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False accuse e violenza anche omosessuale: allarme Italia per gli uomini

Gen 27 2023

False accuse e violenza anche omosessuale: allarme Italia per gli uomini

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Di Rita Lazzaro

Esiste un nuovo problema, quello delle false. Approfondendo questa problematica, e non solo, sia sotto un profilo giuridico e psicologico, con l’avvocato Marco Valerio Verni e la psicologa Patrizia Montalenti, deriva che le false accuse sono uno degli strumenti principali per colpire chi, di fatto, è fisicamente più forte, ma comunque subordinato al suo tallone d’Achille come la paura di non rivedere più i suoi figli o di vedere semplicemente la sua immagine e quindi la sua dignità distrutte.
Non per nulla, questa fattispecie di reato è una delle tante forme di violenza sull’universo maschile.
1) A proposito di forme di violenza, avv. Verni, le false accuse in quale forma di violenza possono essere inquadrate per quanto concerne l’aspetto giuridico?
“Lei si immagini un padre, ad esempio, falsamente accusato di violenza sessuale nei confronti di una figlia, ancor peggio di pochi mesi. Si rende conto dei danni che, una simile situazione, provochi tanto nel genitore quanto anche nella bambina dell’esempio svolto? Una devastazione dell’animo incredibile, oltre che della vita in generale, dei rapporti sociali e, magari, della carriera lavorativa dell’adulto”.
2) Dott.ssa Montalenti, invece sotto un profilo psicologico,come si possono definire le false accuse, e quindi in quale forma o categoria di violenza si possono inquadrare?
“Si tratta, dal mio punto di vista, di una forma di violenza psicologica importante che, oltre a sottoporre il soggetto indagato ad un dispendio di risorse economiche e psicologiche per affrontare i tempi di giudizio, mina profondamente la dignità della persona calunniata al punto da ripercuotersi sulla sua salute fisica.
È auspicabile, pertanto, che il soggetto calunniatore venga punito severamente per tale condotta.
Nondimeno ciò nuoce, per paradosso, anche alle persone che denunciano maltrattamenti effettivamente esistenti, alle vittime autentiche.”
A proposito di violenza sugli uomini, la calunnia ne è solo una forma, una delle tante, andando nel dettaglio da ricordare che: sono 3 milioni 574 mila gli uomini che hanno subito molestie di questo tipo, almeno una volta nella vita, 1 milione 274 mila negli ultimi 3 anni (l’indagine si riferisce al periodo 2015-2016). Un dato inferiore a quello relativo alle donne, ma pur sempre esistente.
L’Istat, in ogni caso, chiarisce anche che «gli autori delle molestie a sfondo sessuale risultano in larga prevalenza uomini: lo sono per il 97% delle vittime donne e per l’85,4% delle vittime uomini».
E se si va nel dettaglio, le forme di molestia più diffuse tra uomini e donne non sono così differenti, sebbene lo siano, secondo l’Istituto di statistica, quantitativamente: al primo posto tra le molestie ci sono quelle verbali, seguite dai pedinamenti, dall’esibizionismo per arrivare alle molestie fisiche. Sia per uomini, sia per donne. Nel mondo virtuale le differenze si assottigliano: uomini e donne sono quasi sullo stesso piano per quanto riguarda le molestie sui social network od il furto delle credenziali.
Dati da cui emerge che la violenza maschile si distingue da quella femminile solo per quanto riguarda l’aspetto quantitativo ma non qualitativo, ossia nelle fattispecie di reato di cui il genere maschile è vittima.Ma esiste un dato che è altresì da mettere in evidenza rivela: sempre a livello quantitativo i principali carnefici degli uomini sono proprio gli stessi.
3) Dott.ssa, ciò a cosa è dovuto, alla natura del genere maschile diversa da quella femminile, al contesto socio culturale o ad entrambi?
“Penso che l’uomo e la donna siano ontologicamente differenti e (ma) complementari. Detto questo, e trattando il tema dei maltrattamenti, segnalo che nella vittima di genere maschile, sia etero sia omosessuale, le forme di violenza subite sono analoghe a quelle subite dalla donna (variano alcuni agiti, ad es. la maltrattante spesso mette in atto maggiormente la privazione del sonno, i graffi, i morsi). Si tratta di violenza fisica, psicologica (laddove vi è violenza fisica è sempre presente la seconda mentre non necessariamente alla violenza psicologica si accompagna quella fisica, ancorché la prima sia un fattore predittivo da monitorare), economica, atti persecutori, sessuale (in questo caso per l’uomo etero la violenza sessuale è differente rispetto a quella subita da una donna, cosa che non è invece per la vittima omosessuale).
Ankyra ad oggi ha accolto circa. 800 vittime di cui il 90% maschili e nella maggioranza dei casi era presente anche la violenza fisica.


Parrebbe poco riconosciuta, la violenza corporale sul sesso “forte” in quanto l’uomo stesso ha una percezione della violenza fisica differente dalla donna: tende a non riconoscerla od a minimizzarla.
Rispetto alla questione dei dati quantitativi, prendiamo atto delle statistiche che certamente confermano la presenza di un livello di vittime donna di gran lunga maggiore rispetto a quello maschile. Purtuttavia non mi risultano esserci statistiche ufficiali specifiche per le vittime maschili, sia di violenza sia di calunnia subite.
Cionondimeno non è da trascurarsi il numero oscuro, se non altro perché il maschio vittima tende a non parlarne ed a non denunciare, esattamente come avveniva negli anni Ottanta del secolo scorso per le donne.
Del resto se un uomo decide di contattare un CAV non viene accolto in quanto uomo e se si rivolge alle FFOO viene dissuaso dal denunciare, oppure non creduto (anche questo accadeva negli anni Ottanta dello scorso secolo per le donne vittime). E questo non aiuta. Inoltre mi pare opportuno considerare il fatto che se una persona è vittima di violenza domestica ha il diritto di essere accolta e supportata indipendentemente dalle statistiche o dalle quantità: io credo a maggior ragione laddove vi è una società civile che dichiara di tutelare anche le minoranze.
In riferimento al fatto che i principali carnefici degli uomini sono proprio gli stessi, onestamente apprendo questo dato da lei.


Di fatto Ankyra ha assistito molti uomini vittimizzati dalle compagne o ex compagne ma anche omosessuali che hanno subito violenza dai loro compagni.
In termini di prevenzione sulla violenza domestica, la riflessione sul contesto socio culturale mi sembra attualmente la più auspicabile. Un tempo le donne indubbiamente erano prevaricate sotto diversi aspetti dai loro partner, e non c’è ombra di dubbio, al punto di essere maltrattate in quanto “esseri inferiori”.
Ecco, questo non va mai perso di vista ed anzi va detto che se il sentire degli uomini di oggi nei confronti dell’altro sesso è assai diverso, molto lo si deve alle lotte fatte dalle femministe vere, quelle di quegli anni.
Resta la piaga dei femminicidi, certo, e questo andrebbe dal mio punto di vista indagato con un disegno di ricerca che parta da ipotesi altre rispetto alle precedenti, ipotesi che andrebbero verificate: per esempio partendo dalle relazioni, dai ruoli attuali di entrambi i sessi e dall’accettazione degli stessi, più che dalla misoginia o dal patriarcalismo.
Parlerei di violenza relazionale, più che di violenza di genere. Varrebbe la pena approfondire”.
4) Avvocato, secondo lei, anche l’aspetto normativo ha la sua incidenza su questa differenza quantistica?
“Credo che, più che alla norma, occorra guardare alla distorsione mediatica del
fenomeno.
Lei sente per caso fornire, nei telegiornali, la medesima importanza ad un fatto di maltrattamento subito, magari, da un uomo, rispetto a quello ricevuto da una donna?
Inoltre, anche per quanto riguarda il “sommerso”, si parla solo di quello esistente nel mondo “femminile”, ma Le assicuro che anche diversi uomini non denunciano per quieto vivere, o perché, magari, uno schiaffo subito viene percepito in maniera meno “offensiva”, rispetto ad una donna.
Ed una denuncia, in tal senso, potrebbe risultare “poco virile”.
La norma, dal canto suo, è prevista tanto per gli uomini, quanto per le donne.
Si tratta, piuttosto, della sua applicazione, dove potrebbero subentrare delle influenze di tal genere”.

Violenza sugli uomini, una piaga ancora troppo sottovalutata, silenziata e anche distorta da fanatismi ideologici che spesso si sostituiscono al diritto e al buon senso

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