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Speculazioni euro-finanziarie

Speculazioni euro-finanziarie

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Il meccanismo di funzionamento dei mercati ortofrutticoli o di beni materiali non commestibili rappresentano, sotto forma di deissi, quello accorso nel lontano 2002 nella conversione dei prezzi al dettaglio dalle valute monetarie nazionali all’euro. Euro scetticismi a parte il nodo manageriale di questo scritto, vuole riflettere sulle mosse da porre in atto, per rendere competitivi i salari e la qualità della vita in Italia, senza alterare gli esborsi per datori di lavoro privati e pubblici, e sopratutto riequilibrare il costo della vita, in favore della dignità nazionale come popolazione, dimezzando o riducendo gli interventi statali di sostegno al reddito. Non si deve pertanto più concedere un’equiparazione dell’euro alla lira, raddoppiando i prezzi dei beni al consumo, senza raddoppiare gli emolumenti da lavoro. La cinquanta euro odierna non ha lo stesso potere di acquisto della cinquantamila lire antecedente al duemiladue, nè della centomila lire di allora cui dovrebbe corrispondere secondo il criterio del raddoppio dei prezzi dopo l’equiparazione lira- euro.
Giacchè la depauperazione economica e finanziaria avvolge ogni lembo italiano, settentrione compreso, lo stato a trazione cinquestelle e Pd, dovrebbe riequilibrare la bilancia dei prezzi alla storia anteriore l’introduzione della moneta unica europea. Ad ogni costo e’ d’uopo disallineare euro e lira, giacchè le materie prime estratte dai paesi degradati o iposviluppati, non hanno subito impennate di prezzo; ed in molti casi. Con questa mossa, magari inizialmente esosa per l’erario, cioè tornare a livelli di cambio tra monete nazionali ed euro antecedenti il duemiladue, il decreto lavoro perderebbe il potere definito devastante per gli imprenditori, siccome uno stipendio minimo di ottocento euro corrisponderebbe a circa due milioni di vecchie lire, ed uno spidendio precario e “schiavizzante” di quattrocento euro magari per una donna, si rivelerebbe con il potere di acquisto di circa un milione di vecchie lire. In tal maniera una coppia di giovani appena entrati nel mondo del lavoro, con il potere di acquisto di tre milioni d lire, non metterebbero molto a procreare, e con scatti di carriera e contratti in divenire a tempo determinato, le famiglie numerose e sopratutto dignitose, riprenderebbero a caratterizzare il tessuto demografico italiano. Da qui la necessità di una metaforica “scure” in grado di recidere le lobby ciniche che hanno distrutto la serenità giovanile italo-europea, provocando una lievitazione dei prezzi al consumo per beni dignitosi, cosicchè lo stallo delle nascite è stata la prima e più pacifica, delle conseguenze.

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