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Usa: dimissioni ed ingresso di Elon Musk

Apr 04 2022

Usa: dimissioni ed ingresso di Elon Musk

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La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, come riporta la statunitense “Disclose tv” sarebbe pronta a lasciare il suo attuale incarico per condurre un programma televisivo presso la MSNBC. Questo sembra essere il segnale definitivo di una sorta di rottura politica nel panorama presidenziale. Se anche la Psaki lascia l’amministrazione di Biden, è alquanto probabile che il ritorno ufficiale di Trump sia concretizzabile e spaurisca. Su questa falsa riga i prossimi mesi si preannunciano piuttosto movimentati.

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Elon Musk tra l’altro ha acquistato quasi 73,5 milioni di azioni Twitter, come mostra un documento depositato presso la US Securities and Exchange Commission. Significa che il co-fondatore di Tesla ha più che quadruplicato le azioni del fondatore di Twitter Jack Dorsey , che ne possiede il 2,25%. La sua partecipazione passiva nella società è valutata fino a $ 2,9 miliardi in base alla chiusura del titolo di venerdì e il costo stimato dell’accordo era di $ 2,4 miliardi, in relazione al prezzo delle azioni del 14 marzo, da quando ha le ha inizato ad acquistare Musk.

La notizia ha spinto le azioni di Twitter a salire di oltre il 26% negli scambi pre-mercato prima dell’apertura di Wall Street lunedì . Oggi Musk possiede circa il dieci per cento di azioni di quello che un tempo si consolido’ come il secondo principale social network. Elon Musk domenica ha dichiarato che il produttore di auto elettriche Tesla punta a un margine lordo del 30% o a circa il 10% di redditività, inclusi tutti i costi, per il business della rete Supercharger. Oggi infatti la possibilita’ di caricamento quasi immediato dei prodotti elettrici rappresenta una realta’ da corroborare anche se gia’ presente in dispositivi come i telefoni Oppo. Cosa è successo l’imprenditore miliardario lo ha scritto su Twitter in risposta a un post in cui si chiedevano dettagli sul valore della rete Supercharger di Tesla.

L’impianto Tesla di Shanghai pero’ resterà chiuso anche domani, nonostante l’ipotesi di riapertura a partire da lunedì circolata in questi giorni. Le restrizioni Covid, ha spiegato la casa automobilistica ai propri dipendenti, rendono impossibile riprendere l’attività. Ieri Tesla ha annunciato un aumento del 68% rispetto allo stesso periodo del 2021. Un risultato raggiunto nonostante tre mesi “eccezionalmente difficili”, come li ha definiti il ceo Elon Musk, proprio per le interruzioni delle forniture e per la politica cinese dello zero Covid che ha fatto fermare lo stabilimento di Shanghai. 

Neanche la mancanza di microchip influisce sul marchio americano di auto elettriche. E neppure le due fermate a cui è stata costretta una fabbrica fondamentale nel sistema Tesla come la mastodontica azienda produttiva in Cina.  Il record precedente era di 308000, raggiunto nell’ultimo “quarto” trimestre del 2021. Per una volta sono state consegnate ai clienti più auto di quante siano state prodotte, dando fondo alle scorte accumulate nell’ultimo periodo dell’anno scorso. Adesso la musica cambia, innestando tutta un’altra marcia, con l’entrata in funzione delle due nuove fabbriche in Europa ed America Di conseguenza con la possibilità di produrre ancora più vicino ai mercati di destinazione e a costi ancora più contenuti, grazie al continuo affinamento dei processi di automazione e produzione.

Tesla va veloce su pista ed in concessionaria, alla luce delle 310000 immatricazioni ottenute nei primi tre mesi del 2022. Neanche la penuria di microchip ferma la rincorsa del marchio del magnate sudafricano naturalizzato americano. E neppure le agguerrite concorrenti che si sono riattrezzate in chiave elettrificata. I risultati del primo trimestre parlano di un nuovo record di consegne. Il tweet con cui il 17 marzo Elon Musk ha annunciato il Master Plan Part 3 fa trapelare anche l’interesse del facoltoso industriale per il social californiato di fatto oggi acquisito.

Le Case tedesche del segmento premium come Audi, Bmw e Mercedes guardano con apprensione a questi risultati. Il mercato dell’auto è fermo, ma non per Tesla che, in controtendenza in ogni parte del mondo, continua rosicchiare quote di mercato. E il suo campionato non è più solo dell’elettrico, ma l’intero settore  dell’automotive in generale. Nella Francia il Model 3 a marzo si e’ collocato al terzo stallo delle auto più vendute in assoluto, benzina e diesel comprese. Spingendo la quota delle EV a un imminente sorpasso su quella delle auto a gasolio. E ora Musk prepara la terza fase della crescita Tesla,  come annunciato sul suo ormai, social network. La prima è iniziata nel 2006, quando ancora l’idea era solo di aprire un nuovo capitolo nell’era automotive, creando una marca elettrica da vendere poi al migliore offerente. La seconda è partita dopo una decade, con l’arrivo del “Model 3” e l’uscita dalla nicchia iniziale. E ora il terzo capitolo,  quello dell’auto di massa: addirittura, si dice, per fare 20 milioni di auto all’anno. Anche se le critiche per il settore auto elettrico non mancano, a causa dei costi elevati di questa tecnologia e del dispendio in termini di risorse energetiche: i detrattori di Tesla caldeggiano per motori termici alimentati ad acqua che pertanto mantengano il classico fragore che li contraddistingue.

Sul versante italiano Fiat assicura l’implementazione del segmento di utilitarie e medie nel prossimo decennio, con l’ingresso di cinque nuovi modelli, il ritorno della Punto con un nome diverso, la permanenza della Panda fino al 2026 e l’ambizione di corroborare il marchio con centomila immatricolazioni di elettriche annuali: in tal guisa Fiat afferma di voler assurgere a capofila del mercato elettrico dal prezzo calmierato.


   

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