Trump fa causa ad Hillary Clinton e Russia denuncia Stampa italiana
Il presidente Trump fa causa a Hillary Clinton e una serie di altri in una causa Rico sulla truffa della collusione con la Russia. Il presidente Trump ha presentato una causa federale “RICO” a Miami, Florida, giovedì contro Hillary Clinton e altri per la bufala della collusione con la Russia orchestrata dalla campagna della Clinton nel 2016 per minare la candidatura di Trump e impedire la sua presidenza. Trump chiede il triplo dei danni per le spese e le perdite equivalenti a 24 milioni di dollari.
Il querelante, Donald J. Trump, attraverso il suo avvocato, con la presente imbastisce una causa contro gli imputati Hillary R. Clinton, HFACC, Inc, il Comitato Nazionale Democratico, DNC Services Corporation, Perkins Coie, LLC, Michael Sussmann, Marc Elias, Debbie Wasserman Schultz, Charles Halliday Dolan, Jr, Jake Sullivan, John Podesta, Robert E. Mook, Phillipe Reines, Fusion GPS, Glenn Simpson, Peter Fritsch, Nellie Ohr, Bruce Ohr, Orbis Business Intelligence, Ltd, Christopher Steele, Igor Danchenko, Neustar, Inc, Rodney Joffe, James Comey, Peter Strzok, Lisa Page, Kevin Clinesmith, Andrew McCabe, John Does da 1 a 10 (questi nomi sono persone fittizie e sconosciute), e ABC Corporations da 1 a 10 (questi nomi sono società fittizie e sconosciute) e fa le seguenti accuse:
Introduzione 1. Nel periodo precedente le elezioni presidenziali del 2016, Hillary Clinton e le sue coorti hanno orchestrato una cospirazione inimmaginabile - che scuote la coscienza ed è un affronto alla democrazia di questa nazione. Gli imputati hanno agito di concerto e hanno cospirato maliziosamente per affermare che il loro avversario repubblicano, Donald J. Trump, era colluso con una sovranità straniera ostile. Le azioni intraprese a sostegno del loro piano - falsificare le prove, ingannare le forze dell'ordine e sfruttare l'accesso a fonti di dati altamente sensibili - sono così oltraggiose, sovversive e incendiarie che persino gli eventi del Watergate impallidiscono al confronto. 2. Sotto il pretesto di "ricerca sull'opposizione", "analisi dei dati" e altre strategie politiche, gli imputati hanno cercato in modo nefasto di influenzare la fiducia del pubblico. Hanno collaborato con un unico obiettivo: Per diffamare Donald J. Trump. La loro cospirazione di vasta portata aveva lo scopo di ostacolare la candidatura di Trump alla presidenza inscenando uno scandalo che sarebbe servito da innesco per un'indagine federale infondata e avrebbe acceso una frenesia mediatica. 3. Il piano è stato concepito, coordinato ed eseguito da alti funzionari della campagna della Clinton e del DNC - compresa la stessa "candidata" - che hanno cercato di nascondere il loro coinvolgimento dietro un muro protettivo di terzi. All'inizio, la campagna della Clinton e il DNC hanno arruolato l'assistenza del loro consulente comune, Perkins Coie, uno studio legale con stretti legami con i democratici, sperando di nascondere le loro azioni sotto il velo del privilegio avvocato-cliente. Perkins Coie è stata incaricata di trovare - o falsificare - le prove di una torbida connessione tra Donald J. Trump e la Russia. A tal fine, Perkins Coie ha lanciato operazioni parallele: Da un lato, Marc Elias, un partner di Perkins Coie, ha condotto una campagna per produrre falsi "studi di opposizione" che pretendono di rivelare legami illeciti tra la campagna di Trump e gli operatori russi; dall'altro, Michael Sussmann, un partner di Perkins Coie, ha condotto una campagna per sviluppare prove fuorvianti di un falso collegamento tra i server di posta elettronica della Trump Tower e una banca di proprietà russa.
Cio’ avviene con il disconoscimento della vittoria in una competizione nazionale di nuoto femminile, di un’atleta transgender, da parte del governatore della Florida, attribuendo la vittoria alla seconda classificata con la motivazione che consentire ad uomini di competere con le donne, a prescindere da operazioni genitali effettuate, costituisce una frode, ed inoltre lede le pari opportunita’, inficiando il lavoro delle donne.
” Quotidiano La Stampa citato dalla diplomazia russa come colpevole di diffondere odio e fomentare omicidi.
Marcello Pamio il 25 marzo ha alluso
l’istigazione a delinquere e apologia di reato per alcuni articoli a dir poco scandalosi pubblicati dalla stampa italiana. Ecco il motivo per cui l’ambasciatore russo a Roma Sergey Razov ha presentato un esposto alla magistratura proprio ieri. Ricorda infatti come sul giornale “La Stampa” il 22 marzo scorso sia stato “pubblicato un articolo in cui si considerava la possibilità dell’uccisione del presidente della Russia. Non c’è bisogno di dire che questo è fuori dall’etica e dalla morale e dalle regole del giornalismo. Ecco perché ho presentato l’esposto”. Lasciando perdere etica e moralità, valori apparentemente inesistenti nel giornalismo mainstream, per Razov ha ricordato che “nel codice penale della Repubblica italiana si prevede la responsabilità per l’istigazione a delinquere e l’apologia di reato”.
Atto dovuto questo dell’ambasciatore, ora l’auspicio di molti e’ che ci sia in Italia ancora un giudice onesto e che imponga sanzioni ai giornalisti colpevoli di tale reato.
Purtroppo in Italia vengono indagati liberi cittadini solo per aver consigliato la disobbedienza civile, mentre una dovizia di veri criminali continuano a rimanere a piede libero, ed e’ stato abrogato il contratto Rai del professor Orsini, a causa delle sue idee antitetiche quelle della Nato in merito all’Ucraino. A tal proposito e’ stato rimarcato, destando scalpore, il giubilo di David Parienzo in diretta su “La sette” per la desisione censorea dei vertici della tv di stato italiana egemone in Europa circa venticinque anni fa. Il copresentatore della Zanzara di origini ebraiche aveva avuto recentemente un tenzone con il giovane intellettuale che insegna alla Luiss, in cui era risultato palesemente ed amaramente perdente. L’indignazione per questo dileggio pubblico ad Orsini che coinvolge fette crescenti di opinione pubblica riflette un irreversivile processo di abbandono delle principali trasmissioni giornalistiche italiane, definite troppo faziose ed allineate al sistema di potere finanziario globale.
https://www.romatoday.it/attualita/ambasciatore-russo-a-roma-denuncia-stampa.html.