Malvezzi e l’Italia suddita










Una marea di incognite: mentre l’Italia rischia di affondare dal punto di vista economico, nei prossimi mesi, l’Unione Europea si appresta a sbandierare ai quattro venti aiuti economici agli stati membri ancora tutti da scoprire e comprendere. Il Coronavirus ha gettato il panorama del Vecchio Continente in un contesto socio-economico davvero preoccupante e all’apparenza molto cupo, in cui c’è oscurità sul perché la BCE non faccia ciò per cui servirebbe (comprare titoli) e sul futuro economico italiano.
Proviamo allora a fare chiarezza grazie all’economista Valerio Malvezzi, che nel suo intervento ai microfoni di ‘Un giorno speciale’ non risparmia invettive nei confronti dei piani alti dell’UE e sull’operato del Governo italiano in chiave sanitario-economica.
Ecco l’intervista di Stefano Molinari e Fabio Duranti.
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“L’UE ci darà quattro soldi per la sanità, poi ci chiederà riforme e tagli alla sanità” ► MALVEZZI
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Allungare i tempi è la parola d’ordine
“Sono successe un paio di cose nell’arco dell’ultima settimana. E’ uscita la volontà politica di estendere di altri sei mesi lo stato di emergenza. Avevo detto che se fossi nei panni di uno che vuole mantenere il potere cercherei di arrivare fino al semestre bianco, cioè al periodo di sei mesi prima dell’elezione del Presidente della Repubblica. Perché in quel periodo non si può votare quindi mi prendo altri sei mesi per arrivare a fine gennaio 2021, dove non ci saranno sicuramente le elezioni, poi ci sarà la crisi economica e ci sarà un altro decreto di emergenza per fare interventi sulla crisi. Se non sarà un problema sanitario sarà un problema di tipo sociale, perché io prevedo questo autunno dei problemi sociali sull’Italia gravi.
Ecco che allora a quel punto entreremo nel periodo di semestre bianco e quindi questa legislatura si sta cercando di portarla avanti nel tempo più lungo possibile“.
Il falso mito dei ‘tecnici’
“Delle forze invece tirano per cambiare magari la governante per mettere un altro tecnico. Tra l’altro ricordo a tutti gli elettori italiani, prima che cittadini, che non esiste il tecnico in politica. Se noi mettiamo Draghi, non mi dite che è un tecnico perché mi fate inca**are. Se Draghi va a fare il Primo Ministro diventa un Ministro politico. Come è stato Monti e come sono stati tutti quelli che abbiamo avuto nell’arco degli ultimi dieci anni. Io penso che questo modo di gestire l’Italia sia anti-democratico, perché l’unica cosa che si fa in democrazia è ascoltare il popolo tutte le volte che il popolo vuole, non tutte le volte che il potere decide di consultarlo“.
L’effimera illusione dei Recovery Fund
“La seconda cosa riguarda il discorso che si inventeranno i ‘supercazzola-bond’. Li hanno chiamati Recovery Funds e sono le solite espressioni inglesi per esprimere concetti che noi nei nostri vari dialetti diremmo in modi diversi. In estrema sintesi io leggo in rete su Twitter e sui social tanta gente, tanti giornalisti che dicono: ‘Che bello, stanno arrivando 500 miliardi regalati dall’Europa ai cittadini’.
Distinguerei il percorso in tre fasi:
• Il quadro cognitivo,
• le conseguenze,
• la sintesi del ragionamento.
Primo punto: il signor Dombrovskis, il vice Presidente della Commissione Europea, dice: ‘Sullo strumento che la Commissione proporrà un punto che enfatizzeremo è che non abbiamo bisogno solo di denaro e investimenti, ma anche di riforme’. Tutte le volte che sento le parole ‘riforme’ mi metto vicino ad un muro perché ho sempre paura del cetriolo europeo. Tutte le volte che loro parlano di un’ambiziosa agenda di riforme sono sempre stati, negli ultimi dieci anni, tagli della spesa pubblica. Ora ci daranno quattro soldi per la sanità e dopo ci faranno fare le riforme per tagliare i soldi alla sanità. Se non sarà sulla sanità sarà sulle pensioni, sugli investimenti pubblici, sulla spesa pubblica cioè l’opposto di quello che io chiedo.
Secondo punto: qual è la caratteristica distintiva tra un capitale di debito e un capitale di rischio? Se io vado da una banca e chiedo dei soldi, la banca non può venire a disturbarmi a casa mia. Cioè decido io. Siamo o non siamo azionisti europei? Siamo azionisti.
Si sappia che la decisione è stata presa da Francia e Germania è già questo mi fa arrabbiare. Non è possibile che le decisioni vengano prese da due in nome e per conto di tutti. Basta con questa sudditanza psicologica. L’Italia deve iniziare a tirare fuori gli attributi. Un politico serve a questo: a tutelare la dignità del popolo italiano.
Siamo destinaoniali. E scordatevi che noi avremo -4,8% di Pil, perché quelle cifre non sono affatto sufficienti a fronteggiare la crisi. Vi dico che saremo ad oltre il -10% il prossimo 31 di dicembre”.