ai propri conto correnti per far fronte alle spese essenziali. Lo stato di indebitamento privato trasecola per i livelli raggiunti nel Bel Paese, ma sulla Russia anche altre nazioni europee giacono nella condizione dell’Italia, con miliardi di crediti che potrebbero divenire inesigibili. Alla fine il quadro che emerge sull’ontologia italiana in relazione ai reiterati divieti, alle cesure degli introiti e della vivibilita’ nel paese, e’ che aziende e privati nella quasi totalita’ sono indebitati e non possono esimersi da ammortare i prestiti per cui l’unico modo di vivere e’ obedire pedissequamente alle prescrizioni della politica, di per se’ subordinata a quelle della grande finanza internazionale. Rizzo, segretario dei Comunisti italiani, definisce Draghi una sorta di Maria Antonietta sempre piu’ lontana dal popolo, a causa della perdita di circa due punti e mezzo di pil rispetto alle previsioni collegate al Pnnr, dovuto alla guerra in Ucraina.
Di Battista da sempre critico con Draghi e l’esecutivo ha tuttavia sferzato la stampa italiana in seguito alle invettive di alcuni russi ed ucraini simpatizzanti con Mosca, che hanno definito il ministro di Maio “bibitaro”. Cio’ sarebbe inconcepibile per uno stato normale, oltre che una fake news avallata dai media mainstream, e scoptica per l’intera categoria degli addetti agli stadi. Rizzo ha esortato l’edificazione di una Amazon pubblica per ovviare al mancato pagamento della multinazionale californiana, di circa 50 miliardi annui per l’erario. E sull’embargo italiano al gas russo l’opinione pubblica e’ spaurita all’ipotesi di ulteriori cesure al potere di acquisto con nuovi incrementi fiscali e di prezzo. Infatti il gas dovrebbe essere acquistato, per l’Italia, dagli americani che lo producono ad un costo economico ed ecologico maggiore rispetto alla Russia, per mezzo dello scisto. Ma slatentizzato il guadagno monstre realizzato da Jp Morgan con titoli e prodotti russi ad onta dell’embargo imposto all’Europa, l’acredine di imprenditori e partite iva si corrobora e cristallizza le ultime asserzioni di Draghi sul bivio pace o climatizzatore da preferire per gli italiani. Frattanto a Napoli si registra nell’ultimo anno, nel rutilante quartiere Vomero, la chiusura di due studi di commercialisti su otto, binariamente agli attacchi alla Russia che configurano il diniego di accettare da Putin il pagamento di alcuni miliardi per un contratto finanziario stipulato antecedentemente la guerra. In tal guisa si sta provocando una bancarotta artificiale per un paese sovrano che e’ energeticamente, finanziariamente ed alimentarmente autosufficiente.
La Russia guadagna un miliardo al giorno per la vendita di gas ma tale somma pare non voglia essere accettata dal connubio di banche americane ed europee che cosi’ stanno fomentando un conflitto crescente con Putin. Ed a tal proposito, con il prezzo di un tozzo di pane che a Napoli e’ salito da 60 centesimi ad un euro e quindici, il rischio nucleare si attiva per l’Europa e peculiarmente per Campania e Sicilia sedi delle principali basi americane su suolo italiano ed europeo. I conto correnti italiani, piu’ pingui d’Europa, in questo contesto permangono sotto la discrezionalita’ degli enti finanziari che di fatto ne posseggono la proprieta’ dal punto di vista della confisca, dell’oscillazione del valore, della legislazione, del prelievo forzoso. Per il commercialista Carrino l’unica ancora di salvezza correlata alla crisi imperante, alle manovre belliche e fiscali, si conferma il Bitcoin. E Draghi e’ stato sottoposto a feroci invettive sull’abbrivio di Napoli, anche a Torino durante la sua ultima visita.