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Ucraina: Zelensky chiude tv e opposizione; Draghi affronta Putin e Sgarbi

Mar 29 2022

Ucraina: Zelensky chiude tv e opposizione; Draghi affronta Putin e Sgarbi

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Filtrano dall’Ucraina delle notizie in merito a provvedimenti legislativi dittatoriali del presidente ed ex comico produttore ed imprenditore Zelensky: le televisioni pubbliche infatti stazionerebbero sotto l’egida governativa del capo del governo, tutte conformi alla medesima narrativa politica, alla stessa stregua di quanto avviene nella limitrofa Mosca impermeabile ai principali organi di informazione internazionale: con cio’ non vuol dire che in Russia non vi siano Bbc ed omologhi euroamericani che tra l’altro sono ritornati sugli scenari della guerra ucraina e sul territorio russo da alcuni giorni, bensi’ che le voci politiche ed economiche discordanti con gli intenti di Putin e seguaci non fruiscono di buona visibilita’. Questo clima di censura oggi avvolge, ufficiosamente, anche l’Ucraina con il suo presidente accusati l’una, di maltrattamenti nei confronti di civili e soldati che non aderiscono gli all’intento di cessare i rapporti con la Russia, gli altri di non pugnare contro Putin e soldati attigui . Zelensky sta andando incontro a critiche ed invettive deputate a classificarlo come folle nel reclamare continuamente una guerra mondiale contro la Russia, ma anche corrotto per mezzo di proprieta’ multimilionarie in America ed Europa, le sue quote societarie in facoltose societa’ localizzate in paradisi fiscali nonche’ la sua repentina ascesa sulla vetta mediatica, dapprima, e politica in seguito; infatti il personaggio ucraino su cui si vocifera l’origine e la religione ebraiche, avrebbe fruito di finanziamenti esteri monstre nella societa’ di produzione cinematografica che ne ha realizzato la serie televisiva breve in cui Zelesky interpretava quello che corrisponde a se stesso oggi.

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Sul fronte delle televisioni e giornali, secondo il consigliere indipendente della Russia italiano  e fautore di Pandora tv Giulietto Chiesa, spirato un paio d’anni fa, Putin deterrebbe il controllo per scongiurare l’infiltrazione in Russia di enti finanziari che plasmerebbero subliminalmente l’opinione pubblica su intenti politici di rovesciamento del sistema economico e di potere: atti che per Putin sono attuati con l’ausilio dei media dal punto di vista della pubblicita’, dell’informazione, delle produzioni filmiche televisive e cinematografiche. Intanto Biden ha sfoderato l’ipotesi di utilizzo di armi nucleari qualora la Russia continuasse la contrapposizione con l’Ucraina ma a distanza di poco tempo ha anche raccomandato Zelensky di non continuare questo massacro di civili e militari. Alla luce di sondaggi inesorabilmente in discesa per tutto il campionario americano dei democratici, incluso l’attuale presidente Biden. Dall’Ucraina inoltre sono condivisi video la cui data non e’ facilmente intuibile ma si aggira tra il 2014 ed il 2022 in cui la popolazione rurale ucraina lamenta un progressivo aumento di gabelle e caldeggia il suo diritto a rimanere in buoni rapporti con la Russia giacche’ vi commercia grano e prodotti da allevamento; in queste riprese emerge l’ostilita’ della popolazione ad un impiego bellico da parte dell’Ucraina, dei propri figli e mariti ed il biasimo nel non essere stati aiutati dal governo negli ultimi anni del conflitto in Dumbass. Per gli abitanti della provincia ucraina coinvolti in tale video invece, la Russia li ha sempre sostentati ed avrebbe perfino consentito corridoi umanitari ai profughi che tutt’ora si accingono ad emigrare verso la Polonia, la Romania e la mera Italia. In Italia sede di un dibattito parlamentare postcedente il discorso di Zelesky al governo Draghi destinatario di un’ovazione, tra il critico d’arte ed opinionista Vittorio Sgarbi, ed il presidente del Consiglio italiano. Alla luce della trascrizione del Bel Paese sulla lista delle potenze ampiamente ostili a Putin e passibili di sanzioni da parte della Federazione russa.

Sgarbi si e’ focalizzato, contro Draghi, sulla necessita’ di assoluta neutralita’ in questo agone finanziario e politico che imperversa in Ucraina, ed al sermone dell’ex vicepresidente di Goldman Sachs innestato sulla tirannide di Putin da abbattere, il diritto dell’Ucraina di decidere a quale zona di influenza appartenere, il seguitissimo sui social Sgarbi ha replicato alludendo le guerre Nato su paesi come la Serbia che hanno causato innumerevoli dipartite tra civili e bambini; ma in seguito uno sfacelo tutt’ora persistente su quei territori dal punto di vista industriale, abitativo, sociale, dei servizi.  Tuttavia alla questione ucraina si sono aggiunti commenti da parte di giornalisti e politici del calibro di Marco Rizzo nel partito dei comunisti italiani, che hanno rimarcato ed i loro video vengono estremamente ricondivisi sui social, che tale guerra appare gia’ vinta dalla Russia, alla stessa stregua di quelle precedenti in Siria e Venezuela. Dunque il prosieguo nell’invio di armi all’Ucraina non fara’ che procrastinare l’agonia del paese, i decessi tra soldati e civili nonche’ la crisi in Europa.  A proposito della Siria e del Venezuela di cui non si parla piu’ da tempo, Rizzo enfatizza il carattere politico delle operazioni Nato tese a ribaltarne i presidenti non allineati con l’occidente per tutelare ed ampliare gli interessi economici ed energetici del connubio Europa-America; ambe due alla ricerca di presidenti compiacenti alla stessa stregua di Zelensky. Mentre, secondo il presidente della fronda comunista italiana, con l’intervento di Putin sugli scenari del Venezuela, della Siria, si e’ preservato l’equilibrio geopolitico ed economico mondiale, a differenza di cio’ che si e’ concretizzato in Iran, Iraq, Afghanistan, Libia, negli ultimi anni.

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