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Insetti, Germania, Europa: Paragone si confessa ad Adfnews

Gen 27 2023

Insetti, Germania, Europa: Paragone si confessa ad Adfnews

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Di Rita Lazzaro

“La nostra musica è la nostra musica.
Il nostro cibo è il nostro cibo.
La nostra storia è la nostra storia. Difendiamola.
Difendiamo la nostra identità”. E’ con queste parole che Gianluigi Paragone nel corso della campagna elettorale dell’estate scorsa presentava la sua forza politica ItalExit, oggi “Per l’ italia con Paragone”. Un cambiamento che ha fatto discutere e di cui parleremo con lo stesso leader della forza politica apparentemente cangiante, infatti da “ItalExit” a “Per l’Italia con Paragone”.
1)Senatore, quali sono i motivi di questa scelta?
“Abbiamo operato questo cambiamento dopo aver preso atto del fatto che “Italexit” è un nome difficile che molte persone faticavano a capire e a volte anche a pronunciare. Questo non significa affatto, lo voglio sottolineare, che la linea del partito sia cambiata. Resta invariata la nostra posizione contraria a questa Europa ed a favore del recupero della nostra sovranità monetaria, così come tutti gli altri principi e valori che abbiamo sempre espresso. Il sondaggio più recente della Swg, in cui ci presentavamo per la prima volta con il nome “Per l’Italia con Paragone”, ha confermato la bontà di questa scelta, visto che ci ha visti in crescita, sia pure di un solo decimale. Anche gli altri istituti di sondaggi confermano questo trend, e siamo convinti di avere operato la scelta giusta. Era inutile presentarci con un nome che, alla fine, ci confinava in una nicchia e non ci faceva guadagnare voti”.
2)Senatore, perché non si identifica in questa Ue? E come intende uscirne?
“Io mi identifico nella Costituzione del mio Paese e voglio vivere in un luogo in cui viga la democrazia e non l’oligarchia di pochi. Dove ci sia una reale rappresentanza politica scelta dai cittadini attraverso il voto; non in una struttura in cui tutte le decisioni vengono prese da commissioni formate da burocrati non eletti. Burocrati che non rispondono a nessuno, nemmeno al Parlamento europeo che è un’istituzione monca e vuota di significato, visto che non può fare leggi e non può nemmeno decidere di respingere quelle che vengono calate dall’alto, per l’appunto, dalle commissioni di burocrati. Che spesso si occupano di questioni di nessuna importanza e tralasciano quelle veramente serie, oppure decidono di penalizzare i prodotti d’eccellenza italiani: penso ad esempio al cibo ed alla ristorazione, ai continui interventi per limitare il Made in Italy o per togliere importanza alla qualità che noi esprimiamo, e che è superiore a quella di qualsiasi altro Paese europeo. Oltretutto, oltre vent’anni di Euro hanno portato l’Italia in una situazione drammatica, con tutti i parametri economici devastati dall’entrata nella moneta unica e dal rispetto di regole europee che sono fatte per favorire qualcuno a discapito di qualcun altro. Hanno tirato così tanto la corda che ora persino l’economia tedesca è andata in crisi, perché i tedeschi non riescono a capire che il mercato interno e il mercato estero devono essere bilanciati, e che se si esagera con le esportazioni prima o poi si crea un blocco economico per mancanza di acquirenti, proprio come sta accadendo ora. Quindi, certo che voglio uscire da questa trappola che ha messo in ginocchio il mio Paese. Sappiamo che non è un’impresa facile e che, quando accadrà, dovremo farci trovare preparati nella gestione dell’economia e delle finanze, nel sostegno all’impresa, nella gestione della moneta sovrana e dei risparmi degli italiani, che ovviamente saranno tutelati. Chi pensa che uscendo dalla Ue e recuperando la sovranità monetaria l’Italia crollerà non ha capito niente: è vero esattamente il contrario. Siamo un Paese ricco e capace di raggiungere vette d’eccellenza che altri si possono solo sognare. Perciò se recuperassimo la sovranità, dopo un primo momento d’assestamento ripartiremmo alla grande come abbiamo sempre fatto. Le tematiche tecniche sull’uscita dall’Europa sono troppo complesse per esplicarle qui, posso solo dire che sicuramente da Bruxelles cercheranno di metterci i bastoni fra le ruote. Ma non si illudano, ci faremo trovare pronti”.


Uno dei punti caldi della politica estera è il conflitto russo-ucraina.
In questo caso la posizione del suo partito è stata chiara: “No” all’invio di armi in Ucraina.
3) Perché questa decisione? Qual è la vostra alternativa per far fronte a questo conflitto ma soprattutto per far sì che l’Italia non ne esca in ginocchio?
“Avete mai visto qualcuno che cerca di ottenere la pace inviando armi a uno dei contendenti? E’ ovvio che si tratta di una politica insensata. Una politica che oltretutto sta costando tantissimo agli italiani, visto che le sanzioni economiche adottate contro la Russia in realtà le stiamo pagando noi. Per rimediare bisogna perciò cambiare completamente linea. Terzo, ma forse è il punto più importante, prolungando la guerra aumenta a dismisura il numero di vittime innocenti. Noi pensiamo che l’unica via per uscirne e per fermare il massacro sia l’istituzione di un vero tavolo di trattative, in cui con realismo si cerchi una soluzione e si raggiunga la pace. Senza pensare che Putin da quel tavolo si alzerà sconfitto, perché non è così che funziona la diplomazia e perché non è uno scenario realistico. Bisogna arrivare a compromessi accettabili per tutti per far tacere le armi”.
4) Come e quanto pensa cambierà la situazione italiana col governo Meloni soprattutto in temi scottanti come immigrazione e rapporto Italia-Ue?
“Ci auguriamo che il governo riesca a trovare il coraggio per fare passi decisivi verso un reale cambiamento. Ma come dicevo, ci vuole coraggio, altrimenti la situazione non cambierà. Per ora possiamo solo osservare, nei prossimi mesi potremo trarre qualche conclusione. Di sicuro non staremo in silenzio e faremo sempre sentire la nostra voce”.
Sempre per quanto concerne il governo, questi ha reintegrato, tra non poche polemiche, i medici sospesi perché non vaccinati e ha garantito che non saranno commessi gli errori del passato.
5)Cosa pensa a riguardo, essendo stato sempre in prima linea contro le misure anticovid adottate in questi anni di emergenza pandemica dai vari governi?
“Come partito abbiamo presentato una petizione che chiede l’annullamento delle multe ai non vaccinati. Il reintegro del personale sospeso è sicuramente un passo importante nella giusta direzione, anche se noi vorremmo che a chi è stato sospeso fossero riconosciuti gli stipendi arretrati. Poi, aspettiamo l’istituzione di una commissione che indaghi seriamente e in profondità sulla gestione dell’emergenza pandemica a 360 gradi, come promesso da Giorgia Meloni in campagna elettorale. Anche qui, giudicheremo i fatti”.
6) A proposito di covid, qual è la sua posizione sull’andamento della condizione pandemica in Italia e nel mondo?
“Credo che l’emergenza Covid sia ormai superata, anche se da noi qualcuno ha cercato disperatamente di prolungarla. Ma ormai il Covid è derubricato un po’ ovunque come una normale influenza, chi pensava di continuare a spargere terrore credo dovrà rassegnarsi”.
7) Come pensa che evolverà il partito nei prossimi anni? Quali sono i cambiamenti già in corso e quali dovremo aspettarci?
“Il nostro obiettivo è di rafforzare la nostra struttura e di crescere con la forza delle nostre idee e dei nostri valori. Il periodo post elettorale è stato complesso, come sempre avviene quando un risultato non viene raggiunto, ma stiamo ripartendo con la stessa convinzione di sempre. Le urne hanno detto che ci siamo, che più di mezzo milione di persone ci ha votati nonostante le condizioni difficili che ci siamo trovati ad affrontare. A partire dalla raccolta firme in agosto, alla corsa per presentarci nonostante le elezioni anticipate di mesi rispetto ai programmi, alla campagna elettorale quasi inesistente a causa dei tempi ristrettissimi. Siamo stati il partito meno citato nei telegiornali e sui media, credo che avere raccolto un consenso comunque importante sia un segno che la strada intrapresa è quella giusta. Non deluderemo i nostri elettori e i nostri simpatizzanti, ai quali va il mio personale ringraziamento per la fiducia e l’entusiasmo che ci hanno dimostrato”.
Fiducia ed entusiasmo, aspetti questi fondamentali per la crescita di una nuova forza politica soprattutto se politicamente scorretta in quanto non in linea col ” ce lo dice l’Europa”.

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