Sarno: ira e blocchi camionisti per costo benzina: sabato “No Draghi day”
Non sono solo i camionisti canadesi a reclamare liberta’ e dignita’ economica nel fulcro politico del Quebec ma anche quelli italiani sono in mobilitazione da Sarno in autostrada per un blocco che focalizzi la questione del caro prezzi sui carburanti. Arterie di trasporto bloccate e nocumenti ai produttori e consumatori sono in svolgimento per queste recriminazioni sull’abbrivio dei portuali di Trieste. Con la benzina da due euro al litro cui si associano i rincari del metano i professionisti del trasporto commerciale si sfogano denunciando ricavi di solo duecento euro a fronte di una commissione di media distanza pagatagli mille euro. Infatti per trasporti medi i camion commerciali impiegati, a detta dei camionisti, consumano da mille euro in su di carburante, cui va aggiunta la pressione fiscale gravosa, i costi di pernottamento e vitto.
Il conflitto bellico con la Russia sta facendo in Europa, e nella fattispecie Italia, aumentare maggiormente i costi dell’elettricita’, dei carburanti di ogni sorta, con lesioni incommensurabili per imprese, classe media e salariati. A tal proposito il presidente del Consiglio Draghi ha appena dichiarato pubblicamente che l’Italia tornera’ al carbone. E sulla guerra in atto tra i separatisti ucraini e la Russia i prezzi da un lato sono destinati ad incrementarsi, dall’altro si corrobora il rischio bancario per l’Italia; infatti il Bel Paese e’ esposto finanziariamente con la nazione di Putin, per cinquanta miliardi, seconda in Europa solo all’Austria. E con le invettive politiche complessive lanciate dall’Italia sull’operato del presidente della Federazione russa, si affaccia un rischio di perdita, per banche, imprese e sistema paese, di un credito verso la Russia di 50 miliardi. Credito da cumularsi con il debito recentemente contratto sottoforma di Pnnr da oltre cento cento miliardi da restituire e con l’economia flebile conseguita dalla pandemia, il che configurerebbe una bancorotta esiziale per l’erario italiano.
A detta di Rizzo, segretario dei Comunisti italiani, il problema economico italiano relativo i debiti crescenti da restituire all’Europa col Pnnr, la questione degli interessi sul debito pubblico da porre per fondi d’investimento e banche commerciali, potrebbe essere risolto obbligando Amazon e similari a versare in Italia le tasse sugli incassi realizzati qui: parlando della societa’ egemonica del commercio elettronico Rizzo allude i quarantacinque miliardi di ricavi solo in Italia che eludono completamente il fisco. Tale azione e’ aborrita politicamente, per commercianti ed imprenditori locali, tuttavia viene acconsentita per Fca, Mediaset oggi confluite fiscalmente in Olanda.
Sabato 26 febbraio intanto e’ stato indetto e pianificato dal rinato partito dei comunisti italiani, un “No Draghi day” che nel pomeriggio si svolgera’ in concomitanza presso le principali piazze italiane. A Roma i manifestanti antitetici le direttive politiche dell’esecutivo italiano, si insedieranno in Piazza Santi Apostoli. Al presidente italiano membro del World Economic Forum viene contestata la decisione di deflagrare il settore delle piccole e medie imprese con cesure del credito, in quanto poco competitive e ree di sottrarre quote di mercato alle multinazionali.