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Pensioni: ecco gli aumenti

Set 25 2022

Pensioni: ecco gli aumenti

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Arriva l’inverno e il periodo delle luci accese prima del solito e dei riscaldamenti sparati a palla. Tutto ciò in concomitanza di una crisi energetica molto grave. Tutto costa di più e i licenziamenti sono dietro l’angolo. Proprio per questo il governo Draghi sta promuovendo una serie di decreti che elargiscono bonus a chi potrebbe averne bisogno. 

Stiamo parlando di lavoratori con redditi bassi, ma anche di pensionati che percepiscono pensioni molto basse. Questo non sarebbe il primo provvedimento di Draghi riguardo alle pensioni, tuttavia gli scorsi interventi non erano stati molto generosi, anzi, irrisori considerando che il carovita sta svuotando totalmente i portafogli degli italiani.

Pensioni Inps, gli aumenti del decreto Aiuti bis e ter

Grazie al decreto aiuti alcuni pensionati, si sono ritrovati nel mese di luglio €200 in più nella pensione, in modo del tutto automatico. Anche se a dire il vero alcuni stanno ancora aspettando di incassare il bonus. Il bonus doveva essere un sussidio una tantum, ovvero concesso una volta sola. Per fortuna il Governo si sta impegnando per fornire altri aiuti, visto che la crisi non si è fermata, anzi, andrà solo a peggiorare. Ad ogni modo i pensionati con redditi lordi inferiori a trentacinquemila euro annui dovrebbero vedersi un aumento in busta paga di 150€, il che comunque consisterebbe in un ausilio non definitivo e sopratutto che elude pensioni e salari di professionisti e pensionati non gradati, i quali con l’euro hanno incassato una batosta economica sesquipedale. Infatti focalizzando l’importo netto di un lavoratore od ex lavoratore da 35000€ lordi per anno, ci si imbatte in un mensile di poco superiore a 1500€ netti. Cio’ prolunga l’agonia economica della classe media passata e degli impiegati attuali, che incassano salari e pensioni dai mille e duecento euro a salire. Se a questa premessa si aggiunge che il costo della vita nelle citta’ per una famiglia che viva in modo poco piu’ che dignitoso si aggira a cento euro quotidiani, si evince che il bonus non lede i problemi post pandemici e post bellici in atto. Il tutto allorche’ fino a qualche mese fa cinquanta euro giornalieri potevano essere sufficienti per il sostentamento giornaliero di un nucleo famigliare di appena tre elementi. E se si focalizza l’era antecedente lo Sme tale cifra quotidiana diviene 25000/35000 lire, ossia dai dodici ai diciassette euro attuali.

Da qui il grido di reclamo dei professori e dei professionisti che caldeggiano almeno trecento euro in piu’ di salari, per ritrovare in questa congiuntura il proprio potere d’acquisto ormai datato.

Questo nocumento alle pensioni deriva dal blocco pensionistico all’inflazione causato da Amato, presidente della Corte Costituzionale, norma a detrimento della mera Costituzione. Identica mossa attuata per i salari che oggi annaspano; tuttavia Amato e’ in procinto di sloggiare dal principale stallo del Csm per lasciar posto ad un fedelissimo di Draghi, indicato dall’avvocato Mori come in palese conflitto di interessi. Infatti la introiezione presso la Corte Costituzionale di membri afferenti l’esecutivo Draghi come un duo di giudici totalmente proni alla legislazione europea e con la sottoscrizione del Green Pass da parte di uno dei due, viene imputato come esiziale per la tenuta democratica dell’Italia. In questa situazione si vedono, in seguito il provvedimento di Amato risalente agli anni novanta, gli emolumenti italiani declinati del 3% rispetto ai componenti dei paesi antagonisti l’Italia, che hanno fruito di aumento del 30% delle paghe.

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