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Minacce da Usa e Francia a Meloni

Ott 19 2022

Minacce da Usa e Francia a Meloni

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“Ogni volta che in Italia l’esecutivo di turno è in via di formazione lo spartito è sempre lo stesso: governi stranieri, istituzioni sovranazionali e speculatori inviano i loro pizzini di avvertimento”. E’ duro a tal proposito Claudio Messora dalle colonne della sua azienda televisiva finanziata dagli utenti: pionieristico paradigma giornalistico e mediatico di stampo totalmente italiano.

Dalla Francia e dall’Unione europea “vigileranno”, incalza la stampa disallineata. Apripista della contingenza in atto e’ stata Elisabeth Borne, primo ministro francese, e Laurence Boone, ministro degli affari europei di Parigi, che hanno dichiarato che avrebbero vigilato sul rispetto dei diritti umani in Italia. Poi si e’ aggiunta al coro la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Se le cose vanno in una direzione difficile, abbiamo gli strumenti giusti”.

L’Italia riceve dardi dall’Europa, e tutta la speranza e la pressione del caso ricadono su Giorgia Meloni: una lunga serie di paletti che intendono legarne le mani vengono preconizzati. Dal punto di vista economico la situazione è esiziale e gia’ pare essersi verificato un aumento dei tassi d’interesse sul debito sovrano, di diciassette miliardi, antitetici le peculiarita’ e le roboanti affermazioni passate del capo della destra italiana, che e’ presidente dei Conservatori europei.

L’avviso di Bloomberg desta sconcerto: in un lungo editoriale il giornale economico statunitense ha inteso dettare l’agenda economica del prossimo esecutivo. “Possibili tagli alle tasse, una coalizione litigiosa e faide con amici e vicini sono un invito aperto ai vigilantes obbligazionari ad affrontare il governo di estrema destra di Roma”.

Bloomberg utilizza un tono scoptico, alludendo a lotte clandestine, di controllori esogeni ed endogeni. Con il malcelato auspicio di affrontare il governo Meloni, come fosse una questione vitale. Gli investitori internazionali hanno terrore di perdere il diritto di prelazione sui Btp e vedersi estromessi dall’azionariato delle principali aziende pubbliche ancora sotto l’egida statale. Il ricatto è sempre lo stesso: “Se non fate le riforme che vogliamo noi, smettiamo di comprare i titoli di Stato italiani e vi facciamo fallire”.

MPS, Telecom e ITA rappresentano i gioielli italiani che fanno gola all’estero e vivono una presa di coscienza collettiva, che esorta il governo a glissare su vincoli ed obblighi forestieri nel privatizzarle. In particolare sono tre gli argomenti che interessano particolarmente all’élite finanziaria americana: esattamente Monte dei Paschi di Siena, Telecom e ITA. “I membri della coalizione di destra hanno promesso di rinazionalizzare completamente la banca Monte dei Paschi di Siena e l’ex monopolio pesantemente indebitato Telecom Italia, responsabile della copertura della banda larga in ritardo dell’Italia, e di bloccare la vendita della compagnia aerea nazionale ITA Airways al gruppo di private equity Certare”. Rilancia Messora.

Le oligarchie bancarie americane hanno la bramosia a non perdere il controllo di tre settori strategici del Paese: quello bancario, quello delle telecomunicazioni e quello del trasporto aereo. Il trittico che ripristinerebbe la effettiva sovranita’, impermeabilita’ e crescita indefessa dell’Italia. In particolare Monte dei Paschi di Siena risulta essere ancora sotto il controllo del Ministero dell’Economia con il 68,2% del capitale azionario e si ritrova oggi nel corso di un complicato aumento di capitale con le azioni in forte calo; potrebbe immantinente fungere da nuova banca centrale in caso di uscita dall’euro. Insomma gli investitori sperano in una prossima uscita di scena del Governo da MPS per poterla acquisire a prezzi di saldo, rimarcano dalla redazione di Byoblu.

ITA, la compagnia di bandiera italiana già pesantemente ridimensionata dal Governo Draghi, fugura quasi interamente venduta al fondo d’investimento anglofrancese Certare. Nel programma politico di Fratelli d’Italia si parlava poi di sovranità digitale che avrebbe dovuto comprendere un piano di rinazionalizzazione di Telecom, ora sotto il controllo del fondo americano Elliott e della francese Vivendi.

Lo shopping infinito in Italia prosegue in un’agone teso ad appropriarsi di Mediaset, Generali, ed in prospettiva Ferrero.
“Questo processo metterà pressione sul debito italiano”, scrive Bloomberg in riferimento ai piani di Fratelli d’Italia. La finanza internazionale non vuole la dipartita del programma suffragato da Draghi e principiato trent’anni fa, con la campagna di privatizzazioni e depauperazione italiana accordata sul panfilo Britannia della regina d’Inghilterra.

La bancarotta italiana viene cosi’ sciorinata in caso di difformita’ politico-economica dai dogmi angloamericani.

In questo stallo politico Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi stanno alzando reiteratamente la posta in gioco per governare come a voler far glissare prima della sua composizione, il nuovo governo italiano. Il che viene considerato vile ma anche propedeutico al proprio salvataggio personale, in quanto le promesse anticipate al popolo vertevano proprio su una battaglia frontale contro il predominio della finanza speculativa che vuole eludere le nazionalizzazioni, la possibilita’ di riacquisto nazionale del debito pubblico, gli investimenti a deficit come volano economico. Meloni si trova ad un bivio in cui sembra voler tergiversare su Berlusconi la nebulizzazione dell’esecutivo ma sempre piu’ persone intuiscono la fase estremamente delicata per gli assetti europei ed in seguito occidentali a detrimento degli Usa, se il governo dimostrasse il potere e la concreta e fattiva indipendenza dell’Italia; fase controproducente per l’Italia se Meloni rinazionalizza le multinazionali ed il debito, a causa della permanenza in Usa delle riserve auree italiane, terze al mondo per consistenza: esse potrebbero essere arbitrariamente confiscate da Washington come ripicca per la sferzata italiana alla propria egemonia bancario-politica. Alla stessa stregua di quanto attuato contro i beni dei cittadini russi presso Europa ed aprioristicamente America. Meloni si ritrova con in mano le redini, letteralmente, del destino del mondo: America o Italia da salvare?

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