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Il Metaverso brucia 700 miliardi: il flop di Facebook atterrisce Wall Street

Ott 19 2022

Il Metaverso brucia 700 miliardi: il flop di Facebook atterrisce Wall Street

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Sebbene i giovani e meno giovani trascorrano un tempo in ascesa clamorosa a consultare telefoni, computer, televisioni intelligenti e tavolette informatiche,  una  “ realtà tangibile si contrassegna ancora   megliore di una proiezione informatica innestata si un mondo fatto di algoritmi in cui rifugiarsi.

Il Metaverso  creato da Mark Zuckerberg e che nelle intenzioni doveva essere addirittura “competitivo” con le esperienze della vita vera si rivela una iattura per gli investitori. Come rivela  il Wall Street Journal, l’ultimo corollario di Facebook e’ un flop ed a proposito riporta dei redami ufficiosissimi in cui il mondo alternativo viene descritto come “vuoto e triste”.

I visitatori di Horizon World si confermano  pochissimi e la maggior parte di loro abbandona l’applicazione dopo averla provata: l’obiettivo iniziale di raggiungere i cinquecentomila utenti mensili entro l’anno è praticamente fallito. Comparando gli altri social media detenuti da Meta, inclusi Facebook, Instagram e Whatsapp, tutti insieme attraggono circa 3,5 miliardi di utenti medi mensili, una cifra, scrive il Wall Street Journal, equivalente a quasi la metà della popolazione mondiale: attualmente invece, Horizon raggiunge solo 180mila internauti. La maggioranza degli utenti accede ad Horizon World con i visori Quest, e il nuovo Quest Pro ha un costo in Italia di 1800 euro. Sempre secondo fonti del quotidiano statunitense, oltre la metà dei dispositivi sarebbe inutilizzata da circa sei mesi. Meta ha investito molto sul progetto, circa 15 miliardi con una perdita di oltre 700 miliardi di capitalizzazione come riporta il Sole 24ore, ma per ora l’obiettivo è continuare e sviluppare ancora di più i mondi alternativi per renderli più appetibili agli utenti. Un po’ come il progetto di convertire gli appassionati del cinema alla fruizione in 3 d con appositi occhiali sembra perdente in seguito ad un iniziale successo, il Metaverso non e’ considerato accattivante; anche se dal punto di vista professionale diviene cruciale per mezzo delle possibilita’ di prove  e didattica con simulazioni di sorta.

Un portavoce di Meta ha affermato  che il Metaverso è un progetto pluriennale e che quello è il futuro dell’informatica. L’esperienza di altre tecnologie, giudicate improduttive in un primo momento e poi diventate dominanti sul mercato, insegna che se un prodotto deve diventare indispensabile troverà il modo di esserlo. Lo scenario avverato con Microsoft in seguito alla bolla speculativa che ne stava decretando il fallimento. Il Metaverso si proclama come una mirabile opportunita’ didattica e professionale, da sceverare con la socialita’ illimitata ma asintotica che sta inficiando le giovani generazioni ed i quarant’enni.

“In un ipotetico futuro, una popolazione chiusa nel proprio Metaverso, dove non inquina, non consuma, non protesta, rappresenta sicuramente un vantaggio per chi vorrebbe vedere il mondo ridotto a poche unità di abitanti”, si sfoga sulle proprie piattaforme social, la redazione di Byoblu. Intanto destano scalpore le decisioni singole, sparute e singolari, di proibire il telefonino in classe agli studenti, per recuperare e massimizzare il loro modo di interazione, memorizzazione, studio, scrittura, confronto, apprendimento, per cui l’agone tra virtuale e reale si rivela irreversibile e opportuno di regolare in maniera ferrea.

In tutto cio’ Tik Tok si slatentizza come vettore economico posseduto dai medesimi finanziatori di Facebook e soggetto a censura, sebbene il successo lo innalzi a start up egemonica nel panorama mondiale. Ed anche Rumble sedicente social network autonomo e decentralizzato, si e’ imbattuto in aspre critiche per aver rimosso un lungo video di matrice cattolica pubblicato da un prelato sudamericano ma residente a Roma, che riscuoto un successo inverosimile sul piano dei seguaci.

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