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Polonia/Ungheria denunciano Von Der Leyer:

Polonia/Ungheria denunciano Von Der Leyer:

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Ne fanno mistero la maggioranza dei principali media, tuttavia la notizia multipla ristorna su una dovizia di canali on line e piccoli giornali: Ungheria e Polonia rintuzzano coriacemente le decisioni dell’Unione europea relative politiche sociali, culturali e scolastiche imperniate sull’accettazione e propagazione dell’ideologia gender fino al corollario dell’obbligo giuridico di equiparazione tra sposalizi che coinvolgono gli omosessuali e quelli classici. Cio’ comporta la assoluta liceita’ di adozioni infantili da parte di sposi omosessuali. A tal proposito si innesta la lettera ufficiale dei ministri rispettivamente polacchi ed ungheresi, contro la Vod der Leyer rea di aver utilizzato toni inappropriati e linguaggio livoroso contro il dittico di stati europei: la presidente della Commissione europea infatti ha focalizzato le sanzioni certe indirizzate a Polonia ed Ungheria, non ancora decise in base al tipo; infatti l’Europa ha dovuto glissare i ricatti in merito ai fondi economici per Ungheria e Polonia, fucine di crescenti comunita’ di fede cattolica, a causa dell’ostinazione di tali paesi di considerarsi indipendenti dal punto di vista finanziario.

Nell’epistola politica Ungheria e Polonia e enfatizzano la propria volonta’ di rimamere sovrani politicamente, senza stravolgere verdetti costituzionali e la giurisprudenza che aborriscono tali norme definite antifamigliari ed antireligiose, in spregio ai diritti dei minori ed alla tradizione culturale, didattica ed ontologica dell’Europa medesima.

L’Ungheria, nazione consacrata alla Madonna, in connubio con la Polonia, esortano l’Europa a rispettare la sovranita’ politica dei propri stati aderenti e svincolarsi da logiche lobbystiche di stampo privatistico, che ne dettano oggi diversamente da ieri, principi ed azioni economiche. Dalla Polonia si ergono stigmatizzazioni degli eurodeputati che sostengono e votano l’assoluta parita’ dei sessi e delle unioni matrimoniali, definendoli seguaci proni di Soros, corrotti dai suoi miliardi.

Polonia ed Ungheria assicurano di non voler uscire dall’Europa auspicando una Europa, tuttavia, innocua verso le Costituzioni nazionali e senza intenti bellicosi.

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