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Sodoma oggi: ritorno di Cristo

Ott 23 2023

Sodoma oggi: ritorno di Cristo

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MARIA VALTORTA

La Terra è una sconfinata Sodoma in cui passeggia libero e re Lucifero. Allora venga una trinità a lavarla: il Fuoco di Amore l’Acqua del Dolore il Sangue della Vittima

(…) E che ancora dovevo farvi, o Efraim, o Giuda, o mondo, che Io non ti abbia fatto? Sono venuto amandoti, o Terra mia, e la mia parola ti fu spada che ti uccide perché tu l’hai aborrita. Oh! Mondo che uccidi il tuo Salvatore credendo di fare cosa giusta, tanto sei insatanassato da non comprendere neppure più quale è il sacrificio che Dio esige, sacrificio del proprio peccato e non di una bestia immolata e consumata con l’anima sozza! Ma che dunque ti ho detto in questi tre anni? Che ho predicato? Ho detto: “Conoscete Dio nelle sue leggi e nella sua natura”. E mi sono seccato, come vaso d’argilla porosa messo al sole, nello spargervi la conoscenza vitale della Legge e di Dio. E tu hai continuato a compiere olocausti senza mai compiere l’unico necessario: l’immolazione al Dio vero della tua mala volontà!
Ora Dio eterno ti dice, città di peccato, popolo fedifrago – e nell’ora del Giudizio su te sarà usata la sferza che non sarà usata per Roma ed Atene, che èbeti sono e non conoscono parola e sapere, ma che quando, da eterni infanti mal curati dalla loro nutrice e rimasti bestiali nelle loro capacità, passeranno alle braccia sante della mia Chiesa, la mia unica sublime Sposa da cui mi verranno partoriti innumerevoli figli degni del Cristo, diverranno adulte e capaci, e mi daranno regge e milizie, templi e santi da popolarne il Cielo come di stelle – ora Dio eterno ti dice: “Non mi piacete più e non accetterò più dono dalla vostra mano. Esso mi è pari a sterco, ed Io ve lo ributto in faccia e vi resterà attaccato. Le vostre solennità, tutte esteriori, schifo mi fanno. Levo il patto con la stirpe d’Aronne e lo passo ai figli di Levi perché, ecco, questo è il mio Levi, e con Lui in eterno ho fatto un patto di vita e di pace, ed Egli mi fu fedele nei secoli dei secoli, sino al sacrificio. Ebbe il santo timore del Padre e tremò per il suo corruccio di offeso, al solo suono del mio Nome offeso. La legge della verità fu sulla sua bocca, e sulle sue labbra non fu iniquità, camminò con Me nella pace e nell’equità, e molti ritrasse dal peccato. Il tempo è venuto in cui in ogni luogo, e non più sull’unico altare di Sionne, immeritevoli essendo voi di offrirlo, sarà sacrificata e offerta al mio Nome l’Ostia pura, immacolata, accettevole al Signore”.
Le riconoscete le eterne parole?».
«Le riconosciamo, o Signor nostro. E, credi, siamo abbattuti come da percossa. Ma non è possibile deviare il destino?».
«Destino lo chiami, Bartolmai?».
«Non saprei quale altro nome…».
«Riparazione. Ecco il nome. Non si offende, senza che l’offesa vada riparata, il Signore. E Dio Creatore fu offeso dal Primo creato.
Da allora sempre si è aumentata l’offesa. E non servì la grande acqua del diluvio, né il fuoco piovuto su Sodoma e Gomorra, a far santo l’uomo. Non l’acqua e non il fuoco.

La Terra è una sconfinata Sodoma in cui passeggia libero e re Lucifero. Allora venga una trinità a lavarla: il fuoco dell’amore, l’acqua del dolore, il sangue della Vittima. Ecco, o Terra, il mio dono. Sono venuto per dartelo.
Ed ora fuggirei al compimento? È Pasqua. Non si può fuggire».
«Perché non vai da Lazzaro? Non sarebbe fuggire. Ma da lui non saresti toccato».
«Simone dice bene. Te ne supplico, Signore, fallo!», grida Giuda Iscariota gettandosi ai piedi di Gesù.
Al suo atto risponde un grande pianto di Giovanni e, benché più composti nel loro dolore, piangono i cugini e Giacomo e Andrea.

Evangelo 593.5

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