Salerno e Napoli: arrestati giudice, avvocato ed imprenditori
Da Napoli sono partite le indagini culminate in una cinquina di arresti ma con obbligo di residenza, che hanno coinvolto tre imprenditori, un pubblico ministero e la fidanzata avvocato, tra Napoli e Salerno, con l’accusa di corruzione e rivelazioni di segreto d’ufficio. Nella fattispecie stazionava un consorzio di imprenditori che operava in accordo con il giudice e l’avvocato in questione, per eludere i provvedimenti del Ros nell’ambito dei propri investimenti. Cosi’ in questo traffico di informazioni, incarichi promessi e prebende, si stava creando un vero sodalizio tra un gruppo di imprenditori campani, dipendenti delle procure di Salerno e Napoli, teleologico alla concretizzazione di lavori ben remunerati e la conoscenza anticipata delle mosse dei carabinieri nei loro confronti.
In questo periodo in cui al meridione latitano i soldi pubblici per infrastrutture e lavori, sempre piu’ imprenditori assoggettati dalla crisi incipiente devono declinarsi in consorzi e far perno su una rete piu’ estesa possibile di clienti e conoscenze anche grame, che diano loro adito di vincere commesse ed assicurarsi lavori ed emolumenti. Vista la situazione giuridica in grado di bloccare e far fallire sempre piu’ imprese a causa di denunce incrociate anche da parte di concorrenti scalzati nelle gare di appalto, per gli imprenditori locali diventa sempre piu’ difficile operare in tranquillita’. Gli stanziamenti nazionali ed europei per i lavori effettuati o da eseguire sono dilazionati al massimo e risulta illegale scambiarsi i crediti fiscali per cui il panorama degli imprenditori e’ sempre piu’ a corto di capitali e di tempo. Infatti i procedimenti burocratici ineludibili da compilare per ogni gara, fondo, lavoro e pagamento, rappresentano una perdita di tempo immane per le imprese, che sottrae mera produttivita’. Inoltre i costi per lavorare a norma sono elevatissimi tra tasse, assicurazioni ed apparecchi per la sicurezza, che molti imprenditori stazionano in una permanente precarieta’.
Cio’ non vuol dire che tutti gli imprenditori siano onesti ed esenti da colpe ma gia’ la presenza ramificata della criminalita’ organizzata negli appalti come antagonisti o solo nel richiedere il pizzo, rende molto infausta la realta’ lavorativa delle imprese. Infine le procedure arcane e sibilline per l’affidamento dei lavori sovente dipendono da preferenze politiche e questioni di amicizia per cui e’ molto difficoltoso sceverare responsabilita’ soggettive ed oggettive nel mondo italiano degli affari.