Magna Grecia non Magna la Grecia
Magna Grecia non magna la Grecia
Il problema di salute maggiore che attanaglia l’Europa e l’occidente, si ravvisa nella demolizione ideologica del proprio passato, oltre che in quella geografica, finanziaria politica ed industriale che ha nebulizzato anche fisicamente quel passato europeo, dapprima occidentale e ancor prima italiano che affonda le sue radici nella Grecia fulcro di cultura, democrazia, umanita’, e di conseguenza civilta’. E medesimo processo di decostruzione individuale spirituale lo ha affrontato l’Italia post-unitaria, in qualita’ di principale carnefice della Magna Grecia sintetizzata nel Regno di Napoli in seguito trasformatosi in maniera pluralistica in Regno delle due Sicilie.
Il patrimonio di deontologia, cultura, annessione senza distruzione del diverso, operato dalla Magna Grecia prima, dal Regno di Napoli poi, non e’ stato seguito ne’ dall’Italia riunificata tanto meno dall’Europa odierna. Ecco dunque tutti gli imperativi categorici capitalistici atei che attuano azioni corrosive dello spirito europeo basato sulla solidarieta’ reciproca dapprima tra individui, in seguito tra citta’ fino alle nazioni. Senza dimenticare l’importanza cardinale che all’epoca greca e perfino medievale ricopriva la democrazia dal punto di vista dei diritti fondamentali dei cittadini nel lavorare, essere sfamati e avere una vita dignitosa e religiosa. Nell’epoca odierna l’Italia replica lo svarione di non riconoscere il suo lato meridionale come parte fondamentale di se’, vitale ai fini di ogni tipo di sviluppo, e sopratutto madre della propria cultura e del proprio equilibrio dal punto di vista del benessere individuale. Stesso atto avviene nell’Europa che ha spoliato dalla Grecia, ogni ruolo vitale all’interno del continente di cui fa parte, oltre ad averne eliso ogni potere finanziario, politico, industriale e culturale.
Sul versante manageriale il misconoscimento della Grecia e del meridione italiano come aghi della bilancia ai fini dello sviluppo rispettivamente europeo e italiano e’ un errore marchiano che attiene sia allo sviluppo economico che al benessere individuale di due popoli, europeo ed italiano, in crisi d’identita’ permanente; allorche’ la democrazia appartiene alla retorica da circoli veteropolitici, Napoli ed il meridione italiano appartengono alla demagogia farsesca della palla al piede dello sviluppo e della limitatezza culturale in comportamenti bislacchi e antiquati, l’Europa e l’Italia saranno orbe delle loro anime, senza le quali si scaturisce sempre in conflitti fratricidi distruttivi o altamente limitanti…