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L’auto che vende

Nov 02 2020

L’auto che vende

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Si e’ constatato di recente il grande salto verso l’alto nelle crescite, da parte del settore automobilistico in Italia: eppure stranamente, ad occhio inconsapevole, le auto piu’ acquistate sono le usate, specialmente se buone o molto buone. Le auto usate anche vetuste, cioe’ di oltre dieci anni, sono straordinarie a prescindere dal chilometraggio, se vengono ben manutenute; quando i pezzi di ricambio relativi alle macchine usate e antiquate sono eccellenti, la qualita’ di esse si impenna pur diminuendo ingentemente il loro valore. A questo punto il dado e’ tratto in favore dei consumatori, a detrimento dei costruttori automobilistici, dei loro concessionari, dell’indotto e delle banche. Sorge a tal punto una domanda cruciale da porre ai potentati finanziari e legislatori che affossano l’economia con la cesura dei salari e l’impennata dei prezzi al consumo: Il potere legislativo, nel caso in cui non imbavagliasse tosto quello finanziario, dovrebbe sostenere l’industria meccanica minore-quella dei pezzi di ricambio-al fine di massimizzare la richiesta di auto usate, stesso con il lavoro dell’industria meccanica del “nuovo”. Dunque il management adeguato provvederebbe ad una parziale conversione o estensione, nelle grandi aziende automobilistiche, in favore della riproduzione di componenti per rivitalizzare le auto usate. Senza con cio’ ostacolare la produzione di auto nuove, sarebbe opportuno schierarsi a favore dei consumatori attanagliati dalla crisi imperante che rende quasi impossibile acquistare auto nuove di grande caratura. Sono infatti proprio queste ultime, gli oggetti dei desideri del grande pubblico anodino, specialmente se si trova di fronte alle utilitarie classiche come della Fiat.

Allora ripensare il mercato automobilistico in favore delle possibilita’ economiche della classe media sarebbe un volano per l’intero settore auto, che non deve deteriorare la sua qualita’, bensi’ plasmarsi sulle possibilita’ economiche del suo principale mercato…

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