Gabriele Muccino e la psicologia universale ad Hollywood
Poter disporre, a livello di nazione Italia, di un cineasta posto al vertice della gerarchia di Hollywood, è una fortuna e contemporaneamente un vanto incommensurabile: Gabriele Muccino lo associo come tedoforo di una forma di spiritualismo laico del cinema post moderno.
Sebbene la vita privata del fratello maggiore e più encomiato dell’attore Gabriele Muccino, presenti traccie di denunciata infamia e crudeltà, il corso dei film realizzati, segnano l’anima e la mente in un crogiuolo di elementi nobili: ansia, povertà, amore, passione, insoddisfazione, rettitudine, anzianità, traumaticità, paternità, coniugalità, deontologia. Insomma tutti temi universali e più che mai forieri di insoddisfazione, sofferenza, entropia nelle principali fasi della vita. E la profondità spirituale, mentale, introspettiva, con cui Muccino dipinge le relazioni ambigue e precarie nonchè le crisi di mezza età in Baciami ancora, ne fanno un regista encomiabile e sofisticatissimo.
Scelto da Will Smith per esprimere al meglio la voglia di arte e la potenza dei sentimenti noncchè dei drammi, Muccino ha raggiunto l’acme del successo con “La ricerca della felicità” in cui l’agone tra opulenza ed indigenza, lavoro e disoccupazione, viene battuto dall’affermazione della volontà e della tempra ferrea nel raggiungere un obiettivo nobile. Ad onta delle frustrazioni e delle sconfitte.
Sette vite invece, rappresenta a mio parere l’incoronamento dell’ex regista di documentari e spot pubblicitari, quale illustre componente dell’Olimpo del cinema universale. Perchè la profondità con cui snocciola il dramma dell’omicidio stradale causato da consultazione del telefono, si dipana in maniera virtuosamente catartica con il dono spontaneo della vita, a sette sconosciuti bisognosi dei propri organi; degli organi del protagonista Will Smith, il quale convive col senso di colpa e persegue il fine nobile di donarsi al prossimo, sopratutto quando attua l’abnegazione di privarsi della donna amata, donandole il cuore, materialmente, ed uscendo dalla sua vita,
uscendo dalla vita terrena e dando ad essa la possibilità di vivere una favola d’amore con un altro uomo. Insomma la elevatissima percezione spirituale, rende grande questo italiano mirabile, nel cinema mondiale. Un lavoro introspettivo che partorisce opere di nobiltà spirituale universale, in cui la catarsi diviene più bella in quanto scevra di violenza, e pregna di sentimento. Quadro su tela di Sabo art; dimensioni 80×60, 500€, disponibile alla sezione shop di questo sito e sul marketplace della pagina Francesco Tondo