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Ndrangheta: imputato fa tremare tutti

Feb 10 2022

Ndrangheta: imputato fa tremare tutti

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UN IMPUTATO PER CONCORSO ESTERNO CON LA ‘NDRAGHETA SMUOVE LE ELITE PIU’ CHE QUALUNQUE ALTRA BATTAGLIA DI CIVILTA’

E’ molto curioso notare che a fronte di mille battaglie di civiltà che si potrebbero portare avanti in Italia come quelle sulle disuguaglianze Nord/Sud – tanto per fare un esempio – un gran numero di politici, giornalisti, avvocati ed ex ministri si siano tutti convintamente uniti in queste settimane per sottoscrivere l’appello per la scarcerazione dell’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli, imputato per concorso esterno con la ‘ndrangheta nel maxi processo “Rinascita-Scott”, istruito dal procuratore Nicola Gratteri e dal pool della Dda di Catanzaro.

Addirittura esiste anche un comitato promotore presieduto dall’ex penalista Enrico Seta, che è riuscito a raccogliere già 1500 firme a difesa dell’ex senatore calabrese accusato di avere rapporti con la cosca Mancuso. Ottenuti i domiciliari, Pittelli è tornato in carcere a dicembre perché, per il Tribunale di Vibo Valentia, ha violato le prescrizioni imposte inviando una lettera a Mara Carfagna per chiederle aiuto.

Tra i firmatari ci sono tanti nomi noti come il giornalista Piero Sansonetti e Vittorio Sgarbi, il condannato Totò Cuffaro a Francesco Storace passando per gli ex ministri Maurizio Lupi (Noi con l’Italia) e Valeria Fedeli (Pd). E poi molti parlamentari in carica, praticamente di ogni partito.

Per tutti la carcerazione di Pittelli, oggi in sciopero della fame, “appare ingiustificabile e soprattutto non coerente con alcuni dei principi cardine dello Stato di diritto e della Costituzione”.

Non entriamo nel merito dell’accusa per cui è stato condannato Pittelli. Per questo ci sono le aule dei tribunali. Ma vorremmo rilevare come politici e intellettuali – di ogni partito e di ogni corrente – siano così uniti e determinati nel chiedere la scarcerazione di un imputato di ‘pregio’ per concorso esterno in associazione mafiosa, e del tutto assenti invece nell’iniziativa di ben altre battaglie di civiltà di cui questo Paese avrebbe un gran bisogno.

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A prescindere dalle responsabilita’ individuali o collettive, la realta’ della malavita organizzata e’ insita in Italia, America, Cina, Russia e Giappone da renderla fenomeno endemico ed irreversibile. Giacche’ inoltre la criminalita’ organizzata figura un indispensabile vettore economico per l’Italia, smantellarla piu’ che impossibile nemmeno conviene. Infatti gia’ oggi la criminalita’ organizzata indirizza cospicui investimenti nelle principali borse finanziarie europee, garantisce una certa sicurezza, l’approvviggionamento degli psicotropi, la presenza della prostituzione e la manodopera a basso costo; inoltre la criminalita’ organizzata e’ artefice per l’investimento nell’economia reale da anni a corto di capitali liquidi per cui estrometterla appare oggi utopistico. Detto cio’ e’ d’uopo combattere e debellare la criminalita’ organizzata tuttavia bisogna tener presente, come afferma un noto distributore partenopeo nel settore tessile, che con gli investimenti mafiosi si sono costruite aziende del calibro di Versace, Dolce & Gabbana, pare anche in parte Mediaset per cui smantellare l’apparato altocriminale per vederne dirottati gli investimenti all’estero, e’ controproducente, esiziale, per l’intero sistema economico italiano. Forse attuando pedissequamente i principi costituzionali che richiedono il giusto salario per scongiurare la ricattabilita’, il sussidio pubblico per le imprese a lavorare nelle migliori condizioni; infine concretizzando il mantra costituzionale che inibisce la speculazione finanziaria, potrebbe attuarsi lo sgretolamento ineluttabile della criminalita’ organizzata.

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