Bansky migliore e pazzo artista antiglobalista
Bansky e’ un egregio paradigma di arte pittorica coniugata nei postmoderni graffiti e nell’arte “ stradale”; ma e’ sopratutto il sommo rappresentante dell’anticonformismo artistico che si palesa nelle invettive figurative alla politica, alla deontologia inappropriata di oggi, alla celebrita’ ed alla prosperita’: infatti Bansky e’ un pittore di cui si conosce solo l’eta’ quarantennale anziche’ l’identita’, oltre che la nascita inglese, presso Bristol.
La provocazione, i richiami alla morale, la critica politica ed economica fanno da soggetto alle creazioni del principale esponente della stencil art, che ha dipinto il muro di separazione tra Israele e Cisgiorndania, con molteplici icone di bambini atti a sorvolarlo, oppure a crearsi una breccia per gustarsi il paesaggio libero da ombre. Ed e’ quel muro decretato antitetico ai diritti umani dal tribunale dell’Aia del 2004, ad aver reso l’azione di questo pittore eclettico, davvero degna di lode, in ottemperanza a cio’ di cui e’ capace l’arte se utilizzata da uomini liberi ed anticonformisti. Di Bansky colpisce ancora la facile ermenutica e la comprensibilita’ delle creazioni, che hanno riproposizioni di immagini pubblicitarie con stile pittorico e colori grigio-scuri, popolate da disparate forme di vita, animali e antropomorfe. Ma cio’ non limita all’artista di espandere il suo credo anticonformista ed antiglobalista allorche’ ha dipinto il celeberrimo “Show me the Monet”; questa creazione mostra un paesaggio perfettamente uguale a quelli monetiani sul lago, con il ponte, ma spezzato da un cono stradale e carrelli delle spesa distorti. La colorazione uguale a quella di Monet afferma le alte doti pittoriche di questo colossale artista. Lo stesso pittore che porta alcuni suoi quadri nei principali musei e consessi artistici, in aperta critica con la capacita’ economica che impone i propri gusti figurativi e riserva ai soli facoltosi la opportunita’ di gustare ed acquistare opere di pregevole fattura. Bansky non consente riproduzioni delle sue opere ma sovente le lascia in fruizione e in proprieta’ nei luoghi pubblici dove le compone e le espone.
Le opere principali di questo artista poliedrico sono il Fallng shopper in cui ritrae una donna in scuro dai capelli irti, la gonna stile tailleur e i tacchi, che affonda in un abisso assieme al suo carrello della spesa. Un consumatore questo, prettamente inglese e preda di quel sistema globalizzatore che ha trovato un nuovo slancio nei supermercati in cui il cibo da necessita’ diviene bene di moda e largo consumo connesso con le dinamiche del potere e del denaro. Questa donna che cade e porta in un abisso amorale il suo carrello della spesa, e’ forse l’icona di quella ventura fine del mondo, paventata dagli esponenti della salvaguardia delle risorse mondiali rispetto al commercio inveterato delle stesse per fini sopratutto o soltanto economici.
Ancora no ball games e’ il vero e proprio manifesto banskyano contro il proibizionismo e le violenze sui bambini, relativamente al divieto posto loro di giocare con la palla all’ombra di un muro, figure oscurate dal Grande Fratello odierno, forse, tuttavia l’ilarita’ dei soggetti che traspare dalla luce oscurata e si riflette sull’ombra del muro, e’ il manifesto della spensieratezza dei bambini da salvaguardare; bambini che riescono a sdrammatizzare i fenomeni malsani del sociale e vi fanno fronda allorche’ giocano con i cartelli di divieti alla stregua di un pallone.
In Sweeper invece, Bansky ritrae quella parodia del mondo occidentale, in particolar modo, allorche’ una donna vestita in un misto fra tata e cameriera otto-novecentesca, spazza e ripone la polvere su un muro pieghevole nei lembi, alla stessa stregua di un tappeto. E sara’ proprio questa focalizzazione del muro a rendere l’artista di Bristol un palladio antisionista, antisoprusi ed in grado di ibridare alla perfezione atmosfere, personaggi e temi del passato, con la drammaticita’ e le icone del presente, in tipica capacita’ universalista e metatemporale.
Cosi’ da artista poi personaggio indiscreto e scomodo, Bansky diviene per necessita’ il principale rappresentante della tecnica pittorica dello stencil, ossia la facolta’ di mettere colore su disegni gia’ elaborati in studio, in grado di renderlo produttivo e imprendibile per la polizia: infatti Bansky finisce i murales in quindici minuti per mezzo della composizione del disegno su lastra solida che deve solo riempire di colore…