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Sabino Addezio e la giovane arte figurativa

Sabino Addezio e la giovane arte figurativa

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I fermenti artistici contemporanei che invadono Napoli oggi, sono fenomeni davvero entusiasmanti che colpiscono grazie al brio ed alla profondità sensoriale che la permeano.

Sulla scia del fenomeno mondiale a nome Jorit, che unisce i murales con la notiziabilità politica senza deporre il “sublime”, ho scoperto stocasticamente la potenza espressiva di un giovane artista dal doppio lavoro e le ampie vedute: Sabino Addezio traspone un brio creativo tipico dei pittori   più sensibili e spregiudicati. Non mi sento di annoverarlo nel gruppetto trasgressivo cui appartiene il Jorit, per il fatto che lo spettro della politica non si riscontra nelle sue opere. Bensì è la ricercatezza analitica e la vividezza della pittura con accenni da cartoon, che mi fa ritenere il ventitreenne partenopeo, un concentrato di potenzialità che può rendere magnetica la sua produzione, al pubblico dallo  sguardo alieno all’arte figurativa.

Attualmente il giovane espone alla galleria Vanvitelli nel quartiere nobile collinare del capoluogo campano, e si è imposto all’attenzione di buoni galleristi di Roma.

Classificatosi secondo in importanti competizioni combattute da personaggi ben più esperti ed anziani di lui, la carrellata di soggetti realizzati da Addezio, balenano facilmente alla mente; il dipinto del feto interconnesso allude sopratutto alla massiccia informatizzazione di massa, con un bel puttino variopinto, e vicino nuvolette raffiguranti dispositivi tecnologici già dentro il grembo materno; microspermatozoi vagamente accennati in lontananza, tanto per “discettare” con il disegno, su un fenomeno contemporaneo di importanza e perniciosità totalizzanti.

E questo vien dipinto con uno stile che fonda la pittura giovanile simile ad un neo manga, con la creatività e l’iconografia tipiche dell’epoca post post moderna; allorchè i colori sgargianti ma vividi e moderni, dettano le regole per un’arte di qualità, di largo utilizzo, gran consumo, e sopratutto non inaccessibile. Qualcosa che non alieni la riflessione ma nemmeno l’ottimismo che deve continuare, nonostante tutto, a pervadere nell’uomo contemporaneo schiavizzato dai social e dall’imperante sistema produttivo del “Matrix”. 

In Addezio trova spazio anche la figura di Gemini trasposta nella dimensione sessuale e coniugale di oggi, allorchè non si sceverano bene i contorni fisiognomici dell’uomo e della donna, nucleo famigliare fondamentale ed interconnesso, ma sopratutto interdipendente in uno scenario di virtù e stabilità. Il che si può dedurre liberamente da un rosso fulvo che sembra emblematico di un connubio di amore e fuoco passionale, in cui avviene la dialettica quotidiana della vita  e della lotta per la sopravvivenza. Dipinto animistico, spirituale ed astrattista, quest’ultimo, che lascia intravedere le potenzialità di un ragazzo dalla forte vocazione artistica, nonchè dalla grande ricercatezza deontologica, che come tanti consimili, merita di esprimersi sui palcoscenici artistici di prestigio; proprio per questo suo magnetismo pittorico, merita L’Addezio, un rilievo ampio, per mezzo di quel magnetismo che attecchisce anche sul pubblico di massa, non grande estimatore e compratore di arte figurativa originale.

Senza eccedere nel panigirico, osservare il Gallo dall’uovo d’oro in antitesi ai riciclati temi animali o a quelli delle nature morte, fa notare l’affronto ideologico di questo creativo, ai canoni preimpostati che vogliono gli artisti seguire certe linee già trattate. Qui confondere l’animalismo, la natura sottoforma di alimento, l’economia legata allo sfruttamento animale, rende un quadro vagamente politico asintotico, che sfiora anche il tema tanto attuale dell’ambiguità sessuale; la medesima ambiguità che ha reso immortali tanti dipinti epigoni della Gioconda, con il suo portato di intima ambiguità spirituale.  

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