La classe media che fa paura
L’OMICIDIO DI GIANCARLO SIANI, IL CRONISTA ANTICAMORRA UCCISO IL 23 SETTEMBRE 1985
Il 23 settembre 1985, Giancarlo Siani veniva ucciso sotto la sua casa, nel quartiere Vomero di Napoli. Per il suo omicidio furono condannati come mandanti i boss Lorenzo e Angelo Nuvoletta e Luigi Baccante.
Giancarlo Siani, da sempre impegnato nelle inchieste riguardanti la camorra, pagava così con il prezzo più alto per aver assolto pienamente il suo dovere di giornalista libero e scomodo.
Nato a Napoli nel 1959 da una famiglia appartenente alla classe media, si diploma con il massimo dei voti ed intraprende tanto la carriera universitaria, quanto quella giornalistica.
Mandato come inviato a Torre Annunziata si trovò di fronte una realtà estremamente degradata. Le attività produttive in quel periodo erano in crisi e c’era un alto tasso di disoccupazione. Le organizzazioni criminali approfittarono della fragile situazione economica del territorio per acquisirne la totale egemonia.
Nel giro di poco tempo la zona divenne un punto di snodo fondamentale per la droga e il mercato ittico illegale. Inoltre fu anche un discreto punto di reclutamento di nuovi killer da spedire in giro per tutta l’area campana.
In quegli anni in tutta la regione si scatenò una delle più sanguinose guerre di camorra della storia repubblicana. Tra il 1979 e il 1984 ci furono 769 vittime. Le due fazioni che si fronteggiavano erano la NCO (Nuova Camorra Organizzata) guidata da Cutolo e la Nuova Famiglia (un cartello di famiglie estremamente frammentato al suo interno affiliato a Cosa Nostra).
I boss di Torre erano affiliati al secondo gruppo. Giancarlo con la sua penna iniziò ad analizzare la condizione dei tossicodipendenti e delle loro famiglie. Denunciava la completa assenza di prospettive che avevano le famiglie per tirare fuori i ragazzi dal vortice nero della droga, criticava l’assenza di strutture sociali volte perlomeno ad arginare il fenomeno. Oltre a ciò indagò il fenomeno della camorra al suo interno e i rapporti che intercorrevano tra essa, la popolazione ed il mondo politico locale. Indagò infine sul terremoto e la gestione dei fondi per la ricostruzione.
Tutte queste accurate analisi elaborate dal giovane giornalista diedero estremamente fastidio ai capi dei clan, perciò il 23 settembre 1985 Giancarlo fu ucciso sotto la propria abitazione con diversi colpi alla testa.
”Puoi cadere migliaia di volte nella vita, ma se sei realmente libero nei pensieri, nel cuore e se possiedi l’animo del saggio potrai cadere anche infinite volte nel percorso della tua vita, ma non lo farai mai in ginocchio, sempre in piedi”.
GiancarloSiani
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