Il taglio degli algoritmi
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E’ stata approvata in America, specialmente nello stato della Florida, riporta Roberto Mazzoni, residente Usa e azionista Rumble, una legge che diverra’ il prossimo mese direttamente esecutiva per regolamentare i social network. Infatti mentre da un lato si registrano cali e perdite altalenanti in borsa e tra gli utenti di Twitter, il potere dei social media non cessa affatto, per mezzo dei propri algoritmi in grado di operare censure dirette ed indirette con demonetizzazione, divieto di pubblicazione per personaggi come Trump, categorizzazione aprioristica di notizie come fake news, discesa nelle voci di ricerca dei giornalisti e testate scomode, cesura delle visualizzazioni con interventi anche manuali in base a contenuti scomodi per azionisti e detentori di tali big Tech. Ecco allora che con l’iniziativa americana i social non potranno piu’ oscurare, emarginare, taglieggiare alcunchi’ senza previa reiterata e motivata comunicazione, pena sanzioni fino a centomila dollari. Inoltre per politici locali da 25000 euro al giorno di nocumento attuato dai social verso essi, e per quelli nazionali 250000 dollari quotidiani. Ancora gli algoritmi utilizzati dai social per controllare il dissenso e danneggiare testate e professionisti dissonanti, dovranno essere resi noti ogni anno, e resi possibile da disabilitare per gli utenti.
Per mezzo della legge in approvazione della Florida, gli unici tabu’ possibili sui social, a differenza di oggi in cui le parole chiave “vaccini, satanismo, Covid, Illuminati, Nuovo Ordine Mondiale, Grande Reset” stroncano visite, introiti, risultati di ricerca, visibilita’, saranno presenti come tabu’ unicamente argomenti considerati illegali e incostituzionali.
Infine sara’ impossibile concretizzare censure e oscuramenti verso testate giornalistiche in America da parte di Big Tech; binariamente in Cina e’ stata sanzionata dall’Antitrust la societa’ editrice di Tik Tok-maggiore start up mondiale-per circa tre miliardi di euro, bloccandone la quotazione in Borsa propedeutica a Wall Street e da essa orchestrata.
Byte Dance, proprietaria di Tik Tok ed interconnessa con l’America seppur sia cinese, e’ anche la principale finanziatrice di Fact-cecker al mondo, ossia degli aruspici delle fake news, il cui potere politico e’ ormai clamoroso. Tra i destinatari dei provvedimenti succitati emergono anche Whatsapp e Telegram, nonche’ tutti i social con cento milioni di utenti e cento milioni di fatturato.
L’Uganda, a causa della sgretolazione delle comunicazioni e della politica di Trump ad opera degli oligopolisti privati della rete, ha bandito tali big Tech dal proprio paese, in concomitanza tra l’altro, con le elezioni.
La Russia sta alla procedura finale di una Internet svincolata dalla Silycon Valley e tutta governativa.https://www.facebook.com/marketplace/item/210340406717147/