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Napoli capofila italiana della ripresa

Ott 26 2020

Napoli capofila italiana della ripresa

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NAPOLI STA CAMBIANDO I GIOCHI: TORNIAMO AL NOSTRO CAVALLO RAMPANTE, L’EPOCA DEL CIUCCIARIELLO E’ FINITA E NON DIVERTE PIU’.
di Emilio Caserta

A seguito di quello che è accaduto l’altra sera (giusto o sbagliato che fosse), c’è stato un cambio rotta da parte di De Luca, richiamato certamente da qualcuno che si trova più in alto di lui e che forse ha dimenticato le proteste di quel popolo che obbedisce quando deve (come ha fatto a Marzo), e disobbedisce quando si smette di scherzare. De Luca, come giustamente ha sottolineato Angelo Forgione, ha smesso di scherzare e così anche il popolo ha cambiato rotta.
Ci tengo a chiarire una cosa, che sono stati i manifestanti numerosi e pacifici ad aver cambiato le cose, non quelli violenti (10 o 15%) che invece le hanno solo peggiorate.
Se non ci fosse stata quella manifestazione il LockDown “senza soldi” era già cosa fatta…state sereni. Non so se avete visto che nessuno più parlava di fondi, incentivi e che era tutto stato rimandato al 2021 (Battaglia grossa quella del Recovery Fund e che come al solito stanno cercando di togliere al Sud una grossa fetta).

Napoli come al solito è esplosa per prima, è stata la città “d’Italia” trattata peggio in questi ultimi 160 anni, è quella che ha perso più di tutti diventando italiana, è quella che da capitale di una grande nazione è diventata semplice capoluogo di regione e la sua lingua è diventata dialetto, ha una rabbia repressa che non avete idea e lo vedo tutti i giorni tra la mia gente quando provo nel mio piccolo a divulgare e difendere quel poco che so sulla nostra storia.
Intanto come leggevo oggi, tanti i post di giovani amici (musicisti, artigiani) come me che hanno scritto “dobbiamo rinventarci di nuovo, ma a noi questo non manca”.
La RABBIA REPRESSA di Napoli (nascosta dietro a musica e tradizione culinaria) è cosa nota a chi ci governa e che sa essere molto pericolosa. Nulla da paragonare alla Napoli delle Quattro Giornate (in epoca italiana già maltrattata e messa in disparte e la prima ad insorgere sempre per rabbia) che doveva essere per forza violenta (spero di non vivere mai quello che i nostri nonni hanno vissuto, bella storia da ascoltare per prendere coraggio tutto qui), non è la Napoli dei Lazzari e dei Sanfedisti quella necessariamente violenta sempre per cacciare lo straniero che al grido “Chi viva” tutti in coro “VIVA ‘O RRE”; non è la Napoli dei Briganti dei secoli passati o di Masaniello, è solo la Napoli di oggi, quella del 2000, stanca di essere presa in giro, derisa ed umiliata, senza ricevere il rispetto che merita una grande Capitale. E’ vero, è la Napoli delle rivolte violente manovrate, quella da cui prendiamo sempre le distanze (non ci sono stranieri da cacciare, forse solo bandiere da disconoscere e che devo dire non ne ho vista una in queste piazze), e poi la Napoli della NOSTRA Rivoluzione Culturale di cui mi sento parte pienamente integrante.

E’ chiaro, come dico sempre che il Covid fa paura (altro che negazionista), ma so anche che la fame fa più paura, e spero che quei Fantamiliardi promessi da Conte questa volta saranno veri quanto prima.
Purtroppo temo che le scene dell’altra sera le rivedremo presto e vedremo come sempre gente disperata, pacifica e violenta, in tutti e tre i casi se dovessimo rivederli in piazza anche nelle prossime settimane, vorrà dire che i FANTAfondi del governo non sono arrivati e quello che avete visto l’altra sera sarà quintuplicato.

Massimo Troisi disse in una nota trasmissione ma non ricordo quale: “il Napoletano non si rivolta perchè non sa dove sta il nemico, ma non appena lo capisce, cambia tutto”.
Dopo tutto questo brutto periodo, mi viene da scrivere ai nostri governanti una sola cosa:
“FATE PRESTO”.

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