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Militare in Salento denuncia scie chimiche e colleghi

Ott 11 2022

Militare in Salento denuncia scie chimiche e colleghi

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Roberto Nuzzo dai microfoni di Telecolor esorta i piloti militari di cui ha fatto parte, dall’esimersi di irrorare il cielo di scie chimiche. Infatti in questi giorni sui cieli del napoletano si verificano immani intensificazioni di quelle che sono esplicate come scie di condensazione, a detrimento dell’estetica pubblica; ed in un’opera di inquinamento atmosferico che presenta un cielo irrigato e con nubi affiancate da una sorta di nuvole a forma di pertiche che non scemano nel tempo breve come le reali scie di condensazione. Il militare salentino lamenta il progetto americano sposato dall’Europa di controllare completamente il clima nel 2025 ed allude all’infrastruttura Haarp, di base in America, come classificata in Europa alla stregua di un’arma militare. Il mondo con Europa ed America in particolare, staziona in una fase di geoingegneria illegale cui una dovizia di tecnici e scienziati auspicano e si mobilitano al fermo gia’ dagli anni settanta. Cinque giorni fa a Napoli la luna versava in una prospettiva di seminvisibilita’ a causa di una cortina che vi era posizionata dinanzi, per cui gli abitanti si sono insospettiti ed allarmati. Da ieri invece la visuale del satellite terrestre a cui la Nasa e Space X puntano da notevole tempo, e’ tornata finalmente tersa. Nuzzo denuncia schiettamente l’opera di geoingigneria in atto, che consente di plasmare le temperature, causare disastri naturali come terremoti, maremoti, nubifragi, con il coinvolgimento della miriade di antenne di collegamento ad alta intensita’ insite nell’esoso Haarp. Le scie di condensazione aeree non equivalgono a cio’ che ammanta i cieli da tempo, con studi che attestano la presenza in queste scie, di materiali estremamente nocivi per la salute ma anche microfibre che non ledono in senso stretto l’immunita’ bensi’ provocano allergie e problemi alla respirazione, alla pelle e probabilmente all’apparato neurologico in un lasso temporale esteso.

I materiali simil plastici atterrati e studiati dopo il loro approdo sulla terraferma e promanati da aerei militari, servono anche al miglior raggiungimento dei segnali radar, delle vie telefoniche e di quelle relative la connessione Internet. Il che si immette nel progetto sbandierato anche da Facebook, di collegare il mondo intero ad Internet con l’ausilio di una sovrastruttura aerea su cui trasmettere i segnali necessari al funzionamento di telefoni, computer e televisori. Mentre nella rai in una serie decimata di interviste e sul Corriere e’ stato francamente sdoganato il duplice tema del controllo climatico e delle scie chimiche, sul versante delle tele e radiocomunicazioni, l’ambizione di collegare il mondo intero con l’ausilio di elementi rilasciati in atmosfera da aerei militari, consente di non attuare le infrastrutture necessarie a fungere da volano per i paesi indigenti oppure i luoghi dove e’ impossibile impiantare tali sistemi. Fra questi ultimi va certamente annoverata la immensa porzione del Salento o semplicemente l’Avellinese od il Beneventano in cui, presso le aeree “pic nic” all’interno del bosco , fra le montagne ed a ridosso delle sorgenti acquatiche come il Serino, le onde elettromagnetiche e quelle prettamente telefoniche, sono pressoche’ inesistenti.

A parere del Nuzzo i militari che cospargono il cielo di tali scie chimiche si stanno macchiando di ipotetici crimini contro l’umanita’ per conto di promotori politici e di potere che potrebbero innescare attacchi atmosferici esiziali o letali. Oggi la guerra non si limita all’utilizzo di armamenti nucleari in quanto eccessivamente drastici-in caso di attacco nucleare nell’arco di tre quarti d’ora spirerebbero novanta milioni di persone-bensi’ con armi climatiche ed economiche. Così Nuzzo spinge i colleghi a rispettare la Costituzione e non spruzzare elementi perniciosi nell’aria, citando documenti pubblici che prescrivono l’allontanamento da tali manipolazioni e gli effetti incontrollabili che ne potrebbero derivare.

Rammarica, in relazione alle scie climatiche, dei fenomeni meteorologici, del riscaldamento climatico, l’obblivione mediatica degli scienziati dissenzienti alla narrativa dominante. Uno fra essi il celeberrimo Calabrese Zichichi, che apertamente professa il cattolicesimo ed ha rimarcato quanto per l’uomo risulta impossibile maneggiare il clima al punto da far derivare l’odierno riscaldamento generale. Su questi punti l’opinione pubblica e’ sempre piu’ consapevole e reticente alle scelte governative: come il finanziamento attuale di industrie che producono i materiali di cui sono cosparsi, per molto tempo, fette sempre piu’ ampie, di cielo. Finanziamenti pubblici attraverso gabelle e dall’esito militare sconosciuto.

Allo stato attuale, appurata la necessita’ di inarrestabile sviluppo tecnologico e militare anche per l’Italia, l’unico bastione per il fenomeno delle scie chimiche si pongono essere i nocumenti alla popolazione ad essi correlati. Se dimostrati in modo inconfutabile sarebbe opportuno concretizzare risarcimenti economici monstre per i soggetti colpiti da ogni tipologia e grandezza di patologie. Pagati non solo dal governo ma dai promotori di tali scelte, in modo immediato e senza probabilmente, la chiamata in causa di polizze assicurative.

Altro strumento di cessazione di tali scie chimiche consiste nell’opera dei militari medesimi, che hanno il diritto ad aborrire l’obbligo di spargimento di esse, secondo le regole costituzionali che prescrivono a non ledere civili inermi ne’ operare sperimentazioni su quest’ultimi. Anche l’esercito aereo in procinto di fare questo, dovrebbe risultare impermeabile ad opere di declassamento, cesura salariale, licenziamento. A differenza di quanto avvenuto per il personale sanitario, scolastico, artistico, che ha aborrito gli obblighi di Green Pass e vaccinazioni annesse.

Ma come si raffredda un pianeta? Se lo sono chiesto alcuni ricercatori della Cornell University che hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista Environmental Research Communications.

A ispirarli è stata la natura stessa, in particolare le grandi eruzioni vulcaniche che immettono in atmosfera enormi quantità di polvere, cenere e spesso anidride solforosa (biossido di zolfo) che schermando il Sole riducono la temperatura in superficie. Polvere e cenere, però, hanno un effetto transitorio perché in breve tempo ricadono al suolo mentre l’anidride solforosa si accumula nella stratosfera (combinandosi con l’acqua a creare acido solforico) dove può rimanere fino a tre anni. In questo modo riflette molto più a lungo la radiazione solare, determinando un raffreddamento più duraturo. Gli scienziati si sono allora chiesti se non fosse possibile applicare lo stesso principio.

Secondo i ricercatori, per ottenere una riduzione di temperatura di 2 gradi nelle regioni polari, le immissioni di aerosol andrebbero fatte al 60esimo parallelo (circa la latitudine di Oslo, dell’Alaska o della Siberia) nell’emisfero settentrionale e all’altezza della punta meridionale della Patagonia nell’emisfero meridionale. A queste latitudini sarebbe possibile operare in maniera meno dispendiosa perché gli aerei non sarebbero costretti a volare troppo in alto. Basterebbe una quota di 13 km e le particelle rilasciate andrebbero poi alla deriva verso i poli, concentrando là il loro effetto. Con questo sistema, per raggiungere l’obiettivo, bisognerebbe iniettare in atmosfera 6,7 miliardi di kg di anidride solforosa all’anno, per ciascun polo. Attualmente non esistono aerei in grado di svolgere questo compito e quindi bisognerebbe ricorrere a un velivolo appositamente costruito (chiamato SAIL-43K), una versione modificata di un aereo precedentemente progettato per missioni SAI a quote più elevate. Con una flotta di 125 apparecchi del genere, ciascuno in grado di trasportare circa 76 tonnellate di carico per ogni missione e un totale di 1458 missioni al giorno, ogni giorno per quattro mesi a ciascuno dei poli, il risultato sarebbe concretamente raggiungibile.

Secondo gli scettici della manipolazione climatica la societa’ non dovrebbe prodigarsi all’abbassamento della temperatura bensi’ rimodularsi, a livello edilizio e non, all’innalzamento di essa, appendice della ventura era geologica innestata sul riscaldamento dell’aria non irreversibile ne’ visibile nei prossimi due secoli.

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