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Pasticci antimeridionali

Mag 18 2021

Pasticci antimeridionali

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Il fatto che i vertici delle istituzioni bancarie abbiano, in numerosi casi, le tessere dei partiti, è deittico dell’immobiliasmo produttivo che ha sballato, e dopo contraddistinto, l’Italia dell’ultimo trentennio.

Il numero uno di banca Intesa, all’epoca Profumo, indì un progetto per dare l’abbrivio imprenditorial-economico al meridione malandato e nullatenente di Italia. Un bando, questo, cofinanziato dall’Europa ed imperniato sulle startup a guida politica dell’allora reggente Partito democratico. Allorchè i vincitori dei bandi per le migliori idee innovative avrebbero visto l’appoggio economico del Ministero dello sviluppo. E’ qui che, tuttavia, dopo un inizio straordinario che ha conosciuto l’affermazione a Napoli del bike-sharing, oppure la “messa in rete” di siti culturali di cittadine pugliesi per massimizzare il turismo, che tutto si è bloccato, come i fondi ministeriali a favore di quelli regionali, con l’impedimento di pagare i fornitori e le professionalità impiegate.

Il che è avvenuto per un difetto di forma brocratico-amministrativo che ha falsato l’assegnazione dei progetti ai vincitori, ed ha fatto ricadere su di essi i costi restanti con dei fidi bancari pur di trarsi in salvo sul piano giuridico rispetto alle pretese dell’Europa.

Questo scempio manageriale è stato reo di deprivare perfino la proprietà intellettuale dei progetti, ai trentenni sotto contratto, che si sono visti vanificare ilsogno “chimerico” di produrre reddito per sè e le proprie terre di appartenenza. Oltre che aver assistito al prosieguo posteriore, dei propri lavori, affidati a personale diverso, pagato dallo stesso ministero dello sviluppo.

Napoli ed i centri urbani in qualche caso, hanno cercato di ovviare e perdite accollandosi le spese di gestione dei macchinari, proprio a causa del fatto che la sede centrale della politica e dell’economia, irrora quando vuole o depriva, nell’ambito delle risorse da trasferire alla cittadinanza. Ecco allora la beffa della ripresa meridionale e della ostentata capacità politico amministrativa dei soggetti che hanno comandato l’Italia.

Sul piano manageriale, dunque, le chiavi del successo meridionale ed italiano, stanno dentro un processo di sburocratizzazione e deregolamentazione che ruotino attorno alla capacità produttiva immediata ed in prospettiva, di progetti pensati per vincere sugli altri, in termini di soldi prima o a latere, e della sostenibilità ambientale. Premettere i soldi intesi come sviluppo reale, alla sostenibilità ambientale, è l’unico volano praticabile per lo sviluppo del Sud; giacchè con la liquidità diventa facile e consequenziale, attrezzare meccanismi di effettiva sostenibilità ambientale. Inoltre in casi di complicanze del genere, burocratiche e politiche, sarebbe un imperativo categorico chiamare in causa le assicurazioni che fagocitano mastodontici capitali agli automobilisti, ai pazienti sanitari, agli anziani, al fine di risarcire le persone frodate dallo stato e dai suoi aguzzini, senza oneri aggiuntivi per l’erario. Infine siccome l’Italia possiede liquidita’ in eccesso, suffragare il finanziamento indefinito e svincolato dai fondi europei, per infrastrutture al sud, lavoro, aumenti salariali, start up e filiere industriali, sarebbe un volano di crescita incommensurabile.

Le assicurazioni che sono in Italia private e reclamano da tempo il diritto ad investire in Italia e divenire banche d’affari, dichiarava il proprietario “Nando Amicarelli” della principale agenzia Sai Unipol del meridione, dovrebbero investire su progetti decisi politicamente in qualita’ di affiancamento statale ed elusione finanziaria europea. https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/

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