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Scrittori inaspettati, disabilita’, Welfare forte, lotta alla poverta’: origini del Natale

Dic 04 2020

Scrittori inaspettati, disabilita’, Welfare forte, lotta alla poverta’: origini del Natale

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Non viene sovente rimarcato il dato che vede Charly Dickens in tre condizioni antipodiche, ovvero: la sua preminenza nell’albo dei singoli libri di romanzi maggiormente venduti della storia-i duecento milioni di Oliver Twist; la disabilita’ acquisita dello scrittore che gli valse una molto alta pensione; la vena imprenditoriale partorita dall’ex giornalista e sopratutto scrittore Dickens, che gli permise di fondare un importante giornale in Gran Bretagna.

Charlie Dickens, tra i principali scrittori della storia, era un giornalista schierato con la verita’ intesa come tutela indefessa degli indigenti; colui che nato povero, denuncio’ tra i primi i soprusi del capitalismo nell’Inghilterra ottocentesca, in cui si rifletteva lo stesso copione che caratterizza i nostri giorni; Dickens fu un’artista che collimo’ ed espanse con e nel giornalismo, le dinamiche che brutalmente permeavano la popolazione del ceto basso, fino ai reietti, con i principali suoi romanzi; la sensibilizzazione occidentale nei confronti dei sofferenti, dei bambini orfani o castigati in orfanotrofi delittuosi; persone impedite dal ceto sociale basso nello studio per redimersi, sono rielaborate nei racconti di questo artista senza tempo.

Vittima egli stesso di un’infanzia sofferta, di un ambiente familiare ostile, Dickens fu l’antesignano artistico della condizione fallocratica che impostava la societa’ familiare e sociale, con la donna sottomessa, i figli maschi spediti al collegio per non avere pensieri e salvare l’intimita’; ancora nella Gran Bretagna madre della Rivoluzione Industriale, Dickens esortava il popolo allo studio e, con David Copperfield, adatta la trama romantica del matrimonio con una prostituta, da parte di un affermato avvocato dal fosco passato e dalle profonde ferite inferte dalla societa’ plutocratica: il tutto dopo il diniego ad obbedire alle regole strampalate imposte nella famiglia dello sposo avvocato, da parte del patrigno.

Oliver Twist egemonico tra le vendite di ogni epoca di un singolo romanzo, focalizza le peripezie che incontra un bambino abbandonato al fine di svincolarsi dalle cattive amicizie della strada e costruirsi una vita rispettabile, ad onta delle menzogne ed i pregiudizi sociali, montati ad arte per danneggiarlo o avvantaggiarsi. Icona della societa’ contemporanea degenerata, Oliver approda all’universita’ e ad una vita meritata, mediante la benevolenza di un padre adottivo facoltoso, colpito dalla sua umanita’.

Racconti di Natale forse, esprime l’apoteosi artistica del narratore che era anche un giornalista politico, nel ricongiungere l’arte con la mera religione; allorche’ il datore di lavoro sfruttatore di un impiegato ingenuo o probo o entrambi,che non si oppone mai allo stato padronale anche se con il salario cosi’ basso, non riesce a pagare le cure del figlioletto ammalato. Cosi’ la religione viene irrorata dall’arte, come sempre fa la religione con l’arte, e l’avaro, facoltoso datore di lavoro, ha la scintilla per immedesimarsi nell’impiegato e salvare il figlioletto di quest’ultimo, da morte certa grazie al sostegno economico.

La critica al liberismo ed alle basse paghe tanto attuale, edulcora il Natale dickensiano dapprima, e quello posteriore dei giorni attuali, con il sentimento di bonta’ diffusa e dei regali incrociati. Il Natale come festa religiosa, ieratica e concreta mediante l’atto generalizzato del dono, e’ un ulteriore lascito del grande scrittore britannico Dickens, alla stregua del reading letterario oggi in progressiva diffusione; infatti lo scrittore/giornalista/imprenditore si trovo’ nella scoptica condizione in cui una dovizia di falsari americani vendevano i suoi libri eludendo i diritti di autore. Dunque la trovata geniale e pionieristica di una vetusta personalizzazione dei libri, in cui l’autore leggeva in pubblico, a mo’ di attore, le sue opere, con la riscossione di un successo stupefacente.

La parabola artistica di Dickens si concluse, stocasticamente, con la morte da affaticamento lavorativo da reading cui lo sottoponevano i suoi datori di lavoro, come colpo di grazia al primo, principale e piu’ illustre, paladino artistico letterario del diritto ad una vita dignitosa permessa da salari adeguati ed umani; umani dal punto di vista del tempo imposto a lavorare, in antitesi alla schiavizzazione massiccia e da sempre fregio delle societa’ opulenti e paradossalmente “avanzate”.

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