Search:

Paoletti ed il problema del Napoli

Nov 03 2022

Paoletti ed il problema del Napoli

image_pdfimage_print

Loading

CHI PUO’, DEVE: E’ QUESTO IL DESTINO DEL NAPOLI DI QUEST’ANNO. KOULIBALY SVELA: I SENATORI ERANO IL TAPPO DI CUI LIBERARSI! Paolo Paoletti ne ha per tutti ed analizza dati, possibilita’, limiti ed aspettative del Napoli:

“AVVERTENZA. Dai primi commenti è evidente che l’analfabetismo funzionale impera. Pur dispiaciuto per questa condizione in cui versano molte persone, purtroppo anche adulte, chiedo a chi non capisce ciò che legge di non partecipare. Grazie.

E’ necessario scrivere prima di Liverpool-Napoli, perchè è la partita che fisserà i valori tecnici, tattici, emotivi e di mentalità del Napoli, candidato allo scudetto e come dice Kloop a fare strada anche in Champions.
Inutile dilungarsi sui numeri che tanto dicono, ma non tutto; stavolta l’analisi va fatta di concetto.
A questo punto della stagione a 19 giorni dall’inizio del mondiale qatariano, il primo invernale, il Napoli è senza dubbio la migliore squadra del campionato italiano per rendimento collettivo e dei singoli, per guida tecnica sicura ed esperta.
Tempo fa anticipai che Spalletti, da me sempre considerato un ottimo tecnico, non poteva più nascondersi; i fatti hanno confermato l’assunto.
Devo anche ricordare che Spalletti ha sempre pensato di poter vincere lo scudetto a Napoli, anche lo scorso anno. Lo ha confermato proprio oggi l’intervista di Koulibaly al Corriere della Sera, con una seconda verità: i Senatori azzurri erano il tappo al potenziale della squadra, non tanto tecnico quanto per gestione dello spogliatoio e deficit di mentalità.
Gli addii di Ospina, Kalidou, Insigne, Mertens, Fabian Ruiz, su tutti hanno azzerato la totalita’ degli alibi mentali e tecnici, liberato chi è rimasto da riferimenti ingombranti, lasciato campo libero al tecnico per una guida del gruppo senza infingimenti e obblighi di opportunità.
Bisognava avere il coraggio (non facile) di farlo anche prima e non solo per motivi legati ai conti.
Le scelte di mercato, sopratutto Kvara, hanno fatto il resto con acquisti che hanno cambiato il tratto tecnico della squadra, mettendo a disposizione forza fisica, qualità, sfrontatezza senza freni inibitori.
Osimeh capocannoniere e Mario Rui top degli assist-man, dicono tutto.
E da un po’ il Napoli viene posto ad esempio su come si debba fare calcio oggi, al pari del Milan. Mode mediatiche, perchè a poco meno di un un terzo del torneo, il Milan Campione d’Italia è già sotto processo proprio per il mercato.
Come lo sono la Juve e l’Inter, date da tutti ‘in poole’ per la vittoria del titolo.
Bisogna quindi ricordare i criteri con cui si commentano le vicende del calcio: il primo segue la cronaca ed i risultati che possono cambiare di partita in partita; il secondo è la visione e le strategie di una società.
La Juventus ad esempio non è più la stessa da quando è andato via Marotta, la sua esperienza, la sua capacità di centrare gli obiettivi.
E Allegri insiste con la sua storica interpretazione del calcio, per cui la Juve ha la miglior difesa del campionato, ma settima in classifica a -10 da Napoli.
Tornando al Napoli che ha indovinato tutte le scelte di mercato, la domanda è: perchè solo quest’anno il lavoro di De Laurerntis e Giuntoli sta dando i frutti che tutti attendono da 18 anni e più?
ADL è sempre lo stesso, anzi dettando il taglio stipendi con determinazione (ora 63 mln lordi), ha riaffermato il suo principio gestionale, ovvero il profitto personale.
Giuntoli è a Napoli da anni, adesso autorizzato anche a parlare con giornali e tivvù, ma non è diventato un genio improvvisamente…
Non era un mostro o un brocco quando è arrivato, non lo è adesso.
La spiegazione del successo del Napoli, che nessuno si aspettava – io tra questi – sta quindi in 3 fattori:

  1. il campionato è sempre più mediocre, più di quanto non lo sia stato nei 9 anni di scudetti consecutivi bianconeri. Il Napoli con gli stessi punti dello scorso anno viaggia a +5 dall’Atalanta (seconda con merito, che prima o poi scoppierà), +6 dal Milan Campione in carica, +8 dall’Inter, +10 dalla Juve!
  2. il Mondiale in Qatar ha imposto una stagione unica e irripetibile che i club che hanno puntato su ‘Instant Team’, stanno pagando;
  3. la concomitanza di circostanze fortunate che sempre accompagnano chi alla fine vince: solo ad esempio Milan-Napoli senza Leao e traversa a portiere battuto di Tomori in pieno recupero; Roma-Napoli, senza Dybala, perfino Napoli-Bologna senza Arnautovic.
    Ed in Europa, trovarsi di fronte il peggior Liverpool degli ultimi 10 anni, 9° in Premier a -15 dall’Arsenal capolista, nonostante le due finali Champs di fila.
    Dettagli? Forse, perchè il Napoli si sta dimostrando più forte di tutti, ma pur sempre segnali della sorte da sfruttare a pieno.
    Un quarto elemento ‘pazzo’ sono gli arbitraggi.
    Non mi sono mai attaccato agli errori arbitrali. Ma il cambio generazionale ha determinato sì, l’attesa scomparsa della sudditanza psicologica, al tempo stesso, però, orrori nelle decisioni che neanche la VAR riesce ad evitare. Anzi.
    Dal gol annullato a Milik, valso 2 punti in meno alla Juve, al giallo a Lookman per il segno degli occhiali, all’ammonizione di Milinkovic Savic che gli nega il derby romano, etc etc… fesserie che fino alla fine allungheranno a dismisura la lista delle sviste. Penalizzando prima o poi tutti, con il peso decisivo del quando.
    Ricapitolando: il Napoli è la squadra italiana più forte, sotto tutti i punti di vista. Pochi infortuni, buoni cambi, molte soluzioni a disposizione di Spalletti.
    Ricorda il Napoli del campionato incredibilmente perso, quello più forte dell’epopea Maradona. Subito dopo lo storico primo scudetto.
    Di diverso, rispetto ad oggi, c’è che, nonostante il ‘burbero’ Bianchi, la squadra prese il sopravvento su tecnico e società. Buttando al vento il bis.
    Cosa che non può accadere a Spalletti, Dominus assoluto e riconosciuto dai giocatori.
    E quindi c’è una sola verità cui piegarsi: chi può, deve! A cominciare da Alfield Road…”.
0 Comments
Share Post