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Riattivazione ferrovie dismesse ed accordi con Tim: ma i residenti si aggiustano la strada

Mar 16 2022

Riattivazione ferrovie dismesse ed accordi con Tim: ma i residenti si aggiustano la strada

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RIATTIVAZIONE FERROVIE DISMESSE, I PENDOLARI SICILIANI: SI, MA PER TUTTI, NON AD USO ESCLUSIVAMENTE TURISTICO.

La dichiarazione del coordinatore del Comitato Pendolari Siciliani, Giosue Malaponti è perentoria: sulla linea dismessa Alcantara-Randazzo, destinata a divenire “ferrovia turistica”, si intervenga per il ripristino all’esercizio commerciale. Ovvero, per dotare la splendida Valle Alcantara di un vettore di mobilità sostenibile con un servizio di treni regolari e frequenti, destinati a studenti e pendolari, che sottragga il territorio dall’attuale condizione di isolamento.

L’esortazione di Malaponti riecheggia un coro di voci che si alza dal territorio, e che attraverso il Comitato Pro Ferrovia Valle Alcantara sta portando avanti una battaglia intesa a riattivare le linee ferroviarie dismesse che, una volta, collegavano le zone interne della Sicilia con la costa e le città capoluogo. Oggi, una sciagurata Legge, la 128 del 2017, relega quelle linee a finalità turistiche: un ruolo suggestivo, dietro il quale si nasconde una realtà ben diversa: i treni turistici ipotizzati altro non sono che vecchi “treni storici” da far circolare poche volte al mese a vantaggio di qualche decina di appassionati.

A molti amministratori locali è stato spiegato che ciò rilancerebbe il turismo sui luoghi, ma una cosa è il servizio regolare, che oltre a servire la popolazione locale, in particolar modo i pendolari, ne rilancia l’accessibilità a favore di migliaia di turisti, altro è il trenino commemorativo ad un tanto al mese che di turisti, al massimo, ne può trasportare qualche decina.

Dietro questo inganno, secondo i redattori che si prodigano nel progetto di Pino Aprile culminato in un dittico di gruppi numerosissimi su Facebook ed un partito politico, si nasconde lo scippo di infrastrutture già realizzate che, invece, potrebbero rilanciare la mobilità sostenibile per antonomasia: quella ferroviaria. Ed attivare, attraverso l’interconnessione in apposite fermate, anche l’accessibilità ciclabile, perfettamente inserita nel territorio.

Ultimo fondamentale dato: un eventuale ripristino a solo scopo turistico, come giustamente ricorda il Comitato Pendolari Siciliani, non avrebbe costi diversi da un ripristino commerciale. Pertanto, oltre alla beffa per i territori, si configurerebbe il danno per i contribuenti, che si troverebbero a finanziare con le loro tasse un servizio di nicchia. Gestito, ovviamente, da privati.

I soliti investiment, definitii “DI QUALITA'”, comportano la collaborazione di Ferrovie dello Stato e Tim, che investe 12 milioni di euro per potenziare la connessione 4G nelle gallerie delle linee dell’alta velocità.

https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/23466/

“I lavori di potenziamento degli impianti nelle gallerie, sulle tratte dell’alta velocità tra Torino, Milano, Bologna e Firenze, sono in partenza quest’anno,
e proseguiranno nel corso del 2023, da Firenze fino a Napoli e da Bologna a Venezia. […] gli interventi che il gruppo Fs ha in programma consentiranno ai passeggeri di usufruire di una connessione stabile e di alta qualità pure nelle aree più sfavorevoli…”

Le “aree più sfavorevoli” a cui fa riferimento FS non sono quelle del Sud, nell’ottica del libero mercato su cui si basa Ferrovie dello Stato.
Visti i livelli del servizio ferroviario nel Mezzogiorno, una connessione a 56K oggi disponibile sui treni, si auspica un massiccio intervento aprioristico per dotare tutto il meridione di collegamenti ferroviari multipli, oppure eseguire binariamente l’informatizzazioner dei treni veloci e l’insediamento di binari e treni veloci sull’intero territorio a sud di Napoli.

A Platì gli abitanti si somno aggiustati la strada autonomamente a causa dell’isteresi e del disintetesse statale.

È una storia emblematica e tutta italiana quella ricostruita da Alfonso Picone Chiodo, scrittore, fotografo, ricercatore, trekker ed alpinista, di professione agronomo presso il Dipartimento P.A.U. (Patrimonio architettura urbanistica) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. La storia di una strada che non c’è, ufficialmente chiusa al traffico, ma percorsa da chi di quella strada ha bisogno, e ha deciso di non attendere più i tempi infiniti della burocrazia. «La ex Statale 112 Bovalino-Bagnara – scrive Picone Chiodo – è una delle arterie più importanti e antiche della nostra provincia. La strada, con numerosi e arditi tornanti e alcune gallerie paramassi, è un’arteria di montagna, soggetta a veloce “usura”, vulnerabile per le frequenti cadute di massi e quindi bisognosa di interventi di manutenzione costanti e importanti. Tutto ciò sino a quando otto anni fa una frana di notevoli proporzioni, staccatasi da Puntone di Pendola, l’ha resa definitivamente intransitabile. Alle accese proteste seguirono da parte degli enti competenti promesse di provvedimenti risolutori ma, in un continuo rinvio, non si ebbe alcun intervento». Ecco dunque, la svolta, decisa in “autotutela”: «Ma la pazienza dei platioti ha un limite e, pochi mesi fa, hanno deciso di fare da sé. Autofinanziandosi, mettendo a disposizione uomini, mezzi e strumenti hanno ripristinato il tratto di strada frana.

L’unica realtà meridionale davvero appetibile per gli investitori e lo stato risulta la Campania con Napoli all’apice, per mezzo del record europeo di abitanti per chilometro quadrato, il che sta dando adito ad una dovizia di acquisti teleologici all’accoglienza di un numero esorbitante di turisti che rendono Capodichino tra gli aereoporti a maggior guadagno continentale, con il primato nella crescita del settore. Ma anche i negozi di prossimità nel campano, specialmente quelli attinenti la provincia limitrofa a Napoli, con le isole, stanno attraversando un ritorno della clientela che sta acquistando meno nei classici, grandi supermercati. Da qui si aggancioa la crescita di centri commerciali in prossimità delle principali città campane cui si trovano escluse altre realtà urbane con minori numeri demografici. Frattanto cresce l’arrembaggio turistico italiano ed estero, verso le famigerate isole di Capri, Ischia, e gli importanti siti culturali ed archeologici di Napoli. Viceversa da Eboli in giù lo stato appare latitante con l’apparente accantonamento del progretto già redatto ed approvato, del ponte sullo Stretto che collegherebbe facilmente la Sicilia all’Italia. Con le conseguenti emigrazioni giovanili di massa che lasciano desolati sempre pi paesi e città meridionali.

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