Napoli: orario asili ridotto per separare i bambini
Succede alla scuola comunale Agazzi di Napoli, nel salotto buono della citta’, e rappresenta un nocumento ulteriore per genitori e bambini che frequentano l’asilo nido, la materna e le elementari: in aggiunta alla mancanza di carta igienica, sapone per i bagni, alla mensa scolastica da oltre un anno e l’armamentario per il pranzo di nuovo disponibile da lunedi’, da oltre un anno i minori effettuano uscite scaglionate dalla scuola. Con orari diversi in termini di minuti per ogni settimana, a causa dell’allarme pandemico l’istituto scolastico comunali lavora al distanziamento dei bambini presso l’uscita, che si traduce in passaggi dei bambini fuori scuola di due classi per volta, con turni da 12:20, la mezza, mezzogiorno e quaranta e mezzogiorno e cinquanta.
I disagi per i genitori sono lapalissiani, molti dei quali sono costretti a non recarsi a lavoro o aborrire promozioni per provvedere ai bisogni scolastici e di cura dei pargoli. Inoltre senza Green Pass o tampone all’Agazzi i genitori non possono accompagnare o ritirare la loro prole fin dentro l’edificio. A cio’ si aggiunge il fatto che la refezione che a breve riprendera’, non risultera’ gratuita per i genitori inoccupati o precari, bensi’ comportera’ un costo di 15€ mensili. Invece la retta scolastica reclamata dalla scuola Agazzi nei confronti di coppie con lavoro o con reddito medio, e’ esosa analogamente a quella della contigua scuola privata.
Appena l’orario di scuola dei puttini dell’Agazzi comprendera’ anche il pranzo, il nuovo calvario per i professionisti si basera’ sulla cessazione delle attivita’ prevista alle 14:00 invece che le 16:00 come un tempo. Se a cio’ si aggiunge che in comuni come Rimini la scuola pubblica per cherubini dai cinque anni generalmente si estende fino alle 16:30, si deduce quanto la disoccupazione femminile e la stabilita’ professionale degli uomini napoletani vengano inficiate.
Adfnews.it ha intervistato alcune mamme con figli alla scuola Agazzi, le quali esplicitavano la propria frustrazione relativa il fatto che a Napoli come nel meridione, un lavoro part-time sia richiesto specialmente al pomeriggio, orario in cui e’ necessario accudire i figli. Mentre la paga da part-time sarebbe inefficiente a pagare baby sitter di sorta che farebbero le veci delle madri per cinque-sei ore giornaliere.