Codice d’onore tradito e Hollywood
L’immortalità degli classici nelle arti, si evince dalla propria attualità anche quando i tempi cambiano dal punto di vista cronologico, ecco perchè il pubblico che fruisce i classici dell’arte aumenta o rimane quasi stabile, ma certamente non si decima.
Codice d’onore mette in risalto la estrosità attoriale del longevo e attraente Tom Cruise anche fuori dalle parti che ne enfatizzano l’avvenenza, il carisma dell’istrionico Jack Nickolson, e il “significato” di Demi Moore come donna-attrice che rimane ovvero permea lo spettatore al pari del ruolo eclettico che può con inalterata qualità interpretare.
L’universalità del film pluripremiato distribuito nel ‘92, Codice d’onore, riveste un’importanza quasi pionieristica nello sgonfiamento del ruolo virtuoso del corpo dei marines degli Stati Uniti, alla stregua di ogni organo di autodifesa al mondo. Per quanto infatti la trama sia di fantasia, il tenente avvocato Kaffee-ovvero Cruise-viene scelto dalla corte marziale per montare una strategia difensiva verso due commilitoni ed il loro capitano, che hanno giocato un ruolo attivo nell’uccisione di un soldato meno rigido ed indurito di spirito, il quale viene accusato dall’intero corpo militare di sensibilità e debolezza, per aver mostrato intenzioni ed atteggiamenti compassionevoli verso un civile cubano ucciso nell’isola di Castro, da un colpo di pistola scoppiato da un marines. La linea processuale tenuta dal giovanissimo divo hollywoodiano però, poggia sula volontà di scagionare il capitano ed i due marines esecutori materiali dell’uccisione, giacchè essi fossero stati obbligati ad obbedire da un ordine proveniente dal colonnello Jessep. Così gli altarini di quest’ultimo vengono progressivamente scoperti per mezzo dell’arringa di kaffee che lo provoca con un sottile e continuativo gioco psicologico in cui si evince la falsificazione degli ordini verso il capitano ormai suicida, falsificazione delle registrazioni di volo per smacchiare dal militare-politico in fase di promozione come responsabile della difesa americana, dall’onta dell’omicidio premeditato ed eseguito. Il tutto si svolge con una dinamica scoppiettante di eventi che vedono Kaffee dapprima perdente nonostante l’appoggio della preoccupatissima tenente-comandante Demi Moore, la quale si schiera col giovane ed impavido collega. Sebbene la vicenda culmini con l’arresto del potente colonnello, con l’espulsione dei marines esecutori materiali dell’omicidio, fa rabbrividire il cinismo che detta mosse e regole delle istituzioni militari massime così come delle grandi associazioni economiche, sociali politiche che di fatto dettano le regole del mondo come lo si conosce. Non spetta agli artisti criticare alcunchè bensì fare intravedere un’alternativa possibile anche quando essa sembra impossibile. Dunque le connivenze e le nefandezze che imprigionano innumerevoli volte le virtù individuali, creano i disordini personali nel sistema mondiale che crede di reggere su un ordine per lo più ideale. Per nulla catartico dunque, appare il suicidio del capitano colonnello per le scomode verità di cui è a conoscenza; eppure questo appare tuttora l’emblema di una società spersonalizzante da cui non è possibile uscire bensì solo ammorbidire se si ha il coraggio di compromettersi assieme ai pochi o tanti che, il cuore, lo hanno già ammorbidito oppure lo hanno sempre avuto morbido. Gli articoli in foto sono acquistabili nella sezione “shop” di questo sito, sul marketplace della pagina Facebook “Francesco Tondo” e nei punti fisici di Piemme agenzia via San Gennaro Napoli e Fulvio Mazzarella, nei pressi della stazione di Napoli.