Le fake news di Alessandro Barbero finiscono in tribunale
I NEOBORBONICI QUERELANO BARBERO. PREFAZIONI E ARTICOLI IN TRIBUNALE A NAPOLI. Il Movimento Neoborbonico ha querelato Alessandro Barbero dopo alcuni recenti articoli sul Mattino e alcune recenti prefazioni (ultima quella del nuovo libro del giornalista Marco Esposito). Mentre attendiamo l’esito di altre querele (in corso d’opera, come abbiamo accertato di recente), ognuno è libero di portare avanti le sue tesi storiche e di scegliersi gli autori delle sue prefazioni ma non è libero di offendere gli interlocutori e di “ospitare” offese nei suoi libri. Il docente piemontese di storia medioevale da qualche anno è impegnato in ricerche sulla storia risorgimentale e in particolare su Fenestrelle con la finalità di negare o ridimensionare i drammi vissuti da migliaia di soldati delle Due Sicilie nella fortezza-lager sabauda (per gennaio anche una nuova pubblicazione accademica che smantellerà le tesi barberiane). Nei testi in questione Barbero definisce “scellerate fantasie” quelle dei neoborbonici che avrebbero “reinventato, con informazioni false, la
storia del Sud e dell’Italia influenzando la mentalità italiana e accendendo con mezzi immondi passioni violente”. Se un tribunale lo giudicherà opportuno procederà per accertare se sono calunniose queste affermazioni contro le migliaia di iscritti e simpatizzanti neoborbonici (previste borse di studio per i ragazzi delle periferie del Sud in caso di risarcimenti). Barbero dovrà dimostrare la bassezza di “stature umane” e la necessità di scarso rispetto verso i neoborbonici e anche in quale dei 15 libri del sottoscritto o riferibili al movimento neoborbonico (e non nel mare magnum del web o dei social) si riportano “fantasie e falsità”. In particolare dovrà dimostrare in quale passaggio i neoborbonici avrebbero acceso “passioni violente” e per quale motivo i primati delle Due Sicilie sarebbero “tragicomici” e non sarebbero tali le tante leggende della storia risorgimentale (quelle sì “senza mai verificare gli argomenti in senso contrario”). Dovrà anche dimostrare perché mai sarebbero “immondi” i mezzi da noi utilizzati (libri spesso autoprodotti, fotocopie, social, convegni autofinanziati, a differenza di docenti e istituti universitari finanziati con denaro pubblico da oltre in secolo e mezzo). Dovrà, infine, dimostrare perché mai le nostre attività e le nostre ricerche sarebbero una “cattiva azione” quando hanno come unico obiettivo il racconto di tante verità storiche cancellate per oltre 150 anni e, sulla base della storia, portare finalmente alla risoluzione di una questione meridionale sempre più drammatica soprattutto per i nostri giovani. Evidentemenye sono proprio queste tesi, il loro successo crescente e una nuova e diffusa consapevolezza alla base anche di queste reazioni, di questi dibattiti (mai promossi dalle accademie in 150 anni) e di pubblicazioni (anche di Barbero o di Esposito).
PS Premesso tutto questo, qualcuno ancora non ha capito che, nonostante 27 anni di ricerche e di attività continue e tutte frutto di sacrifici personali (senza alcun rapporto partitico e senza alcun finanziamento pubblico), i neoborbonici hanno un unico e disinteressato obiettivo nel segno dell’amore per la nostra storia e per la nostra gente: un Sud finalmente con pari diritti rispetto al resto dell’Italia e dell’Europa. E resta il sospetto che chi continua ad attaccare, a offendere o a cavillare su questa o quella notizia a senso unico (Sud), forse, in sostanza, semplicemente non condivide quest’obiettivo.
Gennaro De Crescenzo
Movimento Neoborbonico
Ufficio legale
Ufficio stampa