Banco di Napoli, ex banca piu’ opulente d’Europa dal punto di vista delle riserve auree appartiene in seguito a camarille finanziarie, ad banca Intesa. Bpm, acronimo di banca popolare di Milano e’ oggi stata inglobata in Banca Intesa, forte della massa ingente di risparmi da parte della laboriosissima Milano e territori limitrofi.
Pochi sanno che Banca Intesa alla stregua di Unicred sorta dalle ceneri “volontarie” di Unicredito romano sono a loro volta detenute da fondi di investimento forestieri che ne regolano le prestazioni e ne subordinano il comando in modo subliminale. I fondi di investimento rappresentano degli aggregati di soldi dei correntisti, investiti in prodotti bancari che acquistano quote finanziarie in banche, industrie e titoli di stato in ogni parte del mondo. Liquidi per i succitati enti che perentoriamente dovranno corrispondere utili o dividendi ai sottoscrittori di tali prestiti a scadenza.
Nel caso dei fondi di investimento, specialmente oriundi, i dividendi ai piccoli e medi azionisti vengono poi spesi nel territorio di residenza di essi, come nel caso di banca Intesa San Paolo, Unicredit o la medesima Cassa depositi e Prestiti non piu’ totalmente pubblica. Come si realizzano ricavi ad esempio dall’Italia, per sottoscrittori di fondi di investimento esteri? Attuando le politiche di guadagno piu’ solerti, piu’ economiche e di conseguenza di minor qualita’. Politiche che implicano licenziamenti, realizzazione di prodotti non a grande valore aggiunto, di innalzamento delle gabelle statali, di privatizzazioni ed ipercompetitivita’. Per queste cose i fondi di investimento decidono illecitamente sulla vita di tutti, e la loro tara deriva dal proprio strapotere sugli stati nazionali grazie al finanziamento del loro debito pubblico ma anche delle piccole e medie imprese, senza implicare le grandi imprese gia’ annesse a grandi banche ed alta finanza.
I fondi di investimento derivano dalla liberalizzazione del mercato dei capitali ed e’ diventato cio’, esiziale per il mondo, oltre che per l’Italia vittima di tali fondi che detengono le principali banche, un tempo pubbliche. Diventa pertanto necessario ridimensionare la possibilita’ di acquisto rispetto ai fondi di investimento stranieri, per beni italiani, e sopratutto apodittico diviene l’obbligo di spesa dei ricavi realizzati in Italia come in altre nazioni, nel paese in questione. Oltre che e’ vitale ormai, sganciare l’acquisto di titoli pubblici con cui si finanziano i servizi, la manutenzione ed il finanziamento infrastrutturale, dalle ambizioni dei privati e sopratutto conglomerati consistenti di privati come per i fondi di investimento.
Siccome le banche pagano pensioni e stipendi oltre che commesse pubbliche, grazie alle obbligazioni statali e bancarie comprate specialmente da fondi di investitori e speculatori, diventa inevitabile affiancare ad essi lo stato con un processo di emissione monetaria e garanzia sul debito, che scongiurerebbe ogni venturo default.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/