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Trasporto aereo post covid e danni al sud

Ott 12 2020

Trasporto aereo post covid e danni al sud

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COMPAGNIE LOW COST KO, COSÌ IL SUD RESTA ISOLATO
(di Gianni Molinari)

C’è uno studio di un centro di ricerca dell’Università di Bergamo che meglio di ogni altra spiegazione può far capire quanto pericolose per il futuro dell’economia del Sud siano le attuali manovre nel mondo del trasporto aereo con il salvataggio di Alitalia, i vincoli alle compagnie low cost e il sostegno «zero» agli aeroporti.
L’Iccsai (International Center for Competitiveness Studies in the Aviation Industry) spiega che «malgrado un Pil in riduzione tra l’inizio e la fine del decennio, il trasporto aereo ha fatto registrare un tasso di crescita annuo in termini di numero di passeggeri pari al 3,9 per cento. In dieci anni l’aumento complessivo è stato del 47,3 per cento». Ed aggiunge «la maggiore crescita dal 2009 al 2019 è avvenuta per gli aeroporti delle Isole (+43,1 per cento) e del Sud Italia (+73,6 per cento). Ciò evidenzia la funzione del trasporto aereo di fornire accessibilità a territori altrimenti periferici e caratterizzati dalla sostanziale assenza di mezzi di trasporto sostitutivi. Evidenzia, inoltre, la sua essenzialità per sostenere lo sviluppo del turismo nelle medesime aree».
Quella maggiore crescita di cui parla il centro di ricerca è tutta collegata allo sviluppo delle reti delle compagnie low cost che hanno messo in piedi network con collegamenti diretti point-to-point permettendo di raggiungere direttamente le principali città europee riducendo significativamente i tempi di viaggio.
Cioè – com’è capitato per Napoli – collegamenti diretti tra medie città hanno attivato flussi di turismo costanti, anche in periodi che una volta non avevano grande attrazione.

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